‘Sovranisti e populisti per la costituzione’: Diego Fusaro lancia Vox Italia a Cuneo
Il partito del filosofo torinese si presenta: ‘Sei circoli nella Granda entro fine anno’. Bordate agli ‘anticasta’: ‘Chi vuole il taglio dei parlamentari è un utile idiota’L’incontro si apre con due sorridenti ‘vestali tricolori’ ai lati del palco, di fronte ai relatori un crocefisso dorato e un libro aperto su un leggio: non è la Bibbia, ma la costituzione della Repubblica Italiana.
Si presenta così al Centro Incontri della Provincia di Cuneo, di fronte a una sala Einaudi abbastanza gremita, il partito sovranista Vox Italia, fondato cinque mesi fa dal filosofo e opinionista televisivo Diego Fusaro. In cima al programma c’è l’uscita dall’euro per il gruppo che rivendica il titolo di “primo partito ideologico in epoca post-ideologica” e di “partito sovranista e populista per attuare la costituzione”.
Chi si aspettasse un populismo dai toni urlati e complottistici, però, rimarrebbe deluso. Sul palco si succedono numerosi relatori, tutti preceduti da un lungo elenco di qualifiche - Vox Italia non crede ai tecnici ma tiene in gran conto la competenza, almeno in questo echeggiando i primi grillini. A parte un paio di fugaci cenni al famigerato ‘piano Kalergi’ e a papa Francesco come strumento della scristianizzazione dell’Europa, i vari interventi si succedono in un clima di pacatezza e cuneesissimo ‘understatement’. Lo si comprende già dalle prime battute, con le quali l’organizzatore dell’evento Giovanni Seia omaggia due personalità politiche della Granda, Adolfo Sarti e Raffaele Costa, raccogliendo l’applauso del pubblico.
Sul palco sale poi il presidente nazionale di Vox Italia, l’avvocato ed ex assessore del comune di Gioia Tauro Francesco Maria Toscano, dando voce alla ‘speranza tradita’ di molti fra i presenti nei riguardi del primo governo Conte: “Nasciamo nel momento in cui crolla la suggestione del governo gialloverde che avrebbe dovuto difendere gli interessi dei salariati e del ceto medio impoverito dopo decenni di retorica liberista e difesa del primato dei conti. Il parziale cambio di paradigma si è infranto e ha fatto rifluire la Lega nei confini della solita destra mentre il M5S ha gettato la maschera”. L’esperienza dei Cinque Stelle viene presa a modello di errore da non ripetere: “Non siamo il partito del clic o il partito anticasta, vogliamo essere anzitutto un modello di buona politica costruito dal basso”.
Di euro ed Europa, per la verità, si parla con parsimonia, anzi non manca un accenno al fatto che “siamo al centro di una lotta di classe mascherata che è sbagliato leggere solo con le lenti dell’europeismo e dell’antieuropeismo” e alla sofferenza delle classi subalterne in tutto il continente, dai gilet gialli francesi all’aumento dei poveri in Germania. Il vero nemico è la classe politico-finanziaria: “Quanti premier o ministri dell’economia italiani e dei principali Paesi europei hanno fatto il giro dai palazzi pubblici alle consorterie private come Goldman Sachs? Barroso, Monti, Siniscalco, tutti amministratori di un potere privato applicato alla cosa pubblica. La prima cosa che faremo sarà chiudere queste porte girevoli”.
“Il conflitto di classe oggi - riprende a sua volta l’ispiratore del movimento, Diego Fusaro - è fra i salariati e una classe parassitaria e apolide che sfrutta il lavoro dei ceti medi nazionali, utilizzando gli strumenti dell’e-commerce e dell’evasione a norma di legge. Ecco allora l’importanza di una forza politica che rappresenti il basso contro l’alto”. Alle accuse di contiguità con il neofascismo, ‘l’allievo indipendente di Marx e Hegel’ risponde: “È forse fascista la nostra carta costituzionale che insiste sull’endiadi di popolo e sovranità nazionale? Fascismo e comunismo sono cadaveri concettuali. Vi è un unico totalitarismo ed è quello della forma merce, dei mercati, del consumismo senza frontiere: questa la sola forma di violenza nel nostro tempo, il ‘manganello invisibile’ della BCE e del FMI”.
Lo Stato nazionale, ricorda ancora il filosofo, “è stato vettore nel Novecento non solo di fascismi e nazionalismi ma di socialdemocrazie e welfare. Ecco perché ci opponiamo alla sovranità del mercato in nome della sovranità democratica dello Stato: non esiste nessuna forma di democrazia che non sia incapsulata negli Stati nazionali”. Una bordata a questo riguardo arriva anche ai promotori del referendum sul taglio dei parlamentari: “Gli stolti che propongono il taglio dei parlamentari sono gli utili idioti del capitale. Se l’argomento è quello dei costi bisogna convenire che la dittatura costa meno della democrazia”.
Tra le file dei ‘fusariani’ si ritrovano in singolare concordia cantori della socialdemocrazia e monarchici convinti, ex grillini delusi, cattolici oltranzisti, imprenditori che parlano del carico fiscale eccessivo e nemici giurati del lavoro flessibile e delle delocalizzazioni. La scommessa di racchiuderli tutti in un contenitore sovranista pare azzardata, ma i promotori stanno già lavorando all’articolazione nella Granda: entro fine anno dovrebbero aprire i primi sei circoli.
Andrea Cascioli
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