L’evento giusto al momento giusto
L’impegno di AFP per il successo della rassegna “Ponte sul mondo” a DroneroNella vita di ogni persona e di ogni comunità si verificano momenti in cui ci si sente smarriti, disorientati, in cui si sommano – quasi per un cinico gioco del destino – circostanze negative, problemi, incomprensioni. Sono i momenti in cui è facile perdere il controllo, abbandonarsi al pessimismo, vedere tutto nero, cercare colpevoli, accettare spiegazioni semplicistiche. Il buio momentaneo impedisce di vedere e considerare gli aspetti positivi, le cose buone, che pure ci sono e sono importanti. Di solito questo senso di smarrimento è circoscritto e si può superare se la mente riprende al più presto la lucidità e colloca le cose nel loro giusto ordine, nella loro corretta dimensione.
La comunità di Dronero sta vivendo, nelle ultime settimane, un momento di disorientamento, amplificato e distorto dai social, ma che richiede un’analisi attenta delle sue cause, una valutazione libera da pregiudizi e faziosità. Da quando è sfumato il carnevale, a Dronero si sono susseguiti fatti negativi: dall’annuncio della chiusura della struttura delle “Perle” alle polemiche sulla composizione delle classi della scuole primaria nel concentrico, fino al taglio delle gomme di alcune auto in Borgo Sottano. I social sono una specie di frullatore in cui si mescolano tutti questi ingredienti, con il risultato di creare ulteriore disorientamento e confusione e con il non celato intento di assegnare ogni colpa all’amministrazione comunale. In realtà i fatti citati prima non hanno nessun rapporto tra loro e, soprattutto, non possono essere ricondotti a responsabilità comunali. Solo la scelta di non organizzare la sfilata del carnevale può essere attribuita ad una valutazione non adeguata, da parte del Comune, dell’importanza dell’evento per la comunità.
Parte dei commenti sui social hanno fatto emergere, tuttavia, una questione sociale che esiste e che forse aspettava il momento giusto per emergere. Lo ha fatto, purtroppo, con tutta la superficialità e l’approssimazione tipica dei social. È venuta fuori la “pancia” anche con espressioni sgradevoli, e a volte con uno sfondo razzista. In queste situazioni la cosa peggiore che si possa fare, da parte di chi ha il compito di amministrare una comunità, è cedere all’emotività, reagire a proprio volta “di pancia” e non con la testa. Ogni problema che si manifesta in una comunità, che riguardi la scuola, i disabili o la sicurezza, deve essere affrontato con lucidità, con interventi che rispondono ad una strategia di lungo termine e non con soluzioni tampone. Gli amministratori droneresi hanno scelto la strada del ragionamento e non della demagogia da bar. Dronero è un città complessa, dalle potenzialità grandissime e ancora solo in parte valorizzate. Dalla complessità, se ben gestita, può nascere qualcosa di molto buono.
Certo, il 17% di cittadini “stranieri” è una percentuale alta, doppia rispetto a quella regionale, ma questo dato non è, necessariamente, un problema. Può essere, anzi lo è, una opportunità. Pensiamo a cosa sarebbe Dronero senza questi cittadini: chi lavorerebbe nella fabbriche? Chi poterebbe i frutteti? Con quali allievi si farebbero le classi? Se facessimo sparire 1.500 abitanti da Dronero, la città ne avrebbe un danno immenso. Allora bisogna gestire questa situazione al meglio, saperne cogliere gli aspetti positivi, farla diventare un’opportunità di sviluppo per tutta la comunità. La scuola può, anzi, deve essere un attore privilegiato di un percorso che porti a questa consapevolezza, alla capacità di vedere la luce dove sembra esserci solo il buio. La cultura può essere di grande aiuto e un’iniziativa come il festival “Ponte del dialogo” va certamente nella direzione giusta, perché unisce diversi segmenti della comunità, perché aggrega, perché fa dialogare i cittadini. È un buon segno che di edizione in edizione aumenti il numero di droneresi presenti agli incontri.
A interrompere la recente catena di eventi negativi è stato, non per caso, proprio un evento culturale: i due giorni di riflessione sul tema della migrazione, proposti con il “Ponte sul mondo”, sono stati quanto mai opportuni. Un evento collegato al “Ponte del Dialogo”, ma nato dalla proposta delle associazioni di volontariato che operano in campo sociale a Dronero: l’associazione “Raffaela Rinaudo Odv”, “Voci del Mondo”, il Gruppo di Volontariato Vincenziano. Un’iniziativa che rientra nell’ambito di un progetto più ampio, “Maira, la sfida della complessità”: mai titolo è stato più azzeccato. Un progetto finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, con la collaborazione della Regione Piemonte e del Comune di Dronero, con il coordinamento organizzativo dell’Agenzia di Sviluppo di AFP. Obiettivo generale del progetto la promozione della coesione sociale, attraverso quattro linee di azione:
1) Attivazione di uno sportello multiservizi presso il municipio di Dronero e in alcuni comuni della valle Maira: Roccabruna, San Damiano Macra, Stroppo, Acceglio, per aggregare servizi, informazioni, interventi (all’interno di una rete di attori locali e ad integrazione di servizi già esistenti), non solo rivolto agli utenti abituali dei servizi sociali, ma anche all’utenza potenziale e, più in generale, all’intera popolazione.
