Dall’Alaska alla Terra del Fuoco: il viaggio epico di Alberto Cappella
Il 65enne cresciuto a Cuneo sta attraversando le Americhe su una due ruote, raccontando l'avventura sul suo profilo InstagramAlberto Cappella, ex cuneese, sta realizzando un sogno che racchiude in sé avventura, coraggio e passione: attraversare le Americhe su una moto, da nord a sud. Un sogno coltivato da anni, per il quale ha atteso il meritato pensionamento e la fine della pandemia: lo scorso marzo ha finalmente imbarcato la sua GS Bmw, l’ha raggiunta in aereo a Vancouver e ha dato inizio a questa straordinaria avventura dirigendosi verso l’Alaska. Raggiunto il punto più a nord di questo viaggio, Alberto ha poi iniziato a scendere attraverso le Americhe con destinazione finale la Terra del Fuoco e Ushuaia, la città più meridionale del continente sudamericano.
Ad oggi Alberto ha appena attraversato la frontiera con l’Argentina, dopo essersi lasciato alle spalle la Bolivia e il Cile tra le distese del Desierto de Atacama: ha già percorso oltre 36.000 chilometri e da poco effettuato il terzo tagliando. “I 50.000 chilometri che mio papà aveva inizialmente preventivato penso siano destinati ad essere ampiamente superati!” ci racconta con orgoglio la figlia Giulia.
Le origini cuneesi
Alberto, nato da madre friulana e padre marchigiano (anche lui grandissimo amante delle due ruote), è cresciuto a Borgo San Dalmazzo, dove coltiva fin da giovane una passione viscerale per i motori.
Fin da ragazzo frequenta assiduamente la storica moto officina di Franco Spada, luogo che alimenta la sua curiosità e competenza tecnica. Dopo un inizio come dipendente del Comune di Borgo, Alberto decide di trasformare la sua passione in carriera. Nel 1989 invia alcuni progetti di moto, realizzati nel tempo libero, al Centro Stile Aprilia di Noale, in provincia di Venezia.
I progetti non passano inosservati e Alberto viene assunto per un anno di prova, mentre la moglie e la figlia in tenera età rimangono a Boves. L’anno successivo entra a far parte definitivamente del Centro Stile Aprilia e si trasferisce anche la famiglia: ne seguirà una brillante carriera durata quasi 40 anni, sempre in Aprilia con piccole parentesi in Laverda e Moto Guzzi, contribuendo al design di moto iconiche.
Un sogno nato in gioventù
L’amore per le due ruote ha sempre contraddistinto Alberto. Negli anni ’80, insieme alla moglie Angela, al fratello e ad un amico, ha affrontato un viaggio epico in Vespa da Cuneo a Salisburgo in pieno inverno per partecipare all’Elefantentreffen, un famoso raduno motociclistico. Tre Vespe cariche di passione e coraggio hanno percorso centinaia di chilometri tra neve e gelo, lasciando un segno indelebile nella memoria dei protagonisti. Questa esperienza fu solo una di una lunga serie di viaggi su due ruote che lo avrebbero portato in giro per il mondo.
Un’avventura tra imprevisti e meraviglie
Alberto sta attraversando paesaggi mozzafiato, ma non mancano gli imprevisti. Uno degli episodi più recenti è stato il tentativo, purtroppo fallito, di percorrere la Carretera de la Muerte in Bolivia, una delle strade più pericolose al mondo. “Era un sogno che coltivava da anni” racconta la figlia Giulia “ma una frana venuta giù poche ore prima lo ha costretto a rinunciare. Alla fine, è stato fortunato a non trovarsi coinvolto”.
La pioggia incessante ha segnato buona parte del viaggio, mettendo a dura prova Alberto e la sua attrezzatura. “Ha già fuso una tuta antipioggia” scherza la figlia “ma non si è mai fermato”. A ciò si aggiungono le numerose forature della gomma posteriore, ben quattro, e alcune cadute.
Nella maggior parte dei casi ha "appoggiato" la moto per terra per via della sabbia o delle buche ma, a parte liberare la moto di tutti i bagagli, tirarla su di schiena e ricaricare tutto, se l'è sempre cavata da solo. La caduta più seria Alberto l’ha subita ad agosto in Canada, fortunatamente senza gravi conseguenze: i pezzi di ricambio per riparare la moto sono arrivati la settimana successiva, portati dalla famiglia che lo ha raggiunto per trascorrere tre settimane insieme e visitare i parchi americani.
Il sostegno della famiglia
La visita in occasione della caduta è solo una parte del grande supporto della famiglia su cui Alberto può contare: la moglie Angela, la figlia Giulia, il compagno di lei e i nipotini Milo ed Enea seguono ogni sua tappa con grande affetto e ammirazione. Pur lontano da casa, Alberto non è mai davvero solo.
Avventure quotidiane e spirito di adattamento
Questo viaggio è caratterizzato dall’improvvisazione, che lo rende autentico e avventuroso. Ogni giorno Alberto decide il suo itinerario, pernottando in tenda o in semplici strutture locali. La sua capacità di adattarsi è straordinaria, considerando anche che non parla inglese o spagnolo, ma riesce comunque a comunicare grazie a una innata abilità di farsi intendere.
Pur non essendo un grande appassionato di social media, Alberto condivide regolarmente scatti suggestivi delle sue avventure sul suo profilo Instagram, mantenendo uno stile documentaristico che esclude pose o selfie. Le sue immagini raccontano la bellezza dei luoghi attraversati, dalle montagne dell’Alaska al deserto dello Uyuni, la più grande distesa salata del mondo, passando dai grandi parchi Usa, regalando a chi lo segue un assaggio del suo straordinario viaggio.
Un esempio di coraggio e determinazione
Questo viaggio rappresenta la realizzazione di un sogno e l’amore di un uomo per l’avventura e per le due ruote, ma anche un esempio per tutti coloro che desiderano spingersi oltre i propri limiti e vivere esperienze straordinarie.
Il rientro è previsto per marzo o aprile: raggiunta l’estremità meridionale delle Americhe, Alberto risalirà fino a Montevideo per imbarcare la sua moto in un container; lui rientrerà invece in aereo, portando con sé un bagaglio di ricordi e storie indimenticabili.
Per seguire il suo viaggio e scoprire i luoghi incredibili che ha attraversato, potete visitare il suo profilo Instagram "@alberto.cappella".
Monica Fissore
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