Bongioanni regala un opossum all’amico-nemico Cirio: dopo le polemiche, la pace natalizia
Omaggio scherzoso dal capogruppo di FdI. La Regione chiude l’anno nel grattacielo e assegna le pagelle dei consiglieri: Graglia, Demarchi e Gagliasso i più “secchioni”Un opossum di peluche per il presidente della Regione Piemonte: l’omaggio natalizio arriva dal capogruppo di Fratelli d’Italia Paolo Bongioanni, per onorare una promessa e chiudere in modo scherzoso una dura polemica di inizio anno. “Ogni promessa è debito” commenta l’ex presidente dell’Atl cuneese, sorridente assieme ad Alberto Cirio nel grattacielo dove la Regione ha appena trasferito i suoi uffici.
Il riferimento è a quando Bongioanni aveva tacciato il governatore langhetto di comportarsi “come un opossum, perché di fronte a un problema si finge morto”. La caratteristica più curiosa dell’Opossum della Virginia (Didelphis virginiana), l’unico mammifero marsupiale diffuso nell’emisfero nord, è in effetti la tanatosi, ovvero la capacità di immobilizzarsi anche per intere ore. Questa strategia serve a confondere i predatori ed è il motivo per cui in inglese l’espressione “fingersi morti” si può tradurre con “playing possum”, ovvero “fare l’opossum”.
La metafora zoologica di Bongioanni era stata chiamata in causa durante la guerra scoppiata tra i partiti di maggioranza, per la nomina dell’ufficio di presidenza regionale. I meloniani, rimasti col cerino in mano dopo aver chiesto un riequilibrio delle cariche, avevano tuonato contro “l’unico caso in Italia in cui un partito di governo viene escluso per tutto il quinquennato dall’Ufficio di presidenza. Un comportamento politicamente scorretto e gravissimo sotto il profilo istituzionale da parte dei cosiddetti alleati”. La vicenda ha avuto perfino risvolti giudiziari, col ricorso di Bongioanni bocciato dal Tar e poi abbandonato - anche perché nel frattempo si era posta la questione della sua decadenza da consigliere di un ente con cui era in causa. Acqua passata, assicurano gli ex litiganti. Certo, nel frattempo è successo di tutto: le elezioni politiche stravinte da Fratelli d’Italia, ma anche le provinciali dove FdI ha imposto al governatore-opossum riottoso la candidatura di bandiera contro Robaldo, incassato la sconfitta e assistito al riallineamento degli alleati attorno al vincitore. La strategia dell’opossum, a quanto pare, continua a pagare: del resto - per riprendere il paragone - si tratta di una specie resistente alle avversità, perfino al veleno di serpente e alla rabbia.
A proposito di avversità, giusto ieri si è conclusa l’odissea del grattacielo della Regione al Lingotto, bloccato da lavori infiniti per oltre dieci anni e disconosciuto dal progettista Fuksas: ai contribuenti il progetto avviato dalla giunta Ghigo nel 2001 è costato la bellezza di 284 milioni. Il trasferimento è incominciato proprio dagli uffici di Cirio e del suo vice Carosso e accoglierà oltre duemila dipendenti dell’amministrazione. Con la fine dell’anno arrivano le “pagelle” dei consiglieri regionali, ovvero il computo delle presenze a palazzo Lascaris: tra i cuneesi, il forzista Franco Graglia (vicepresidente dell’assemblea) e i leghisti Paolo Demarchi e Matteo Gagliasso sono i più “secchioni”. Sono stati presenti infatti in tutte le 51 sedute del Consiglio regionale da gennaio al 6 dicembre scorso. Subito dietro il “kaimano” di FdI Bongioanni e il pentastellato Ivano Martinetti che ne hanno saltata una appena. L’ultimo in classifica è Maurizio Marello: l’ex sindaco Pd di Alba ha timbrato il cartellino in 42 sedute, l’82% del totale. Tra i consiglieri “semplici” - escludendo quindi gli assessori e il presidente - è il meno presente insieme all’ex governatore e candidato sconfitto del centrosinistra Sergio Chiamparino.
Andrea Cascioli
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