Diastasi dei retti: non è una questione di estetica, ma di salute
Appuntamento con la rubrica "Vivi Meglio", oggi curata dallo staff di ViaLibera CuneoPer diastasi dei retti si intende la separazione dei due muscoli retti dell’addome, due lunghi muscoli tesi tra il torace e il pube, che normalmente decorrono affiancati lungo la linea mediana. È una condizione particolarmente comune nella donna dopo la gravidanza (la letteratura scientifica parla di una donna su tre con diastasi irreversibile dopo il parto), ma non la si può e non la si deve considerare esclusivamente una patologia del post parto: può comparire, anche negli uomini, nei casi di addomi sottoposti a notevoli stimolazioni muscolari (ad esempio negli sportivi), nei pazienti sovrappeso o obesi.
Normalmente i muscoli retti dell’addome sono uniti tra loro da un sottile e resistente cordone fibroso, la linea alba. In presenza di diastasi addominale questo cordone si assottiglia e si indebolisce, e i muscoli retti si separano aprendo uno spazio, soprattutto nella zona ombelicale: si parla quindi di insufficienza della linea alba. Questo spazio permette uno “spanciamento” in avanti dei visceri addominali, in particolare quando la pressione interna all’addome aumenta per uno sforzo (il sollevamento di un peso ad esempio, o anche un colpo di tosse): la comparsa dell’antiestetico rigonfiamento è spesso il motivo che spinge a rivolgersi a uno specialista, ma non è che la punta dell’iceberg di una problematica principalmente funzionale, prima che estetica. L’indebolimento della parete addominale, infatti, tende ad aggravarsi con il tempo ed è correlato con sintomi come il mal di schiena, l’incontinenza urinaria, il prolasso degli organi pelvici, le difficoltà respiratorie e digestive.
Tutti questi sintomi affondano le loro radici nell’incapacità del core addominale (l’insieme di parete addominale, muscoli della colonna e pavimento pelvico) di gestire correttamente la pressione intra addominale. La presenza della diastasi è quindi un fattore che altera la fisiologia del core addominale: il sostegno alla colonna lombare viene a mancare, la discesa del diaframma a ogni inspirazione crea una spinta su pavimento pelvico e visceri pelvici, la stessa meccanica respiratoria risulta alterata e così la pressione sugli organi e sui visceri sottodiaframmatici (stomaco e cardias, intestino tenue e colon). La diastasi addominale, considerata alla stregua di una vera e propria malattia della parete addominale, merita quindi la giusta considerazione e un corretto approccio correttivo.
Il trattamento della diastasi è chirurgico: è necessario riavvicinare i due muscoli allontanati, rinforzando la linea alba con una sutura, e posizionare una rete che dia sostegno alla parete addominale indebolita. Esistono però differenti tecniche chirurgiche, e l’intervento stesso può essere o meno inquadrato all’interno di un percorso multidisciplinare (nello specifico di riabilitazione fisioterapica): da queste variabili dipendono il risultato dell’intervento (aspetto della parete addominale e della cicatrice), il tempo di ripresa e, soprattutto, il rischio di recidiva. La tecnica chirurgica in endoscopia chiamata REPA si sta rivelando, secondo le linee guida più recenti, la scelta più appropriata in molti casi: molto meno invasiva dell’intervento di addominoplastica, soggetta a meno complicanze e di minore gravità, richiede un ricovero ospedaliero brevissimo (una notte) e permette una rapidissima ripresa delle attività. I principali effetti del trattamento della diastasi con questa tecnica chirurgica sono:
- Risoluzione dei sintomi posturali (mal di schiena, ecc.): 80% a un mese dall'intervento
- Risoluzione dei sintomi urologici (incontinenza urinaria, ecc.): 89,8% a un mese dall'intervento
- Recidive: 0,8% a 5 anni dall'intervento
- Scomparsa o sensibile miglioramento del gonfiore addominale: 86% a un mese dall'intervento
- Scomparsa del prolasso addominale: 100% a un mese dall'intervento
- Miglioramento del transito intestinale: 88% a un mese dall'intervento
Inoltre, è stato dimostrato che il paziente che giunge all’intervento avendo alle sue spalle un percorso riabilitativo della funzionalità addominale e respiratoria (realizzato attraverso una precisissima applicazione del protocollo di ginnastica ipopressiva secondo il Caufriez Concept) ha chance ancora maggiori di risolvere i suoi sintomi e di non andare incontro a recidiva.
L’Abdominal Core Health Center (ACHC) è il primo centro multidisciplinare in Europa specializzato nel trattamento dei pazienti con diastasi addominale e altre problematiche correlate (prolasso degli organi pelvici, incontinenza urinaria, reflusso e ernia iatale): il team di professionisti diventa il punto di riferimento a partire dalla valutazione funzionale e chirurgica, accompagnando i pazienti attraverso il percorso rieducativo e fisioterapico fino all’intervento, eseguito, ove non diversamente indicato dalla letteratura, con la tecnica REPA.
Bibliografia
L’articolo è stato redatto da Salvatore Cuccomarino, chirurgo specializzato nella chirurgia mininvasiva della parete addominale, e Valeria Milanesio, professionista di Vialibera. Il denominatore comune dello staff di Vialibera è la formazione universitaria seguita da percorsi di specializzazione nei differenti settori. Il continuo e costante aggiornamento crea una rete di figure complete e all’avanguardia per la presa in carico della persona in modo totale.
Per approfondimenti potete rivolgervi allo staff di Vialibera ai seguenti contatti: sui social: vialibera_cuneo - indirizzo Via Virginio Allione 2, Cuneo - email [email protected] - tel. 393 9876450.
Redazione
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