A Borgo San Dalmazzo una grande festa per i cento anni di Rosa Viggiano
Tante persone alla pizzeria Marechiaro per festeggiare il traguardo raggiunto dalla signora, nata a Tramonti il 14 febbraio 1924Tantissime persone, amici e parenti arrivati per l’occasione da tutta Italia, hanno partecipato ieri, mercoledì 14 febbraio, alla festa organizzata per i cento anni di Rosa Viggiano. Settima di otto fratelli, nata in frazione Pietre a Tramonti (Salerno) il 14 febbraio del 1924, ha festeggiato il traguardo presso la pizzeria Marechiaro, gestita dalla figlia Anna insieme al marito Roberto.
Erano presenti anche la sindaca Roberta Robbione e l’assessora Michela Galvagno, che hanno portato gli auguri dell’amministrazione comunale e una pergamena celebrativa.
Sposata con Mario Amatruda (scomparso nel 2015) il 29 luglio del 1951, la signora Rosa, soprannominata “Rituccella”, ha cinque figli: Natalizia (che vive in Abruzzo), Alfonsina (che non ha lasciato Tramonti), Francesco (che vive a Cuneo, titolare del bar “Principe”), Maddalena (anch’essa a Cuneo, titolare col marito della pizzeria Amatruda) e la già citata Anna. In famiglia anche dodici nipoti e sedici pronipoti, che vivono tra Piemonte, Campania, Abruzzo e Lombardia, molti dei quali erano presenti ieri sera.
Rosa e il marito - prima muratore, poi gelataio dopo il trasferimento in Piemonte - arrivarono a Cuneo nel 1985. Nel 1992 il trasferimento a Borgo San Dalmazzo, dove oggi vive insieme alla figlia Anna e alla sua famiglia.
“Lei è il fulcro della nostra famiglia”, raccontano i figli: “Siamo tanti, molti di noi vivono lontani, ma grazie a lei non ci siamo mai allontanati, ha sempre fatto di tutto per tenerci uniti”.
In piena salute, energica, lucida e attiva, ancora oggi la signora Rosa tiene in ordine la casa, cuce senza occhiali, cucina, si tiene informata sui fatti di attualità seguendo i programmi televisivi e non si tira indietro se c'è da "bacchettare" figli e nipoti. Ricorda lucidamente gli anni della Seconda Guerra Mondiale e racconta spesso i fatti legati allo sbarco degli americani a Salerno, nel 1943: "Abbandonavano le loro divise sporche, noi le prendevamo e ci facevamo le gonne. Ci davano dei barattoli con una polvere gialla: credevamo fosse polenta, invece era dado, non ne avevamo mai visti".
Tante, come detto, le persone che hanno raggiunto Borgo San Dalmazzo per farle gli auguri, alcune anche solo “virtualmente”: è il caso, per esempio, del nipote Domenico Amatruda, oggi sindaco di Tramonti, che si è collegato in videochiamata durante la festa.
a.d.
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