Il Pd a Cuneo gioca la carta Manassero: “Allargare la maggioranza? Non è escluso”
La vicesindaco ed ex senatrice è pronta a raccogliere l’eredità di Borgna. I dem non vogliono rompere con i centristi, ma la strada per palazzo civico è in salita…Dal congresso provinciale il Pd esce con una novità: non è il nome del nuovo coordinatore, già noto da settimane, dal momento che il sindaco di Saluzzo Mauro Calderoni era l’unico candidato in lizza. Ciò che era meno scontata è l’investitura della candidata che i dem intendono appoggiare nelle trattative con gli alleati a Cuneo, in vista delle prossime elezioni comunali.
Dall’assise Patrizia Manassero esce con una designazione ufficiale condivisa dal leader provinciale di fresca nomina e da tutto il partito. Un segnale importante sia all’interno che all’esterno del Partito Democratico. Meno di due settimane fa, la vittoria a sorpresa di Erica Cosio su Paolo Cattero nel congresso cittadino era stata interpretata come uno scacco di Chiara Gribaudo e della sinistra interna sui maggiorenti (Manassero compresa) che appoggiavano il segretario uscente. Sebbene la neoeletta si fosse affrettata a ribadire che il nome della vicesindaco restava l’unico plausibile per i democratici, la svolta aveva fatto ventilare qualche possibile sviluppo inaspettato. Ma così non è stato.
Il segnale inviato dal congresso dem, però, va letto soprattutto come un avvertimento agli alleati centristi e al sindaco Borgna, che i partiti indicano come garante del processo di scelta del suo successore. Il quadro politico è mutato enormemente da quando nel 2017 il Pd locale - spinto dai vertici nazionali renziani - ricompose la frattura che cinque anni prima aveva portato la sinistra e il centro a correre su binari separati, gli uni a sostegno di Gigi Garelli e gli altri per Federico Borgna. Quella di allora fu un’andata a Canossa che non tutti hanno digerito, anche se i rapporti con i “borgnani” sono proseguiti senza troppi scossoni nell’ultima consiliatura. Ora i democratici hanno ritrovato ossigeno e prospettive, come confermato dall’ultima tornata di voto nelle maggiori città italiane. Basta questo a imporre una candidatura in un contesto come quello cuneese, caratterizzato da dinamiche assai peculiari nell’ultimo quarto di secolo? Molto probabilmente no.
Gli esponenti locali del partito di Letta sanno bene che i competitori interni hanno, almeno sulla carta, più frecce al loro arco. Non è solo una questione di voti, giacché sono state appena sedici le preferenze che hanno separato il Pd dalla lista Centro per Cuneo alle ultime elezioni. È qualcosa che riguarda piuttosto l’identità politica profonda della città, da sempre moderata, come dimostra il precedente del 2012. Nell’eventualità di una rottura, a favore dei centristi gioca la possibilità di attingere voti e candidature dai pozzi del centrodestra. Qui nessuno è davvero in grado di fare argine e anzi, per i forzisti e forse perfino per la Lega e Fratelli d’Italia entrare come junior partners in una coalizione di “centro-centrodestra” potrebbe rappresentare l’unica possibilità di conquista del Comune. Fantapolitica? Allo stato attuale, sì. Ma fra tre o quattro mesi lo scenario potrebbe presentarsi molto differente.
È per questo che Manassero assicura che da parte sua non c’è alcuna intenzione di lasciare la vecchia via per la nuova: “Escludiamo di presentarci con una coalizione diversa da quella attuale, per quanto ci riguarda” dice l’ex senatrice. Il punto è che potrebbero essere altri, altrove, a decidere anche per lei. Anche per questo il Pd tiene aperta la porta a quelle formazioni che potrebbero gravitare nella sua orbita piuttosto che in quella dei civici di Centro, nell’eventualità che si vada a una conta: “In politica ci si parla, la proposta è quella di tenere aperto l’ascolto verso tutti coloro che fossero interessati” chiarisce Manassero, sottolineando però che “non siamo ancora a quel punto”, cioè pronti a rimettere in discussione il perimetro della coalizione. Quali potrebbero essere i possibili nuovi alleati? Non l’attuale opposizione di sinistra, ovvero Cuneo per i Beni Comuni. Troppe e troppo profonde le distanze dalla giunta uscente per la lista che ha appena presentato Luciana Toselli come propria candidata e che mantiene le proprie differenze. Restano i Cinque Stelle, mai esplosi nella Granda e oggi in crisi profonda, e le nuove aggregazioni promosse da Pietro Carluzzo (Evoluzione) e da Giancarlo Boselli (Indipendenti). Un’incognita assoluta, se ci si interroga sulla dote elettorale che potrebbero portare a uno schieramento di “sinistra-centro”.
Insomma, le circostanze consigliano di muoversi con passo felpato. Cosa che a una candidata in pectore come quella appena designata dal Pd non riesce difficile. A Manassero sia gli amici che gli avversari riconoscono competenza e duttilità, mentre sull’esperienza parla da solo il suo curriculum amministrativo: due volte assessore al Bilancio (con Valmaggia e poi con Borgna), consigliera provinciale, parlamentare, infine vicesindaco con un patrimonio di voti pesante (608 preferenze in consiglio, seconda assoluta dietro al suo possibile sfidante nella corsa a sindaco Luca Serale, che ne prese 716). Se vincesse la competizione interna per la nomina e poi quella elettorale, sarebbe la prima donna a indossare la fascia tricolore a Cuneo. Ma anche su questo punto lei preferisce la prudenza ai sogni di gloria: “La maggiore partecipazione delle donne resta un obiettivo. Ma non è detto che sia per forza meglio una donna al comando. Dipende da chi è…”.
Andrea Cascioli
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