La gaffe di Geo su Rai 3: in cucina i “ravioli della Val Variata”
Il nome della ricetta, preparata da una cuoca piemontese di Coldiretti, viene ripetuto più volte e sbagliato anche in sovrimpressione. Tra le polemiche del pubblicoNelle scritte in sovrimpressione si legge “val Variata”, nel dialogo tra la presentatrice e l’ospite diventa “val Vairata”, per due volte. Nulla di grave, per carità, non fosse che allo spettatore accorto sovviene la scena di Fantozzi alla cerca dell’invincibile spada: “Escazzibur, Eschizzibur…”. Ma non è solo quello.
Nell’ultima puntata di Geo su Rai 3, andata in onda nel pomeriggio di martedì, le celebri ravioles della val Varaita (forse non così celebri, tocca ammettere) sono state italianizzate in “ravioli”. Una traduzione impropria, perché come sa chi le abbia assaggiate, al di là dell’assonanza, le ravioles (o raviolas) non sono “parenti” dei ravioli, bensì degli gnocchi. Questo, ad onor del vero, lo precisa la cuoca in studio, Stefania Grandinetti, titolare di un agriturismo a Ponzone (Alessandria) e presidente di Terranostra Piemonte, l’associazione degli agriturismi affiliati a Coldiretti.
Tutta quella parte della trasmissione, in effetti, serve da preludio e da intermezzo alla lunga intervista-spot con il rieletto presidente nazionale di Coldiretti, il bresciano Ettore Prandini. La conduttrice Sveva Sagramola (romana doc) di quando in quando si riaffaccia sullo spazio cucina e interpella la cuoca, che parla delle differenti versioni della ricetta: “Nelle zone della val Vairata (sic) si usa anche questo toumin dal Mel, tipico di quella zona. Nelle nostre zone utilizziamo il raschera”. Quest’ultima è appunto la variante presentata al pubblico di Geo. “Un piatto che è rimasto dimenticato per molti anni, perché le valli si spopolavano” conclude.
In sovrimpressione compare, stavolta, la scritta “ravioli della Val Variata”, poi ripresa nel post sulla pagina Facebook del programma. Dove non manca chi fa notare lo strafalcione (scusabile), chi contesta l’assimilazione ai ravioli (questione più seria, gastronomicamente parlando) e anche chi critica la versione proposta in tv. A un commento risponde in modo molto garbato la stessa Grandinetti: “Io ho questa ricetta presa da un collega della valle Varaita, ma sicuramente ci sono altre versioni tramandate. Se ha voglia di scrivermi la sua, mi farebbe molto piacere”. La cuoca si scusa anche per il refuso, invitando gli spettatori a non arrabbiarsi: “Io e la produzione di Geo cerchiamo sempre di fare ricette della tradizione, e di parlare di posti molte volte dimenticati, questa ricetta e la valle Varaita sono bellissime, e per noi è stato importante parlarne”. Una lezione di stile, indubbiamente, di cui si spera possa far tesoro anche la Rai per l’avvenire: “Se sbaglio mi corigerete”, come diceva un futuro santo.
Andrea Cascioli
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