Hanno ucciso l’Uomo Ragno. La regista Alice Filippi porta su Sky la leggendaria storia degli 883
La cineasta monregalese è tra gli artefici della serie tv, in onda dall’11 ottobre: “La storia di Max e Mauro racconta la nostra generazione e anche i ragazzi di oggi”Pavia, fine anni Ottanta. Max ama i fumetti e la musica americana. È un anticonformista in una città dove non c’è nulla a cui ribellarsi. In più, dopo aver trascurato il liceo per seguire nuove amicizie e serate punk, arriva inevitabilmente la bocciatura. Questo fallimento si rivela in realtà una nuova, fatale opportunità: nel liceo dove si trasferisce ha un nuovo compagno di banco, Mauro. La musica rende Max e Mauro inseparabili. Grazie alla forza trascinante di Mauro, Max abbraccia il suo talento e insieme a lui compone le prime canzoni che verranno prodotte da Claudio Cecchetto: a qualcuno suona familiare?
Probabilmente sì, perché questa non è una storia qualunque. È “la leggendaria storia degli 883”, come recita il sottotitolo della serie tv che Sky ha dedicato a uno dei gruppi più “generazionali” nella musica italiana e non solo. Hanno ucciso l’Uomo Ragno debutta venerdì 11 ottobre, in esclusiva su Sky e in streaming su NOW. La serie è prodotta da Matteo Rovere (Veloce come il vento, Il primo re) e Sydney Sibilia, che ne è anche regista. Insieme all’acclamato autore della trilogia di Smetto quando voglio, de L’incredibile storia dell’Isola delle Rose e del recente Mixed by Erry, altro intreccio fra musica e generazioni perdute, c’è la regista monregalese Alice Filippi.
Lei, classe 1982, ha firmato fra l’altro la commedia Sul più bello e il documentario Sic, dedicato alla biografia di Marco Simoncelli. Ora la nuova prova d’autrice in quella che i produttori hanno definito “una dramedy ritmata e brillante in otto episodi”. “Gli 883 hanno segnato la mia adolescenza e grazie a questa serie sono tornati prepotentemente nella mia vita” confida Filippi: “Attraverso il racconto di Max e Mauro abbiamo voluto non solo raccontare la nostra generazione degli anni ’90, ma anche i ragazzi di oggi. Perché questa è una storia che parla di tutti. Una storia di amicizia, di sogni, di difficoltà, di illusioni, di non mollare mai ma crederci fino in fondo. Ci farà sorridere ma anche commuovere ed emozionare”.
La scelta degli attori protagonisti non è stata facile, ammette: “Non eravamo alla ricerca di due sosia ma di giovani talenti in grado di rubare l’anima a Max e Mauro, di coglierne l’essenza”. Così sono arrivati Elia Nuzzolo e Matteo Oscar Giuggioli, nei panni rispettivamente del fondatore - e continuatore - del duo pop e dell’irrequieto amico e paroliere che, alla fine, lascerà il gruppo per andare in America, alla folle ricerca di una modella della quale si era perdutamente innamorato.
“Dirigere le mie tre puntate è stata per me una grande sfida - spiega la regista - perché sono episodi che raccontano momenti della storia molto diversi tra loro. Nella terza puntata Max e Mauro devono affrontare l’incubo di ogni adolescente, l’esame di maturità, insieme però anche al loro primo esame musicale. La sfida è stata quella di dare ritmo a un racconto goliardico ricco di colpi di scena”. Il quarto è l’unico episodio diviso in più capitoli, dove i nostri protagonisti prendono strade diverse per cercare di capire cosa vogliono veramente “fare da grandi”. Poi la nascita dell’uomo ragno, raccontata nella sesta puntata, quella dei sogni che sembrano ormai finiti: “Vi arrendete dopo la prima difficoltà?” sprona Cisco, l’amico che sostiene Max e Mauro nei momenti bui. È così che i due troveranno ispirazione per la loro canzone più famosa e capiranno che “il nostro superpotere sono i nostri sogni e non ci rinunceremo”.
Redazione
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