La maestra Lucia va in pensione
Le elementari di San Chiaffredo salutano l’insegnante “storica”
Ci sono quelle figure che nell’immaginario di tutti uno non può far a meno che collocarle in un determinato contesto. Bene, Lucia è una di quelle, la maestra per antonomasia, l’insegnante di buona parte dei sanchiaffredesi giovani e meno giovani. Quello appena concluso è stato l’ultimo anno scolastico di insegnamento per Lucia Ruaro. L’abbiamo incontrata per farle qualche domanda soprattutto per tutti quelli che ricordano con affetto le proprie insegnanti.
L’anno scolastico 2016/17 ha terminato un capitolo importante della sua vita, come ha vissuto questi ultimi giorni di scuola?
Avvicinandosi il termine delle lezioni, ho sentito aumentare ogni giorno la malinconia, fino a giungere ad una grande commozione nel momento in cui è suonato l’ultimo campanello.
Per quanti anni ha insegnato a San Chiaffredo?
Sono arrivata a S. Chiaffredo il 1° settembre 1994, quando i miei figli erano piccoli e, dopo aver “vagato” per tutta la Provincia, ho chiesto di avvicinarmi a casa per poter star loro più vicino. Sono stata circondata da un immenso affetto da parte degli alunni e questo mi ha ricordato quanto il mio lavoro mi abbia reso felice. Non dimenticherò mai questa data, perché insieme a me è arrivata la collega Laura Bertolotto, con cui ho lavorato in tutti questi anni fino al suo ultimo giorno di scuola, 11 marzo 2016. Con Laura ho vissuto esperienze importantissime, rapporti non sempre facili, ma nel profondo rispetto reciproco. Mi sono rimasti i suoi preziosi consigli e dolcissimi ricordi.
Ricorda il suo primo giorno di incarico?
La mia carriera scolastica è iniziata il 14 settembre 1975 presso l’Istituto Stella Mattutina di S. Rocco Castagnaretta, successivamente nella Proposta 80 di Cuneo, dove ho lavorato per 5 anni come educatrice con ragazzi portatori di handicap più o meno gravi. Nel 1980, con l’inserimento di questi alunni nelle classi normali, ho continuato come insegnante di sostegno per 10 anni. L’esperienza con la disabilità ha lasciato un’impronta significativa negli anni successivi.
Come sono stati questi anni di insegnamento?
Quali miglioramenti nella “sua” scuola di San Chiaffredo? Nei 23 anni d’insegnamento a S. Chiaffredo ho avuto accanto molti colleghi, dai quali ho imparato molto. Non solo, negli ultimi 17 anni, ho accolto studentesse tirocinanti, risorse speciali che mi hanno aiutato a “vedere” la scuola sotto aspetti diversi. I progetti realizzati insieme hanno dimostrato che tutti gli alunni hanno delle potenzialità che, a volte, nelle normali attività didattiche, non vengono espresse, pertanto è necessario percorrere altre strade come il dialogo e l’ascolto per poter dare spazio a tutti.
Qual è la sua opinione sulla riforma della scuola?
Ho attraversato diverse riforme dal ’75 a oggi, ognuna delle quali ha avuto punti forti e altri deboli. Credo che non si possa adottare una riforma nella sua totalità, ma riconoscerne i principi fondamentali, gli aspetti positivi per essere applicati. Ogni insegnante deve mettersi in gioco ogni giorno e cogliere i bisogni dei propri alunni. La formazione continua è fondamentale e necessaria.
Cosa farà nel tempo che l’attende e cosa augura a chi resta?
Al termine di questo cammino ricco di tante soddisfazioni mi rimane una sola parola: gratitudine per tutti gli alunni ed ex alunni che mi sono stati affidati e alle loro famiglie, per tutti i colleghi, i superiori, il personale di segreteria, i collaboratori scolastici, gli esperti, gli amministratori… da tutti ho imparato qualcosa. I nomi verranno dimenticati, ma il bene ricevuto come le persone incontrate faranno sempre parte della mia vita. Alle colleghe di San Chiaffredo auguro un cammino ricco di soddisfazioni, di poter raggiungere le loro aspettative mantenendo sempre atteggiamenti di rispetto verso tutti. Ho realizzato il mio sogno, ho fatto un lavoro che mi ha riempito la vita e mi ha aiutato a crescere insieme ai ragazzi. Ora, se il buon Dio mi concederà ancora qualche anno e la salute, vorrei realizzare qualche progetto che mi sta a cuore, ma soprattutto fare la nonna.
