Elezioni, Bessone getta la spugna: il Movimento Autonomi e Partite IVA non correrà a Cuneo
La rinuncia a seguito di impegni inderogabili del candidato sindaco: “Nessuna indicazione di voto. L’unico papabile con una partita IVA è Lauria, ma io sono europeista”Si era presentato nella campagna elettorale cuneese con una battuta, ispirata dalla sua attività professionale: “Non ho paura di fare la figura del cioccolataio”. Eppure Silvio Bessone non sarà della partita, il prossimo 12 giugno, quando gli elettori saranno chiamati a scegliere il nuovo sindaco del capoluogo.
Il Movimento Autonomi e Partite IVA - che sosteneva la sua candidatura - ha annunciato infatti la decisione di non prendere parte con il proprio simbolo alle prossime amministrative. Una scelta presa “con immenso dispiacere” e proprio a seguito della rinuncia del candidato sindaco, giustificata da “impegni inderogabili”. Titolare della Cioccolocanda al Santuario di Vicoforte, il 56enne imprenditore artigiano aveva presentato la candidatura nel gennaio scorso, lamentando la scarsa presenza del mondo produttivo sui banchi del Consiglio comunale: “Attualmente tra i consiglieri ci sono solamente 2 imprenditori su 32, serve un cambio di passo” aveva detto. Per lui non si trattava della prima esperienza politica. Nel 2012 infatti era già stato candidato sindaco con Futuro e Libertà - il partito fondato dall’ex presidente della Camera e leader di Alleanza Nazionale Gianfranco Fini - alle comunali di Mondovì. Non andò benissimo: raccolse soltanto lo 0,7% dei consensi.
Bessone ora si dice dispiaciuto di dover desistere dalla contesa elettorale e spiega che la rinuncia dipende dalla necessità di completare un progetto che da anni sta seguendo in Guatemala, su mandato dell’Unione Europea: “Ero consapevole che avrei dovuto terminare il progetto in corso in Guatemala entro agosto 2022 ma per cause burocratiche la mia missione strategica deve iniziare il 9 di maggio e protrarsi per non meno di 25 giorni, proprio quelli che sono maggiormente caldi per la campagna elettorale. Ho cercato in ogni modo di spostare quella missione ma il solo modo era abbandonare il progetto. Con gravi conseguenze anche economiche per l’ONG e soprattutto per i contadini, beneficiari del progetto umanitario”.
Nessuno spazio alle malignità sul fatto che il passo indietro possa dipendere dallo scarso entusiasmo registrato, insomma: “Eravamo convinti di poter fare meglio e di più e se avessi potuto lottare fino in fondo lo avrei fatto. Ma avremmo senz’altro presentato la lista perché avevamo già ventisei candidati consiglieri e 190 firme raccolte (il numero minimo richiesto per la presentazione di una lista è di 200 firme, ndr)”. Quanto alle indicazioni di voto, nessuna direttiva a coloro che hanno appoggiato la sua corsa: “Siamo disposti a sostenere tutte le liste che si impegnino ad aiutare il mondo delle imprese. L’unico tra i candidati che abbia una partita IVA è Lauria, ma non condivido quasi nulla di ciò che propone. Io sono un europeista convinto e un imprenditore che esporta, sono convinto che l’Europa non vada bene così com’è ma possa essere migliorata. Inoltre il suo modo di fare opposizione non mi piace: noi siamo per la proposta, non per la protesta”.
L’ormai ex candidato non rinuncia comunque a una stoccata polemica: “Credo che dare consigli sia praticamente inutile, perché quello del 12 giugno non sarà un voto ma una ratifica. La vittoria della Manassero è scontata, forse già al primo turno. Non mi aspetto da lei una grande attenzione alle imprese, ma spero che la politica locale inizi ad avere un occhio di riguardo per il mondo produttivo: ormai una percentuale tra il 30% e il 40% delle imprese è a rischio di vedersi staccare la luce”. Si chiude con una promessa: “Non spariremo, saremo una sentinella nei confronti del Comune”.
a.c.
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