Elezioni provinciali, ecco la squadra dei “fedelissimi” di Robaldo
Il Patto Civico per la Granda vuole sparigliare le carte tra centrodestra e centrosinistra. Ma bandisce la politica: “Costa in Forza Italia? Per noi non cambia niente”Grandi sorrisi, strette di mano e un’atmosfera informale, da primo giorno di scuola. I candidati del Patto Civico per la Granda si presentano nella saletta dell’Hotel Ligure, a Cuneo, pronti a dar battaglia alle due liste unitarie del centrosinistra e del centrodestra nelle prossime elezioni provinciali.
L’occasione serve più che altro ad incontrarsi - non tutti si conoscono fra loro - e a ricevere la “benedizione” dell’ispiratore per nulla occulto dell’operazione, ovvero il presidente della Provincia Luca Robaldo. Insieme a lui c’è l’assessore regionale alla Montagna Marco Gallo: ieri sodale in Azione, domani chissà. Ma delle vicissitudini del partito di Carlo Calenda qui non si parla nemmeno per un istante. Lo strappo di Enrico Costa, il suo ingresso in Forza Italia e le conseguenze che tutto questo potrà avere per Cuneo sono argomenti che restano confinati fuori dall’uscio: “La politica si fa da un’altra parte” dice Silvano Dovetta, consigliere provinciale uscente e probabile rientrante, arrabbiato perché “qualche giornalista ha detto che ho cambiato squadra. Ma ero civico e rimango civico oggi”.
Il refrain è lo stesso per tutti i candidati che via via si presentano. Qualcuno già abituato ad affascinare gli uditori, qualcun altro emozionato anche davanti a una piccola platea: “Il taglio dell’erba non è né di destra né di sinistra” dice Robaldo, e suona come uno slogan sotto al quale tutti si possono riconoscere. Escludendo - beninteso - ogni accostamento storico, viene in mente un cartello che durante il Ventennio si trovava affisso nei locali pubblici: “Qui non si fanno previsioni né discussioni di alta politica o di alta strategia. Si lavora”. E a lavorare si dicono pronti i vari candidati, che riportiamo in ordine alfabetico: Rosalba Bugnella (consigliere comunale di Dogliani), Ivana Casale (sindaca di Manta), Pietro Danna (consigliere comunale di Monastero Vasco e consigliere provinciale uscente), Silvano Dovetta (sindaco di Venasca e consigliere provinciale uscente), Paola Falco (sindaca di Caraglio), Elisa Fea (consigliera di Trinità), Umberto Ferrondi (vicesindaco di Cherasco), Vilma Ghigo (vicesindaco di Peveragno), Enrico Mariano (consigliere comunale di Racconigi), Alberto Pettavino (consigliere comunale di Savigliano), Vincenzo Pellegrino (consigliere comunale di Cuneo e consigliere provinciale uscente) e Paolo Piccinelli (sindaco di Neive).
“Cinque donne e sette uomini che condividono un metodo di lavoro basato su presenza, condivisione e confronto, senza forzature politiche” sintetizza il “padrone di casa” Vincenzo Pellegrino, chiamato a fare da maestro di cerimonia: “Il fatto che Costa sia entrato in Forza Italia per noi non cambia niente” chiarisce poi, a evento concluso. La geografia della lista copre l’intero territorio provinciale, con una netta predilezione per gli amministratori dei piccoli comuni. Che sono tanti, ma sono anche quelli che “pesano” di meno nel voto ponderato e quelli più difficili da portare alle urne. Robaldo, da politico navigato, lo sa, infatti si è battuto per portare da due a quattro i seggi elettorali: “C’è bisogno di far comprendere agli enti sovraordinati che la Provincia è viva e vegeta”. Quindi serve partecipare in tanti, specie dalla fascia C in giù, ovvero i comuni con meno di diecimila abitanti.
Robaldo non si sottrae a un consuntivo della consiliatura che va a chiudersi: “Ho cercato di gestire questi due anni ‘alla moda cuneese’, rappresentando tutte le istanze: questo è stato possibile solo grazie ai consiglieri provinciali. Lo spirito che ho cercato di dare nel 2022 alla Provincia è quello su cui vorrei continuare: uno spirito di confronto costruttivo, che in elezioni di secondo grado richiama molto al pragmatismo”. Quindi poca politica, e più sfalci. Ma anche attenzione a scuole e strade, il “core business” di ieri e di oggi per l’ente: “La Provincia è ‘a metà del guado’: purtroppo pur essendoci un grande impegno da parte di alcune forze politiche - per esempio la Lega - mi pare che non alberghi la medesima volontà in altre”. Su questo, almeno, un po’ di “politica” servirebbe.
Andrea Cascioli
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