Geni Rifiutati
I versi del giovane poeta cuneese Carlo SerafiniINTRODUZIONE
Ma la società immagina quanto grandi siano i geni? Li sottovaluta a tal punto da considerarli come dei deficienti. Ma il vero potenziale dei geni è a dismisura, sanno fare cose grandi grazie alla loro enorme sensibilità.
GENI RIFIUTATI
Le persone più particolari
sono quelle senza orari,
disordinate nel loro mondo,
giudicate da chi è intorno.
Loro, geni nati e sofferenti,
scambiati per deficienti,
non sanno comportarsi,
che sanno solo drogarsi,
arrivare anche a tagliarsi.
Ma di nuovo la società
li inchioda nella falsità,
come è facile accusarli,
sempre lì ad incriminarli,
pronti ad abbandonarli.
Questo mondo indifferente
a questa gente intelligente,
sensibile e premurosa,
visti come una sola cosa,
abominio e paradosso…
Questi geni dai volti rigati,
nei loro occhi ammalati,
si vedono i soliti eccessi
di loro spesso depressi.
Ma che cosa vuol dire,
su queste cose tradire
perché tutti belli e fatti,
normali e mai matti,
che ne sanno davvero,
io mi chiedo sincero…
Questi geni un po' speciali,
trattati come dei criminali,
solo perché sono stanchi
di vivere nei letti bianchi,
di finire negli ospedali,
scartati come ignoranti
da persone logoranti,
prepotenze…
Hanno un dono singolare,
saper nella fantasia volare,
sensibilità elevata al cielo,
acume che non è mistero,
ma lo rimane per il mondo…
E come vorrei che possano
diventare grandi e di successo,
saper sorvolare sul difetto,
perdonarsi pure sugli errori
e non vedere più i propri orrori.
Questi geni sono nati
dai talenti buoni e innati
e spesso sottovalutati,
con una mente acuta,
ma una croce avuta,
il delirio di essere diversi,
ma il diritto di riaversi…
Ci sono stati nella storia
geni che hanno avuto gloria,
un merito di sacrificio e vita,
contro tutti una sfida infinita.
Adesso ho il sogno e il desiderio
che questi vengano presi sul serio,
che un giorno diventino importanti,
grandi artisti, scrittori, o cantanti
che alla fine siano luce per tutti,
che alla fine siano guaritori per tutti…
Carlo Serafini
CUNEO poesia