2) Percorsi formativi - sono stati realizzati numerosi corsi per i nuovi cittadini migranti: gestione della casa, codice della strada, educazione alimentare, uso di farmaci da banco, senso civico e legalità, sartoria e cucito, informatica, stesura curriculum, educazione finanziaria. Sono stati inoltri realizzati corsi formativi per i volontari delle associazioni droneresi.
3) Eventi di socializzazione. È stato realizzato un programma di iniziative ricreative, di socializzazione e culturali, puntando alla cultura come elemento fondamentale per la costruzione dell’inclusione (gite, incontri, laboratori, interventi nelle scuole).
4) Abitare la complessità. È stato istituito, insieme al Comune di Dronero, un tavolo di confronto/lavoro permanente con agenzie immobiliari, professionisti, associazioni di volontariato per affrontare l’urgenza del fabbisogno abitativo da parte di cittadini immigrati. È stato realizzato anche un intervento di manutenzione nell’alloggio gestito dal Gruppo di Volontariato Vincenziano per la prima accoglienza.
AFP ha avuto un ruolo molto importante per assicurare il buon esito del progetto, sia attraverso il lavoro dell’Agenzia di Sviluppo, sia mettendo gratuitamente a disposizione locali e attrezzature per lo svolgimento di numerose attività formative.
Ma veniamo al “Ponte sul mondo”, il momento conclusivo del progetto, arrivato al momento opportuno, per aiutare la comunità a riflettere sul suo presente e sul suo futuro, a conoscere le sue diverse identità, a cercare di capire come armonizzarle, a come non renderle conflittuali o indifferenti l’una all’altra.
L’incontro di sabato 15 febbraio con Eraldo Affinati è stato memorabile: una serie di testimonianze, di riflessione che hanno offerto ottimi spunti anche a chi deve occuparsi del tavolo sulla scuole a Dronero. Una scuola che, senza trascurare il merito, punti sullo sguardo, sulla qualità della relazione, sul riconoscersi parte di una stessa comunità indipendentemente dal colore della pelle, dalla fede religiosa, dal luogo di provenienza. Quando una ragazza nigeriana, Gabriela, ha cominciato a cantare “L’italiano” di Toto Cutugno, la commozione in teatro è dilagata. E poi quanta energia positiva nel momento di festa che ha seguito l’appuntamento in Teatro. Canti, balli, con l’orgoglio di essere droneresi. Tutti.
Domenica 16 febbraio “Ponte sul mondo” ha accolto due “big” del giornalismo e della letteratura italiani: Gad Lerner e Melania Mazzucco. Partendo dalla sua esperienza in una scuola 'multiregionale' di Milano, nel suo intervento di fronte a un pubblico particolarmente numeroso, Gad Lerner ha tracciato un parallelo con le sfide attuali delle scuole multietniche, sottolineando come l'insegnante possa promuovere inclusione e pari opportunità per tutti. Un tema centrale per le riflessioni in corso a Dronero, con 952 alunni di diverse nazionalità dalla scuola dell'infanzia alla scuola secondaria, che spinge a ripensare l’approccio all'educazione e all'integrazione in un contesto di multiculturalità crescente. Era presente la dirigente dell’Istituto comprensivo di Dronero, che ha ribadito come la scuola sia un importante strumento di integrazione e di formazione.
Cosa ci ha lasciato questo incontro? Lasciamolo dire ai giovani dell’Agenzia di Sviluppo AFP: "La consapevolezza che il dialogo, l’ascolto e la riflessione sulle diversità sono essenziali per costruire una società inclusiva e rispettosa. E un invito a non dimenticare che tutti, in qualche momento della nostra storia, siamo stati migranti. È il messaggio che ci hanno lasciato Eraldo Affinati, Gad Lerner e Melania Mazzucco negli incontri di 'Ponte sul mondo': siamo stati colpiti dalla reazione del pubblico (oltre 700 persone in due giorni), che si è emozionato, commosso, che ha voluto capire la complessità di un tema spesso oggetto di semplificazioni eccessive, come quello delle migrazioni. Più persone ci hanno chiesto di dedicare altri incontri a questo argomento, di ripetere l’esperienza vissuta in questi due giorni a Dronero. Molti hanno condiviso con noi l’impressione che sia stata un’occasione di dialogo molto utile per Dronero, in un momento in cui la comunità si interroga sul suo presente, sul suo futuro e cerca possibili risposte e visioni per gli anni a venire. La scuola, il lavoro, la qualità della vita della comunità sono aspetti tutti collegati fra loro. Non possono essere liquidati con superficialità. Devono essere affrontati partendo dai dati reali e con uno sguardo che tenga conto di tutti e di tutto. Non dimentichiamo che il progetto da cui è nata questa iniziativa si chiama: Maira, la sfida della complessità".
Michele Pernice
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Dronero - Ponte del dialogo - close up - Ponte sul Mondo