Il 25 settembre si torna alle urne: il Piemonte perderà un terzo dei rappresentanti a Roma
Con il taglio dei parlamentari cambiano i collegi in provincia Granda: per la Camera Albese e Braidese accorpati ad AstiIl dado è tratto: il 25 settembre si tornerà alle urne. Lo ha deciso giovedì scorso il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, poco dopo lo scioglimento delle Camere, che ha ufficializzato la fine della XVIII legislatura, che era in carica dal 23 marzo 2018, e del Governo Draghi, 67esimo della Repubblica Italiana.
I tempi sono stretti, perché, come ha avvertito il capo dello Stato: “L’agenda non consente pause”. “Lo scioglimento anticipato delle Camere è sempre l’ultima scelta da compiere - ha detto Mattarella -, particolarmente se davanti ci sono molti adempimenti importanti, ma la situazione politica ha condotto a questa decisione. Il governo ha presentato le sue dimissioni, nel prenderne atto ho ringraziato per l’impegno profuso in questi 18 mesi. Il periodo che attraversiamo non consente pause nella determinazione degli interventi per contrastare la crisi economica e sociale e in particolare l’aumento dell’inflazione che comporta pesanti conseguenze per famiglie e imprese. A queste esigenze si affianca l’attuazione nei tempi concordati del Pnrr, né può essere ignorata l’azione di contrasto alla pandemia”.
Ora l’attenzione è sul sistema elettorale con cui si tornerà alle urne, che non potrà essere che quello attualmente in vigore, ma con una sostanziale modifica rispetto all’ultima tornata: il taglio dei parlamentari, passati da 945 a 600 - 400 alla Camera e 200 al Senato -, ha reso necessario l’adeguamento dei collegi elettorali. La nuova ripartizione si basa sul “Rosatellum Ter”. Il sistema prevede che il 36% dei seggi venga assegnato col sistema maggioritario - collegi uninominali in cui viene eletto solo il candidato più votato - e il 64% ripartito proporzionalmente tra i collegi plurinominali (ogni partito presenta un listino e i seggi vengono assegnati, seguendo l’ordine dei nomi, in base ai voti ottenuti da ogni lista). Alla Camera i deputati eletti con il sistema proporzionale si riducono da 386 a 245, mentre quelli eletti con il maggioritario passano da 232 a 147. I deputati eletti all’estero passano da 12 a 8. Al Senato si passa da 193 a 122 senatori eletti nei collegi plurinominali e da 116 a 74 in quelli uninominali. I senatori eletti all’estero scendono da 6 a 4. Comunque vada, la classe parlamentare piemontese subirà il taglio di un terzo: la nostra regione invierà a Roma 29 deputati. Oggi sono 45. Nel dettaglio: 23 sono stati eletti nella Circoscrizione Camera Piemonte 1 e 22 nella Circoscrizione Piemonte 2, che comprende anche Cuneo. Per il Senato il Piemonte invierà a Palazzo Madama 14 eletti rispetto agli attuali 22 divisi tra Piemonte 1 e 2 e tra l’uninominale e il proporzionale. La variazione ha effetti tangibili in provincia Granda, almeno a livello territoriale.
Per quanto riguarda Montecitorio uno dei due collegi uninominali che interessano la Granda prevede che l’Albese e il Braidese vengano accorpati alla provincia di Asti, mentre l’altro collegio comprende i territori delle altre “cinque sorelle” - Cuneo, Saluzzo, Savigliano, Fossano e Mondovì - oltre al Cebano e alle valli. Per quanto riguarda il Senato, il collegio senatoriale di Cuneo sarà esteso rispetto ai canonici 247 Comuni della Granda. A questi sono stati aggiunti diversi Comuni del sud della provincia di Torino, tra cui Carmagnola e Pinerolo e la valle Pellice.
Redazione
CUNEO Piemonte - Roma