Cinema Teatro Iris, ore 21
Matteo Bussola a Dronero: un buon posto in cui fermarsi per ascoltarlo
Il 22 marzo l'incontro con lo scrittore che ha ispirato il gruppo di giovani del Ponte del Dialogo"La vita non è una montagna da scalare, un treno da non perdere, un obiettivo da centrare, ma è una piccola stanza da arredare con cura. Non è una cima da raggiungere a tutti i costi. È la scelta di un buon posto in cui fermarsi. Così scrive Matteo Bussola nel suo romanzo, Un buon posto in cui fermarsi" (Einaudi, 2023).
Un messaggio di straordinario valore, soprattutto per le giovani generazioni, che infatti leggono e amano le opere di Bussola. In un momento storico in cui il successo sembra essere l’unico faro nella vita, l’unica motivazione, l’unica meta, con le inevitabili conseguenze della delusione, dell’insoddisfazione, dell’inquietudine, Matteo Bussola va controcorrente e invita i lettori a non lasciarsi sedurre e ingannare dalla prospettiva del successo: la felicità, come già diceva Madre Teresa di Calcutta, è un percorso, non una destinazione. Quanti giovani soffrono di malesseri e disagi psicologici, che possono anche sfociare in patologie psichiatriche, perché non riescono a raggiungere un obiettivo che si erano prefissati, magari a imitazione di loro coetani o di protagonisti del mondo social. E il successo è sempre di più identificato con il denaro, il lusso, il soddisfacimento di ogni desiderio materiale. Matteo Bussola, nelle prime pagine del romanzo, chiarisce la filosofia, la visione del mondo cui si ispira: "A volte vinci proprio quando perdi". Bisogna allenarsi ad accettare la sconfitta, l’errore, la scelta sbagliata: chi evita gli errori elude la vita, diceva Jung.
Continua l’autore: "Non ti diranno che ci addestrano alle vette, mentre ci sono vallate meravigliose. Ti sentirai forzato alla retorica della sfida, al culto dell’efficienza, al continuo e inappagato desiderio di un altrove, come se la vita stesse sempre da un’altra parte e mai qui, accanto a te. A vincere il mondo anziché imparare a camminarci dentro. A sognare il cielo piuttosto che perderti in un filo d’erba". Poi racconta di una domanda che il padre faceva al protagonista del romanzo, Stefano, quando lui era bambino: che cosa fa di un uomo un uomo? La risposta che dava il padre era sorprendnte e misteriosa, agli occhi del figlio: "Un uomo è uno che non mantiene le promesse. Nella motivazione è contenuto un altro importante messaggio su cui riflettere: non mantieni una promessa quando non sei come ti vogliono, quando contraddici i copioni già scritti…quando ritrovi il tuo senso in una deviazione, in una caduta…quando accetti di essere incrinato, spaccato, di forzare la maschera…quando ti senti inabile alle sfide e rifiuti la divisa che ti vorrebbero imporre per statuto". Conservare, difendere la propria libertà, la propria autonomia di pensiero e di giudizio è un valore straordinario.
Matteo Bussola parlerà anche di questo straordinario romanzo sabato 22 marzo, alle ore 21, al Teatro Iris di Dronero, ospite molto atteso del festival “Ponte del Dialogo”. È proprio lui, infatti, uno degli scrittori che ha ispirato un gruppo di giovani droneresi a lanciarsi nell’avventura del festival per rigenerare la vita sociale e culturale della città. Invitato già alla prima edizione, nel 2023, non aveva potuto essere presente per concomitanza di altri impegni, ma finalmente per questa edizione primaverile arriva a Dronero, dove sarà presentato da due giovani del territorio: Marika Abbà, ricercatrice, e Gianluca Cavallo, filosofo e insegnante.
A Dronero Matteo Bussola parlerà anche del suo nuovo libro, La neve in fondo al mare (Einaudi, 2024), in cui racconta la fragilità adolescenziale. Scrive una storia toccante, piena di grazia, sul tradimento che implica diventare sé stessi. E ci mostra, con onestà e delicatezza, quel che si prova davanti al dolore di un figlio, ma anche la luce dell'essere genitori, che pure nel buio continua a brillare. Perché è difficile accogliere la verità di chi amiamo, soprattutto se lo abbiamo messo al mondo. Ma l'amore porta sempre con sé una rinascita.
"Scoprire la profondità della tristezza di un figlio, - scrive Bussola - a neanche sedici anni, è come trovare qualcosa in un posto in cui non te lo saresti mai aspettato. In cui proprio non dovrebbe esserci… Come trovare la neve in fondo al mare".
Un padre e un figlio, dentro una stanza. L’uno di fronte all’altro, come mai sono stati. Ciascuno lo specchio dell’altro. Loro due, insieme, in un reparto di neuropsichiatria infantile. Ci sono altri genitori, in quel reparto, altri figli. Adolescenti che rifiutano il cibo o che si fanno del male, che vivono l’estenuante fatica di crescere, dentro famiglie incapaci di dare un nome al loro tormento. E madri e padri spaesati, che condividono la stessa ferita, l’intollerabile sensazione di non essere più all’altezza del proprio compito. Con la voce calda, intima, di un padre smarrito, Matteo Bussola fotografa l’istante spaventoso in cui genitori e figli smettono di riconoscersi, e parlarsi diventa impossibile. Attraverso un pugno di personaggi strazianti e bellissimi, ci ricorda che ogni essere umano è un mistero, anche quando siamo noi ad averlo generato.
Matteo Bussola è nato a Verona nel 1971, si è laureato in architettura, ha lavorato come progettista edile, e all’età di 35 anni decide di investire nella sua passione per il disegno dei fumetti, trasformandola nella sua professione. Poi passa alla narrativa, con cui ha raggiunto la notorietà nel 2016, a 45 anni, con Notti in bianco, baci a colazione, pubblicato da Einaudi e tradotto in molte lingue. Da quel momento una serie di opere fortunate, sempre per Einaudi: Sono puri i loro sogni(20127), La vita fino a te (2018), L’invenzione di noi due (2020), Il tempo di tornare a casa (2021) e “Il rosmarino non capisce l’inverno (2022), Un posto giusto in cui fermarsi (2023), La neve in fondoa l mare (2024). Conduce una trasmissione ardiofonica su Radio 24, Tu non mi capisci.
Michele Pernice
Le date dell'evento:- 22/03/2025

Dronero - Ponte del dialogo