Flavio Gastaldi e Marco Perosino fuori dal parlamento, rieletti Chiara Gribaudo e Enrico Costa
Responso amaro per il leghista di Genola e il forzista di Priocca, tutti e due esclusi dal plurinominale. Alla Granda restano quattro parlamentari (su otto)Il centrodestra vince le elezioni, ma a rammaricarsi dell’esito nella nostra provincia sono due parlamentari uscenti della coalizione, mentre altrettanti esponenti della futura opposizione si preparano a tornare sul proprio scranno. Paradossi della politica: sta di fatto che la roulette russa dei listini plurinominali ha fatto due vittime illustri.
Si tratta di Flavio Gastaldi della Lega, deputato uscente, e dell’ormai ex senatore Marco Perosino che era anche lui ricandidato alla Camera, con Forza Italia. Gastaldi, da deputato eletto sull’uninominale nel 2018, è “emigrato” a Torino dove era secondo nel listino dietro alla collega parlamentare Elena Maccanti. La Maccanti ha trovato il suo ticket di ritorno per Montecitorio battendo Davide Gariglio sul collegio di Collegno. Il Carroccio, però, è andato davvero male sotto la Mole: 43.515 voti, pari al 7,38%. Poco, troppo poco per esprimere un solo nome. Per l’ex enfant prodige della Lega cuneese, ex leader dei Giovani Padani e fedelissimo del segretario piemontese Riccardo Molinari, è un finale di partita amaro: resterà comunque sindaco del suo paese, Genola, che guida dal 2019, e vista la giovane età avrà tempo per rifarsi.
Ancora più paradossale l’esclusione di Perosino, sindaco di Priocca ed emissario di Alberto Cirio nelle stanze romane. Il forzista era passato dall’uninominale del Senato al plurinominale della Camera, dietro al biellese Pella e alla messinese Siracusano, a sua volta spostata dalla Sicilia al Piemonte in un complesso risiko elettorale. Sia Pella che Siracusano erano candidati all’uninominale, in teoria con ottime chances di entrare. Pella ce l’ha fatta, Siracusano invece no. La sua sconfitta inattesa da parte della lista Sud chiama Nord, un bizzarro esperimento “civico” patrocinato dall’ex sindaco di Messina Cateno De Luca, costa carissima anche a Perosino. E, di riflesso, al suo protettore Cirio.
Sorrisi invece tra gli sconfitti delle elezioni, rispettivamente nel Partito Democratico e nel terzo polo calendiano. Chiara Gribaudo, capolista sul plurinominale della Camera nella circoscrizione Piemonte 2, ritorna a Roma senza difficoltà come era previsto. Tutto liscio anche per il vicesegretario di Azione Enrico Costa, paracadutato a Milano. Per lui c’è addirittura l’imbarazzo della scelta, dal momento che è stato proclamato eletto sia nel collegio di Milano che in quello di Monza e Brianza.
A proposito di cuneesi sotto la Madonnina, si segnala - anche qui, senza sorpresa - la conferma di due “emigranti” da tempo residenti in lidi lombardi. La leghista Laura Ravetto è, lei pure, tra gli eletti del plurinominale a Milano. La “pitonessa” di Fratelli d’Italia Daniela Santanché vince al collegio senatoriale di Cremona, rifilando 25 punti di distacco a Carlo Cottarelli.
Al netto del taglio dei parlamentari, alla Granda il combinato disposto di accorpamenti tra collegi (quello di Alba alla Camera non esiste più, assorbito da Asti) e scelte politiche delle segreterie costa una “dieta dimagrante” davvero notevole. I rappresentanti in parlamento passano dagli otto della scorsa legislatura agli attuali quattro: alla Camera Monica Ciaburro (FdI), eletta all’uninominale, con i già nominati Gribaudo e Costa. Al Senato il solo Giorgio Bergesio, segretario provinciale della Lega e unico superstite a palazzo Madama. Oltre agli addii forzati di Gastaldi e Perosino ci sono quelli già annunciati ante elezioni dal ministro uscente Fabiana Dadone (non più ricandidabile, per la regola pentastellata dei due mandati) e da Mino Taricco, senatore del Partito Democratico nella passata legislatura. Come si dice: pochi ma buoni. O almeno si spera.
Andrea Cascioli
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