La corsa alla successione di Borgna è già iniziata: i candidati spuntano come funghi
Il Sindaco sta provando a dare un futuro alla sua maggioranza tra le manovre di partiti e liste civiche, ma manca un nome che faccia da collante tra le diverse anime della coalizioneNonostante manchi più di un anno all’appuntamento elettorale, sono partite le prime manovre di partiti e liste civiche in vista delle amministrative 2022.
Il grosso della partita gira intorno alla tenuta della maggioranza che oggi sostiene Federico Borgna. Raggiunto il limite dei due mandati, l’attuale primo cittadino non potrà ricandidarsi, ma se rimarranno compatte le quattro liste capaci di sfiorare il 60% dei voti nel 2017 - Centro per Cuneo, Partito Democratico, Cuneo Solidale e Democratica e Crescere Insieme - è difficile pensare che il responso delle urne potrà essere diverso da quello di cinque anni fa.
Almeno questo sembra pensare Borgna, che si sta muovendo per dare un futuro alla sua creatura e lavora a un tavolo per la stesura del programma in vista del prossimo quinquennio. Rispetto allo scorso giro di giostra ci sono da rimpiazzare i Moderati di Giacomo Portas e Maria Carla Chiapello (pesavano poco meno del 5%), scivolati in minoranza nella scorsa primavera e poi scomparsi dal Consiglio comunale dopo la migrazione di Alberto Coggiola verso Fratelli d’Italia.
Nei mesi scorsi l’associazione “Rigenerazione” di Pietro Carluzzo e Alberto Ubezio era stata ipotizzata come possibile “quinta gamba” della Große Koalition che tiene le fila di via Roma, ma per il momento i tentativi di avvicinamento nei confronti dell’ex presidente della Consulta giovanile e dei suoi sono andati a vuoto.
L’ambizione di Carluzzo, già candidato con Cuneo Solidale nel 2017, sembra essere più quella di costituire una coalizione di centrosinistra alternativa all’attuale. Dopo aver coinvolto DemoS - associazione formata da altri due ex ‘solidali’ come Giovanni Longo e l’ex assessore ai Servizi Sociali Erio Ambrosino - in tavoli progettuali, il giovane insegnante punta ad allargare il gruppo. Tra gli osservati speciali nell’ottica di un’eventuale adesione alla costituenda coalizione ci sono Sinistra Italiana di Mario Cravero e la lista ‘europeista’ di Maria Luisa Martello, fresca di nomina alla vicepresidenza della Commissione speciale che deciderà cosa fare dell’area oggi occupata dall’ospedale Santa Croce.
A tal proposito, chi sembra aver puntato forte sul quartiere Cuneo Centro e sulle polemiche per il trasloco della struttura sanitaria è l’ex Pd e Leu Giancarlo Boselli, vicesindaco dal 2007 al 2012 e ora aspirante candidato sindaco indipendente. Boselli, da vecchia volpe della politica qual è, ha iniziato con largo anticipo la campagna elettorale spingendo forte sui temi che dividono: l’ubicazione del nuovo ospedale, il parcheggio sotterraneo di piazza Europa e la sicurezza di corso Giolitti. Pur non avendo ancora ufficializzato la sua candidatura l’ex numero due di Alberto Valmaggia sembra piuttosto attivo e nei giorni scorsi ha scritto ai presidenti dei Comitati di quartiere di altipiano e frazioni per chiedere loro un incontro.
Tra tante novità che si affacciano nel variopinto bacino del centrosinistra c’è un gruppo che da anni rappresenta l’area radicale e sicuramente non mancherà all’appuntamento con le urne. Il riferimento è a Cuneo per i Beni Comuni. La lista che nel 2017 aveva candidato alla carica di sindaco Nello Fierro, diventando il gruppo di minoranza più numeroso del Consiglio comunale, ha iniziato nei giorni scorsi "un’assemblea diffusa”, vale a dire un ciclo di incontri in diretta online per discutere dei progetti da portare avanti in campagna elettorale. Da escludere un rientro nell’alveo del centrosinistra: bruciano ancora le primarie vinte nel 2011 da Gigi Garelli (all’epoca candidato di Esuli in patria) e disconosciute dal sindaco uscente Valmaggia, ‘garante’ dell’iniziativa. Quel passaggio portò alla candidatura alternativa di Federico Borgna, che poi vinse al ballottaggio contro l’attuale direttore dell’Istituto Storico della Resistenza. Aperto il discorso per quanto riguarda possibili alleanze, ma nel caso in cui la lista di Ugo Sturlese si presentasse in autonomia tra i possibili candidati a sindaco si fa largo il nome di una donna: Luciana Toselli, medico in pensione e consigliera comunale in carica.
L’argomento di attualità politica che va per la maggiore nei caffè di Torino è la possibile alleanza tra Partito Democratico e Movimento Cinque Stelle alle prossime amministrative. Durante il mandato di Chiara Appendino grillini e dem se ne sono dette di tutti i colori, ma potrebbero sotterrare l’ascia di guerra e riesumare la maggioranza giallorossa già vista nel Conte II per provare a battere un centrodestra dato vincente dai sondaggi. A Cuneo l’argomento non scalda gli animi perché, a differenza di quel che accade sotto la Mole, tra il Gesso e lo Stura i Cinque Stelle non hanno mai sfondato, specie alle comunali. Le ultime due corse a palazzo Civico, che hanno visto protagonista Manuele Isoardi, hanno collocato il Movimento tra il 6 e l’8%. La nuova leadership nazionale di Giuseppe Conte potrebbe portare in seno l’accordo con il Pd anche alle amministrative, un’imposizione che i militanti cuneesi accetterebbero obtorto collo. Al momento però la discussione su un’eventuale convergenza è prematura: per capirne di più bisognerà probabilmente attendere cosa accadrà alle amministrative di settembre. Nell’ipotesi in cui andassero da soli la favorita per la candidatura a sindaco è l’ingegnere minerario Silvia Cina, attualmente capogruppo in Consiglio comunale.
