Sondaggi, nel collegio di Cuneo Fratelli d’Italia è sei punti sopra il Pd (che va meglio del 2018)
Le simulazioni “top secret” di Noto scuotono le segreterie nazionali. In affanno la Lega, dove anche Gastaldi - candidato a Torino - rischia di non entrareÈ un sondaggio riservato, di quelli che in teoria dovrebbero circolare solo sulle scrivanie dei segretari di partito e dei loro collaboratori. Lo ha realizzato l’istituto demoscopico Noto Sondaggi, simulando i risultati che potrebbero emergere dal voto del 25 settembre in tutti i collegi plurinominali della Camera.
La stima delle percentuali e dei seggi, spiegano gli esperti, è stata effettuata con una metodologia mista che tiene conto dei dati storici e degli ultimi sondaggi disponibili. Quel che ne emerge potrebbe far cascare dalla sedia più di uno dei diretti interessati, i candidati in primis. Per esempio: la primazia di Fratelli d’Italia sulla Lega - data per scontata da tutti gli osservatori - sarebbe ancora più schiacciante di quanto si era fin qui ipotizzato. La fiamma tricolore sopravanzerebbe il Carroccio anche in tutti i collegi plurinominali della Lombardia e del Veneto, cuore pulsante del leghismo. In Piemonte gli ex padani oscillano tra il 10,7% di Torino città e il 18,2% in quello che comprende il sud del Piemonte, ovvero le provincie di Cuneo, Asti e Alessandria. Con questi numeri in via Bellerio c’è poco da stare allegri, specie se si considera che nella sua “roccaforte” sudpiemontese il partito di Salvini arrivò primo, quattro anni fa, con il 26,8% dei consensi.
Chi ha particolari motivi per preoccuparsi è il deputato uscente e sindaco di Genola in carica Flavio Gastaldi. Nel 2018 l’allora 27enne leader regionale dei Giovani Padani venne plebiscitato nel collegio uninominale di Cuneo, dove l’aveva voluto il suo mentore Riccardo Molinari, proconsole piemontese di Salvini. Questa volta non c’è stato verso di riottenere il seggio blindato (finito alla meloniana Ciaburro), così Gastaldi è stato dirottato sul plurinominale a Torino. È al secondo posto dietro a una deputata uscente “di casa”, Elena Maccanti, che è anche candidata nel collegio uninominale di Collegno - con buone probabilità di uscire e quindi lasciare l’eventuale posto sul listino proporzionale al collega cuneese. Il problema è che la Lega potrebbe addirittura non prendere nessun deputato sotto la Mole: per Gastaldi si prospetterebbe quindi una bruciante delusione.
Fratelli d’Italia, come si diceva, è il partito che più di tutti può sorridere guardando le percentuali dei sondaggi. Nel collegio Cuneo-Asti-Alessandria è dato al 26,5%, oltre venti punti sopra al risultato delle ultime legislative (allora si fermò al 4,3%: sembra passato un secolo). Questa stima colloca i “fratelli” stabili al primo posto, sopravanzando non solo il 18,2% dei cugini leghisti ma anche il 20,6% del Pd. Va detto che i democratici, a loro volta, migliorerebbero di tre punti il dato del 2018 (17,7%): magra soddisfazione. Secondo Noto i “cespugli” di centrosinistra Più Europa e Sinistra Italiana-Europa Verde hanno scarse possibilità di passare lo sbarramento del 3%. Per Impegno Civico, la lista di Di Maio e dei transfughi ex grillini, il rischio è quello di non centrare nemmeno l’1%, la soglia minima al di sotto della quale i voti di lista non vengono riversati sui partiti della coalizione che hanno passato lo sbarramento ma finiscono persi.
In questo scenario Azione-Italia Viva al 9,5% scavalcherebbe sia Forza Italia (8,8%, dal 14,1% precedente), sia il Movimento 5 Stelle al 6,6% (la volta scorsa finì al 24,4%). Al polo centrista l’istituto Noto assegna stime lusinghiere, benché inferiori in tutto il nord ovest alla percentuale nazionale. I pentastellati di Conte, come si ipotizzava, tengono botta a Torino città e provincia, gli unici collegi plurinominali del nord Italia (assieme alla Liguria) in cui il movimento supererebbe il 10%. Molto male, invece, nel resto del Piemonte. Quanto all’assegnazione dei seggi in palio, la simulazione sul collegio Cuneo-Asti-Alessandria vede al sicuro il capolista per FdI, Lega, Forza Italia, Pd e Azione-Italia Viva. In bilico il posto per i pentastellati.
Un’altra rilevazione interessante in queste ultime ore è quella realizzata da Bidimedia. Qui non si considerano i collegi plurinominali - quindi i voti di lista - bensì la parte maggioritaria. Nello scontro sui collegi uninominali il centrosinistra è perdente quasi ovunque: i collegi considerati “sicuri” per il partito di Letta sono appena tre in tutta Italia, uno è dato per “probabile” e altri tredici “incerti”. Con questi numeri, il centrodestra dovrebbe trovarsi con una maggioranza di 255 deputati alla Camera. Nei due uninominali in cui è divisa la provincia Granda il centrodestra è accreditato di un solido 54,7% a Cuneo-Mondovì-Saluzzo e 53,7% sul collegio astigiano cui sono aggregate Langhe e Roero. In nessuno dei due il centrosinistra arriverebbe al 25%.
Andrea Cascioli
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