Verso le elezioni amministrative: le idee di Enrica Di Ielsi, candidata a sindaco di Boves
Già assessore a attualmente consigliere, ha deciso di scendere in campo per il ruolo di primo cittadino: "Programma? Non un libro dei sogni, ma qualcosa di realizzabile"Oggi conosciamo meglio Enrica Di Ielsi, uno dei tre candidati a sindaco alle prossime elezioni amministrative del Comune di Boves. Enrica non è nuova alla vita amministrativa del suo Comune: dal 2009 al 2021 è stata assessore, poi consigliera (lo è tuttora), prima con l’ex sindaco Giuliano, in seguito a fianco dell’attuale primo cittadino Paoletti nei suoi due mandati, risultando tra i consiglieri più votati. Negli anni ha ricoperto vari incarichi (ha avuto le deleghe a Sanità, Sociale, Scuola, Manifestazioni istituzionali, Pari Opportunità).
Si è occupata in prima persona dei gemellaggi, dei parchi giochi, del servizio nonni vigile e di tanto altro, ricoprendo anche il ruolo di presidente della Scuola di Pace. Ha creduto fortemente e si è prodigata fin dall’inizio per il gemellaggio con la città tedesca Schondorf am Ammersee, dov’è sepolto il comandante nazista Joachim Peiper, che il 19 settembre 1943 ordinò l’eccidio di Boves. Ci racconta di come sua nonna, all’inizio, non vedesse di buon occhio questo suo impegno per il gemellaggio, ricordando come da piccola ebbe la casa incendiata per ben due volte, ma la spinta alla ricerca di perdono e riconciliazione alla fine ha conquistato anche lei.
Enrica nel suo racconto si commuove ricordando il momento dal grande valore simbolico in cui l’ultimo partigiano di Boves al tempo ancora in vita, Natalino Macario, si abbracciò sul sagrato della Chiesa con il consigliere Kurt Bergmayer, nato esattamente il 19 settembre 1943, proprio mentre Boves subiva il primo eccidio nazista. Per conoscere meglio Enrica Di Ielsi, le motivazioni che l’hanno spinta a candidarsi e le sue idee per migliorare Boves, le abbiamo posto alcune domande.
Con i sindaci Giuliano e Paoletti ha fatto tanto e lo racconta con entusiasmo: cosa l’ha spinta a prendere la decisione di candidarsi in prima persona, andando quindi a “scostarsi” dal gruppo di cui hai fatto parte per tanto tempo?
“La mia decisione non è stata presa di impulso, ci ho riflettuto a fondo, ma mi rendo conto di avere una diversità di vedute rispetto alla strada da prendere per il futuro. Non rinnego nulla di quello che abbiamo fatto in questi anni come gruppo, anzi, ne sono molto orgogliosa e ne vado fiera. Tutto quello che è stato fatto, però, in un certo senso era necessario per permettere a Boves di riprendersi da una situazione problematica. Ci siamo concentrati su azioni volte al recupero: abbiamo lavorato per risolvere le problematiche del bilancio, gestendo al meglio le risorse che avevamo, così come al recupero del patrimonio immobiliare. Un esempio emblematico è il fatto che fino a qualche anno fa nell’ufficio tecnico del Comune pioveva letteralmente dentro ed era necessario coprire con i teli le pratiche sulle scrivanie e raccogliere l’acqua con i secchi. Sicuramente abbiamo lavorato molto bene e ad oggi partiamo da basi molto solide. La mia intenzione è di dare un senso di continuità rispetto a questi quindici anni di amministrazione, ma al contempo penso che ora a Boves serva un qualcosa in più, quel salto di qualità che permetta alla nostra città di fare un upgrade, e per questo bisogna essere innovativi. Le idee ci sono, le capacità anche, così come le risorse per metterle in pratica”.
A questo proposito, vuole condividere alcune delle sue proposte con i nostri lettori?
“La primissima cosa che vorrei creare è un ufficio bandi a livello comunale, che offra un servizio attivo per i cittadini, le associazioni e gli esercizi commerciali, aiutandoli nel reperire le informazioni riguardo a bandi che possano sostenere effettivamente le loro attività, accompagnandoli nella compilazione della documentazione e in altri passaggi. Credo che sia importante supportare i cittadini in tal senso, per non perdere importanti opportunità di sviluppo. Inoltre a livello turistico Boves va sicuramente valorizzata: siamo in una posizione strategica con un potenziale immenso, credo che supportare il turismo sia importantissimo. Da anni vorrei creare un’area di sosta per i camper, facendo entrare Boves nel circuito del turismo itinerante e dando un servizio ad una grande fetta di turisti, invitandoli a fermarsi da noi, a visitare il nostro territorio e a comprare nei nostri negozi, valorizzando in questo modo i nostri prodotti. Vorrei creare un ufficio turistico e puntare molto sul turismo outdoor, riservando una grande cura ai sentieri e a tutto il patrimonio naturalistico che possiamo offrire. Un altro tema che mi sta molto a cuore è quello dei giovani: oggi per loro mancano i punti di aggregazione, dobbiamo rendere Boves attrattiva per i ragazzi, perché è importante che abbiano i loro spazi e le loro opportunità di svago e divertimento, qualcosa che li inviti a restare qui. Anche gli impianti sportivi meritano di essere riqualificati: abbiamo squadre che fanno dei risultati pazzeschi, ma le strutture sono datate e senza alcun dubbio non sono adeguate né tanto meno attrattive. Vorrei infine una Boves più inclusiva, senza barriere architettoniche: una città ideale per ogni cittadino, in cui tutti stiano bene. Nel pensare al programma elettorale abbiamo cercato un senso di equilibrio che vorrei racchiudere in questa frase: ‘Redigere un programma elettorale comporta sempre un difficile esercizio tra uno spinto desiderio e slancio emozionale e la razionalità delle cose (bilancio comunale). Per questo il nostro programma non vuole essere solo un libro dei sogni, ma qualcosa di realmente realizzabile…”.
La sua squadra è composta da persone nuove, giusto?
“Sì, esatto. Quelli che compongono la mia squadra sono tutti volti nuovi nell’amministrazione comunale e allo stesso tempo persone da sempre impegnate su tanti fronti diversi: ciascuno di loro può dare un contributo immenso alla città di Boves, proprio grazie alla grande esperienza in settori differenti. La caratteristica principale della nostra squadra è la semplicità delle persone che ne fanno parte: persone semplici che hanno voglia di offrire le proprie competenze al servizio della comunità, mettendosi in gioco e mettendoci la faccia”.
Lei nella vita fa l’avvocato ed è mamma di due figli, e oltre a far parte dell’amministrazione comunale e della segreteria del vice presidente del Consiglio Regionale Graglia, è impegnata in innumerevoli attività e associazioni, in primis quelle legate alle pari opportunità e alla difesa dei più deboli. Cosa la spinge a impegnarsi su così tanti fronti per gli altri?
“Diciamo che la mia può considerarsi una missione di vita! (ride, ndr) Scherzi a parte, ad essere sincera la vita mi ha dato tanto, sono stata molto fortunata e sento che dare qualcosa agli altri sia il mio modo di esprimere gratitudine. Sopra ogni cosa, però, quello che mi spinge di più è la consapevolezza di aver contribuito ad un sorriso. Ad esempio, quando vado a trovare i bambini al Regina Margherita, penso sempre di portare qualcosa di buono, ma alla fine sono io che vado a casa arricchita. Sono esperienze che ti danno tantissimo e ti insegnano, ti aiutano a ridimensionare la tua percezione delle cose e dei problemi della quotidianità”.
Redazione
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