Se Sparta piange Atene non ride. I pentastellati non tirerebbero fuori lo champagne dal frigorifero in caso di apparentamento con il Pd, ma va da sé che anche i tesserati dem lascerebbero i flûte nella credenza. Va detto che nel turbolento circolo del Partito Democratico di Cuneo, retto dal segretario Paolo Cattero, ci sono opinioni piuttosto contrastanti sulla strategia da portare avanti nel dopo-Borgna. Se una parte spinge per il mantenimento dell’attuale alleanza, un’altra corrente, che vedrebbe alla guida la deputata cuneese e membro della segreteria nazionale Chiara Gribaudo, parrebbe non gradire troppo un rinnovo dell’alleanza Borgna senza prima discutere a fondo di programmi e nomi. Intendiamoci, il confronto ci sarà, ma le condizioni che porrà il primo partito della coalizione non saranno quelle del 2017, quando dall’altra parte si trovava un sindaco uscente forte di grande consenso popolare e a guidare il Pd a livello nazionale - sembra passata un’epoca - c’era Matteo Renzi. In una situazione di incertezza sui protagonisti i democratici appaiono intenzionati a far sentire il loro peso, assumendo centralità nell’ipotetica rinnovata coalizione.
I nomi. Nonostante a un anno dalle elezioni il politichese imporrebbe a liste e partiti di “parlare di progetti” (e così fanno davanti ai microfoni) è indubbio che per tenere insieme anime diverse serva qualcuno che quei piani li porti avanti, facendo sintesi: insomma, quel che si dice un “nome forte”.
Il primo messo sul piatto dal Pd è quello della vicesindaca Patrizia Manassero, già protagonista cinque anni fa di un logorante testa a testa con Borgna. La rosa dei possibili candidati interni agli altri gruppi della maggioranza è piuttosto ampia e va dall’assessore all’Ambiente Davide Dalmasso (Centro per Cuneo) al presidente del Consiglio comunale Alessandro Spedale (Cuneo Solidale), ma a quanto sembra il nome più quotato nel caso in cui non ci fossero defezioni dall’attuale schieramento è quello dell’assessore all’Urbanistica Luca Serale, vicesindaco nel primo mandato Borgna e recordman di preferenze (716) nell’ultima tornata elettorale. Non è però escluso che il candidato possa arrivare, a sorpresa, dalla società civile: un nome che è circolato nelle ultime settimane è quello del direttore generale della Fondazione CRC Andrea Silvestri. Secondo alcuni la sua figura, certamente gradita alla lista Crescere Insieme coordinata da Marco Bertone, potrebbe fungere da polo di attrazione per quelle forze dell’area di centrosinistra che oggi sono tiepide, sulla falsariga dell’operazione realizzata nel 2012 con l’allora semi sconosciuto ‘Mister X’ Federico Borgna.
Il regista di quella transizione, come ricordato poc’anzi, fu Alberto Valmaggia. L’ex sindaco di Cuneo, fino al 2019 assessore regionale all’Ambiente nella giunta di Sergio Chiamparino, è rimasto fuori da palazzo Lascaris nonostante le oltre 4.500 preferenze personali raggranellate e in molti sono curiosi di sapere cosa farà in occasione delle prossime amministrative. Sicuramente come leader di Monviso in Movimento, associazione vicina a Cuneo Solidale, non mancherà di far sentire il suo peso e chi lo conosce bene è pronto a giurare di averlo visto più attivo del solito.
Alla finestra tante forze che stanno cercando di darsi un’organizzazione e che verosimilmente cercheranno di pesarsi: dal circolo di Italia Viva con il coordinatore Antonio dell’Aversana al comitato di Azione, che ha arruolato il consigliere comunale di Centro per Cuneo Vincenzo Pellegrino e il referente politico della stessa lista civica Beppe Delfino. Si guardano intorno anche Possibile di Gabriele Rosso e i Radicali del battagliero Filippo Blengino.
Dall’altra parte del fiume il centrodestra è in attesa della decisione di Paolo Bongioanni. Il consigliere regionale di Fratelli d’Italia (sostenuto dal suo partito, Lega e Forza Italia) scioglierà le riserve sulla discesa in campo solo nei prossimi mesi, ma nel frattempo, da capogruppo a palazzo Lascaris, si sta muovendo per tastare il polso della città. Da vedere se l’ex senatore e sindaco di Cuneo Beppe Menardi riproporrà la sua lista civica Grande Cuneo, ma certamente quell’alleanza che sotto il regno di Silvio Berlusconi si faceva chiamare Casa della Libertà si presenterà compatta alle urne, con l’oramai consolidata defezione delle liste dell’eterodosso Beppe Lauria: l’ex An si sta preparando per correre in solitaria per la quarta volta.
Samuele Mattio
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