La Lega unanime riconferma Bergesio segretario. Nella Granda non spira il “vento del Nord” (per ora)
Congresso provinciale senza scossoni mentre il Carroccio è dilaniato dagli scontri tra salviniani e bossiani. Il “capitano” promette: “A Cuneo per inaugurare cantieri”Tra Salvini e il Comitato Nord vince la “pax calderoliana”. Almeno nella Granda, dove il Carroccio riconferma segretario provinciale il senatore Giorgio Maria Bergesio, candidato unico alla guida del partito.
Il congresso si è tenuto ieri (sabato 10 dicembre) al ristorante Giardino dei Tigli di Fossano, dove in aggiunta all’elezione del segretario gli oltre 200 militanti radunati hanno rinnovato il direttivo provinciale. I dieci consiglieri eletti sono Lorena Bellino, Giorgio Bove, Valentina Casetta, Paolo Demarchi, Andrea Gaviglio, Federico Gregorio, Anna Mantini, Eros Pessina, Matteo Quaglia e Dario Tallone.
“Lega è un fiume inarrestabile, e noi ci sentiamo parte integrante di questo fiume che ha attraversato periodi di piena e periodi di siccità ma sempre ha portato acqua a chi ne ha avuto, ne ha e ne avrà bisogno. Siamo nati per ‘dare voce a chi voce non ha’ e lo faremo sempre’” ha dichiarato trionfante il rieletto senatore, elencando poi le priorità del Carroccio cuneese: autonomia differenziata, elezione diretta del presidente della Provincia, infrastrutture, siccità e sanità.
Cerverese, 59 anni compiuti poche settimane fa, dopo un passato in Forza Italia (dove fu sindaco e consigliere provinciale) Bergesio è al timone degli ex lumbard cuneesi dal 2013 e in parlamento dalla passata legislatura. La sua leadership ha coinciso con la grande avanzata al traino di Salvini, che nella Granda ha catapultato la Lega dal 10,7% delle regionali 2014 allo stratosferico 41,3% del 2019 (nello stesso anno, alle europee, il Carroccio raggiunse il 43,9% eleggendo a sorpresa la candidata di casa Gianna Gancia). Numeri che sembrano ormai parlare di un’era geologica fa, se confrontati con lo scarno 12,5% delle ultime politiche, dove lo stesso Bergesio era candidato per il centrodestra sull’uninominale.
Va detto che Cuneo fa storia a sé, avendo resistito anche nei momenti di assoluta “salvinizzazione” del partito alla tentazione di appiattirsi sul leader. Merito di Roberto Calderoli, bergamasco per nascita e formazione politica ma narzolese per amore, essendo da oltre vent’anni legato alla ex presidente della Provincia Gancia. Proprio la Gancia si trovò nel 2016 a sfidare nel congresso regionale - perdendo - il proconsole salviniano in Piemonte Riccardo Molinari: uno sgarbo che il “capitano” non ha mai scordato e che ha allontanato Cuneo e la sua provincia dagli equilibri di potere leghisti in questi anni. La cosa potrebbe essere paradossalmente un bene per Bergesio e i suoi, in un momento in cui la leadership di Matteo Salvini appare sempre meno salda di fronte all’avanzata del Comitato Nord.
La corrente benedetta da Umberto Bossi in Lombardia è stata capace di strappare ai candidati di Salvini province pesantissime come Bergamo e Brescia, mancando il colpaccio per appena 12 voti nel sancta sanctorum di Varese. Il vento del Nord spaventa anche Molinari, nel frattempo riconfermato alla guida del gruppo parlamentare leghista dopo aver mancato l’elezione a presidente della Camera. All’indomani dei congressi “pacificati” di Cuneo e della sua Alessandria, dove si presentava in entrambi i casi un solo candidato, il leader dei leghisti subalpini esulta parlando di “ennesima grande prova di maturità della Lega Piemonte che dimostra solidità e compattezza” e azzardando “l’unità fa la forza”. Ma la verità è che gli appuntamenti meno problematici sono stati fissati all’inizio della tornata, per cercare intanto di sistemare le cose ad Asti e soprattutto nel nord della regione, tra Vercelli e Novara, dove invece si profilano scontri.
Salvini, dal canto suo, ha preferito non farsi vedere. A Fossano è intervenuto in collegamento telefonico, promettendo di occuparsi in prima persona - come ministro delle Infrastrutture - delle molte carenze che la Granda patisce in questo ambito: “Cuneo è provincia straordinaria che ha fatto e merita tanto. Spero che il prossimo cantiere che andrò ad inaugurare sia qui, in terra di Granda” ha detto l’ex re Mida padano. Un auspicio che i cuneesi non possono non augurarsi di vedere realizzato. Sempre che, nel frattempo, non siano i suoi a mandare il segretario federale “a guardare i cantieri”.
Andrea Cascioli
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