Elezioni provinciali, Robaldo scende in campo: “Raccolgo l’appello dei sindaci”
Il primo cittadino di Mondovì si candida a presidente senza insegne di partito: “Il ‘metodo Cuneo’ viene prima e va al di là dei partiti”. Ora che succederà?Luca Robaldo è ufficialmente candidato alla presidenza della Provincia di Cuneo. Il sindaco di Mondovì ha rotto gli indugi con una lettera aperta, che segue di pochi giorni quella promossa dal collega buschese Marco Gallo e sottoscritta da una sessantina di “fasce tricolori” di varia provenienza politica.
“Nel panorama amministrativo provinciale ci sono molte persone valide e, fra queste, pensiamo che Luca Robaldo abbia le competenze e l'equilibrio necessari per svolgere il ruolo con lo spirito che abbiamo richiamato” avevano scritto Gallo e gli altri primi cittadini, confidando che l’ex capo segreteria di Alberto Cirio - eletto nel giugno scorso a guida di una coalizione civica - raccogliesse l’appello. Lui lo ha fatto senza attendere troppo, anche perché il voto dei 2809 amministratori (sindaci e consiglieri di tutti i comuni della provincia, purché in carica da almeno 35 giorni) è previsto per il 25 settembre, stesso giorno delle politiche.
Tanti amministratori, spiega Robaldo, gli hanno telefonato e fatto pervenire messaggi di incoraggiamento in questi giorni: “A loro voglio rivolgere il mio ringraziamento e l'apprezzamento per avere indicato a tutti un metodo di lavoro che dovrebbe, a mio avviso, sempre guidare le scelte di chi ricopre ruoli istituzionali. Un metodo fatto di condivisione, confronto e presenza. Un metodo distante dalla rissa continua, dal continuo costruire recinti nei quali rinchiudere un territorio che, al contrario, ha bisogno delle sue forze migliori per poter progredire e dare risposte ai cittadini, agli imprenditori, alle categorie. La Provincia di domani, indipendentemente da chi la guiderà, dovrà fare questo: disegnare la Granda del 2050 attraverso la visione di lungo periodo e l’azione quotidiana, quella dedicata a risolvere i problemi che ognuno di noi amministratori affronta giorno per giorno. Cioè il lavoro che fanno le donne e gli uomini che siedono nelle istituzioni”.
“Sono consapevole - continua il neocandidato - che tanta parte della fiducia che c'è nelle 60 firme apposte in calce all'appello che mi è stato lanciato proviene dal mio percorso professionale e dalle persone che mi hanno consentito di affrontarlo. Persone sulle quali la nostra terra ha potuto e potrà sempre contare perché guidate da quel ‘metodo Cuneo’ che viene prima e va al di là dei partiti, senza per questo destituirli di credibilità. Persone che operano nel proprio impegno politico con serietà, correttezza e trasparenza. È anche da qui che si costruisce una comunità e, a mio avviso, oggi più che mai c'è bisogno di comunità”.
Ora c’è una grande incognita: cosa faranno i partiti, in special modo quelli di centrodestra che con l’enfant prodige della politica monregalese (trentasette anni compiuti appena tre giorni fa) hanno un rapporto ambivalente. Robaldo gode della stima di Cirio e anche di quella del proconsole di Azione Enrico Costa, del quale era stato portaborse già ai tempi in cui l’ex ministro era in Forza Italia. Nella città del Belvedere, però, è stato prima assessore e poi sindaco di una coalizione civica rispetto alla quale il centrodestra è sempre rimasto all’opposizione - anche nella tornata elettorale di appena due mesi fa. La Lega e Fratelli d’Italia non vedono di buon occhio quello che Robaldo chiama “metodo Cuneo” e che agli esponenti del carroccio e della fiamma appare un’insidiosa ammucchiata. L’idea di riproporre una “coalizione Borgna” trasversale tra centrodestra, centrosinistra e Azione non piace ai sovranisti, ma nemmeno ad altri che coltivano l’ambizione di succedere all’ex sindaco di Cuneo sullo scranno più alto di corso Nizza. Uno è il primo cittadino di Alba, il forzista Carlo Bo, anche lui gradito a Cirio ma azzoppato proprio dalla sua presenza in Regione: più di un addetto ai lavori ha fatto notare che una sola città rischierebbe di cumulare il governatore regionale, il presidente della Provincia e forse tra due anni il prossimo presidente della Fondazione CRC, se la turnazione tra i tre centri principali (Cuneo, Mondovì e appunto Alba) venisse rispettata alla scadenza del mandato di Raviola. Troppa grazia san Lorenzo, viene da dire chiamando in causa il patrono del capoluogo langarolo.
Da Mondovì, intanto, la sfida è lanciata. Sotto insegne civiche ma senza chiusure preventive all’apporto dei partiti: “La mia candidatura è in campo per questo ed è rivolta ai 2800 amministratori comunali che sono chiamati al voto. È rivolta, infine, alla politica dei partiti, alla quale chiedo di guardare insieme a noi a questo metodo senza rinnegare la propria parte ma sostenendo questo percorso di dialogo inclusivo e di attenzione alle specificità dei territori”.
Andrea Cascioli
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