Da Dogliani Mattarella 'avverte' Lega e Cinque Stelle
Il presidente della Repubblica ha usato la ricostruzione del profilo di Einaudi per rivendicare il suo ruolo 'interventista' nella formazione del nuovo esecutivo
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha scelto Dogliani per lanciare un avvertimento a Movimento Cinque Stelle e Lega, impegnati nel tentare di mettere insieme un esecutivo che possa guidare il paese in questa fase delicata.
La massima carica dello Stato è stata in provincia di Cuneo ieri, sabato 12 maggio, a 70 anni dall’11 maggio 1948 in cui Luigi Einaudi, statista, economista e primo Presidente della Repubblica italiana eletto, prestava giuramento. Alla cerimonia erano presenti tutte le autorità locali, tra cui anche il presidente della Provincia e sindaco di Cuneo, Federico Borgna.
Nel suo intervento Mattarella ha ricostruito la figura di Einaudi, utilizzando le parole del suo predecessore per effettuare diversi parallelismi con l'attuale situazione politica: "solo una società libera e robusti contropoteri avrebbero impedito abusi". Il capo dello Stato ha rivendicato di essere, come Einaudi, "tutore dell’osservanza della legge fondamentale". E, con una citazione riferita al potere più incisivo del re (ma riferita al presidente della Repubblica), ha puntualizzato che "può e deve rimanere dormiente per decenni e risvegliarsi nei rarissimi momenti nei quali la voce unanime, anche se tacita, del popolo gli chiede di farsi innanzi e risolvere una situazione che gli eletti da sé non sono capaci di affrontare".
Un'istantanea della crisi che attraversiamo. Altro che 'presidente notaio' dunque. Secondo Mattarella Einaudi fu un interventista, a volte molto duro con la stessa classe politica. Mattarella cha ricordato che "fu lui, con De Gasperi, a definire la grammatica della nostra neonata democrazia" e ad avviare un’interpretazione evolutiva della figura del capo dello Stato, trasferendo in una dimensione concreta le funzioni altissime e vaghissime fissate dalla Costituzione. Insomma un ritratto 'attaualizzato' per completare l’avvertimento già lanciato ai due partiti nei giorni scorsi.
La massima carica dello Stato è stata in provincia di Cuneo ieri, sabato 12 maggio, a 70 anni dall’11 maggio 1948 in cui Luigi Einaudi, statista, economista e primo Presidente della Repubblica italiana eletto, prestava giuramento. Alla cerimonia erano presenti tutte le autorità locali, tra cui anche il presidente della Provincia e sindaco di Cuneo, Federico Borgna.
Nel suo intervento Mattarella ha ricostruito la figura di Einaudi, utilizzando le parole del suo predecessore per effettuare diversi parallelismi con l'attuale situazione politica: "solo una società libera e robusti contropoteri avrebbero impedito abusi". Il capo dello Stato ha rivendicato di essere, come Einaudi, "tutore dell’osservanza della legge fondamentale". E, con una citazione riferita al potere più incisivo del re (ma riferita al presidente della Repubblica), ha puntualizzato che "può e deve rimanere dormiente per decenni e risvegliarsi nei rarissimi momenti nei quali la voce unanime, anche se tacita, del popolo gli chiede di farsi innanzi e risolvere una situazione che gli eletti da sé non sono capaci di affrontare".
Un'istantanea della crisi che attraversiamo. Altro che 'presidente notaio' dunque. Secondo Mattarella Einaudi fu un interventista, a volte molto duro con la stessa classe politica. Mattarella cha ricordato che "fu lui, con De Gasperi, a definire la grammatica della nostra neonata democrazia" e ad avviare un’interpretazione evolutiva della figura del capo dello Stato, trasferendo in una dimensione concreta le funzioni altissime e vaghissime fissate dalla Costituzione. Insomma un ritratto 'attaualizzato' per completare l’avvertimento già lanciato ai due partiti nei giorni scorsi.
r.c.
DOGLIANI Federico Borgna - Lega Nord - politica - Movimento Cinque stelle - Sergio Mattarella - Presidente della Repubblica