E noi glielo auguriamo di cuore: dopo oltre 40 anni di lavoro tra i banchi di scuola a fare quello che ha sempre considerato il mestiere più bello del mondo è arrivato il tempo della pensione. Una maestra i suoi scolari se li ricorda per la vita, ma indubbiamente la cosa è reciproca. Buona scuola per chi a settembre rimane e riparte.
L’anno scolastico 2016/17 ha terminato un capitolo importante della sua vita, come ha vissuto questi ultimi giorni di scuola?
Avvicinandosi il termine delle lezioni, ho sentito aumentare ogni giorno la malinconia, fino a giungere ad una grande commozione nel momento in cui è suonato l’ultimo campanello.
Per quanti anni ha insegnato a San Chiaffredo?
Sono arrivata a S. Chiaffredo il 1° settembre 1994, quando i miei figli erano piccoli e, dopo aver “vagato” per tutta la Provincia, ho chiesto di avvicinarmi a casa per poter star loro più vicino. Sono stata circondata da un immenso affetto da parte degli alunni e questo mi ha ricordato quanto il mio lavoro mi abbia reso felice. Non dimenticherò mai questa data, perché insieme a me è arrivata la collega Laura Bertolotto, con cui ho lavorato in tutti questi anni fino al suo ultimo giorno di scuola, 11 marzo 2016. Con Laura ho vissuto esperienze importantissime, rapporti non sempre facili, ma nel profondo rispetto reciproco. Mi sono rimasti i suoi preziosi consigli e dolcissimi ricordi.
Ricorda il suo primo giorno di incarico?
La mia carriera scolastica è iniziata il 14 settembre 1975 presso l’Istituto Stella Mattutina di S. Rocco Castagnaretta, successivamente nella Proposta 80 di Cuneo, dove ho lavorato per 5 anni come educatrice con ragazzi portatori di handicap più o meno gravi. Nel 1980, con l’inserimento di questi alunni nelle classi normali, ho continuato come insegnante di sostegno per 10 anni. L’esperienza con la disabilità ha lasciato un’impronta significativa negli anni successivi.
Come sono stati questi anni di insegnamento?
Quali miglioramenti nella “sua” scuola di San Chiaffredo? Nei 23 anni d’insegnamento a S. Chiaffredo ho avuto accanto molti colleghi, dai quali ho imparato molto. Non solo, negli ultimi 17 anni, ho accolto studentesse tirocinanti, risorse speciali che mi hanno aiutato a “vedere” la scuola sotto aspetti diversi. I progetti realizzati insieme hanno dimostrato che tutti gli alunni hanno delle potenzialità che, a volte, nelle normali attività didattiche, non vengono espresse, pertanto è necessario percorrere altre strade come il dialogo e l’ascolto per poter dare spazio a tutti.
Qual è la sua opinione sulla riforma della scuola?
Ho attraversato diverse riforme dal ’75 a oggi, ognuna delle quali ha avuto punti forti e altri deboli. Credo che non si possa adottare una riforma nella sua totalità, ma riconoscerne i principi fondamentali, gli aspetti positivi per essere applicati. Ogni insegnante deve mettersi in gioco ogni giorno e cogliere i bisogni dei propri alunni. La formazione continua è fondamentale e necessaria.
Cosa farà nel tempo che l’attende e cosa augura a chi resta?
Al termine di questo cammino ricco di tante soddisfazioni mi rimane una sola parola: gratitudine per tutti gli alunni ed ex alunni che mi sono stati affidati e alle loro famiglie, per tutti i colleghi, i superiori, il personale di segreteria, i collaboratori scolastici, gli esperti, gli amministratori… da tutti ho imparato qualcosa. I nomi verranno dimenticati, ma il bene ricevuto come le persone incontrate faranno sempre parte della mia vita. Alle colleghe di San Chiaffredo auguro un cammino ricco di soddisfazioni, di poter raggiungere le loro aspettative mantenendo sempre atteggiamenti di rispetto verso tutti. Ho realizzato il mio sogno, ho fatto un lavoro che mi ha riempito la vita e mi ha aiutato a crescere insieme ai ragazzi. Ora, se il buon Dio mi concederà ancora qualche anno e la salute, vorrei realizzare qualche progetto che mi sta a cuore, ma soprattutto fare la nonna.
E noi glielo auguriamo di cuore: dopo oltre 40 anni di lavoro tra i banchi di scuola a fare quello che ha sempre considerato il mestiere più bello del mondo è arrivato il tempo della pensione. Una maestra i suoi scolari se li ricorda per la vita, ma indubbiamente la cosa è reciproca. Buona scuola per chi a settembre rimane e riparte.
Roberta Bima
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