Perché dovresti allenare il tuo respiro?
L'appuntamento con la rubrica "Vivi Meglio", curata questa settimana dallo staff di Vialibera CuneoLa macchina perfetta del nostro corpo sa essere davvero stupefacente: come in un castello di carte, finissimi equilibri regolano le influenze reciproche tra organi e apparati differenti, tra ossa, muscoli e articolazioni anche lontani tra loro, tra funzioni apparentemente distinte. Al centro di questo intricato intreccio sta un meccanismo tanto importante quanto sottovalutato, che molto raramente viene usato coscientemente come strumento di salute e tanto meno allenato: il respiro.
La respirazione, infatti, ha ovviamente il ruolo di immettere ossigeno nel corpo. Ma è davvero (solo) così? Se si va ad osservare all’interno di tessuti e organi diversi, la maggioranza dei recettori che informano il cervello della necessità di respirare non sono in realtà sensibili all’ossigeno, ma all’anidride carbonica. Questo significa che il segnale trasmesso ai centri respiratori del nostro cervello (i neuroni in grado di decidere in autonomia di aumentare la frequenza respiratoria quando necessario) non è: “C’è bisogno di più ossigeno!”, ma, molto più spesso: “C’è troppa anidride carbonica in circolo!”. Il respiro è quindi principalmente un mezzo per il corpo di buttare fuori tossine, sostanze di scarto che se trattenute all’interno intossicano i tessuti e favoriscono l’infiammazione. Il movimento respiratorio, realizzato prevalentemente dal muscolo diaframma, è inoltre fondamentale per altre due funzioni di nutrimento e pulizia del corpo: l’alimentazione (e l’espulsione delle scorie) e la circolazione, linfatica e sanguigna.
La peristalsi è il movimento che permette ai prodotti della digestione di muoversi attraverso il tubo digerente: è molto difficile per il tratto intestinale innescare autonomamente questo movimento ondulatorio, per cui è necessaria una stimolazione esterna. Il massaggio costante del muscolo diaframma sui visceri dell’addome ha proprio questo effetto, se il movimento respiratorio è ampio… Quando però la postura, la scarsa consapevolezza, lo stile di vita sedentario portano il diaframma a muoversi in modo estremamente ristretto, la peristalsi addominale rallenta e il transito diventa lento e difficoltoso.
La circolazione sanguigna e linfatica sono le principali vie di trasporto di nutrienti e di raccolta di prodotti di scarto, costituiscono una rete capillare che arriva a nutrire e a pulire i tessuti fino a livello cellulare. Sarebbe però estremamente semplicistico immaginare che tutto questo continuo flusso centrifugo e centripeto sia garantito esclusivamente dalla pompa del cuore! La circolazione venosa e linfatica in particolare (quei liquidi che “viaggiano” dalla periferia al centro) non possono prescindere dal movimento del diaframma: al centro della sua cupola, che divide le cavità toracica e addominale, presenta infatti un orifizio per il passaggio dei grandi vasi diretti al cuore, e con il suo movimento crea un vero e proprio risucchio dei liquidi verso l’alto. Durante l’inspirazione, infatti, il diaframma scende e “stira” come un elastico il pericardio (ovvero l’involucro del cuore) e i vasi toracici e addominali, oltre ai polmoni: questo stiramento produce un risucchio dei liquidi, che altrimenti tenderebbero per gravità a stagnare nella parte bassa del corpo.
Un’altra strettissima connessione è quella tra il respiro e il nostro stato di attivazione o di rilassamento: un sospiro di sollievo accompagna la fine di una situazione ansiogena, così come il blocco del respiro è invece la prima reazione a uno spavento.
Respirare bene, però, è faticoso, poiché il respiro ampio ed espanso prevede l’utilizzo di numerosissimi muscoli inspiratori ed espiratori, e quindi il consumo di molta energia. Perché dovremmo quindi attuare un meccanismo così poco economico? La realtà è che l’uomo nasce come preda, e per questo ha sviluppato tutto un arsenale di meccanismi di emergenza per sopravvivere alla fuga dai predatori, al digiuno e a tutte le difficoltà che hanno caratterizzato la sua storia evolutiva. Nella sua naturale intelligenza, quindi, il corpo tende a stoccare grandi quantità di energia (sotto forma del tanto detestato grasso) in riserve pronte all’uso per i muscoli respiratori: addome, fianchi, girovita… Ti ricorda qualcosa? Le “maniglie dell’amore” e la “pancia” che non riusciamo a eliminare nonostante le diete non sono altro che le scorte che il corpo naturalmente immagazzina nel caso in cui ci servisse energia per sostenere una corsa a perdifiato! Tuttavia, è evidente come lo stile di vita moderno porti il movimento respiratorio ad atrofizzarsi e a ridursi sempre più, lasciando queste scorte inutilizzate. Al di là dell’aspetto estetico, ciò che dovrebbe portarci a riflettere è proprio il fatto che se il mantice respiratorio non sta lavorando come dovrebbe fare in natura, anche tutti gli altri sistemi e apparati (digestivo e circolatorio in primis), la cui salute e fisiologia dipendono dal movimento del diaframma e dal respiro, stanno soffrendo di questa immobilità. Quali sono le conseguenze? L’“inquinamento” del terreno corporeo: l’infiammazione sistemica, il substrato preferito di qualunque tipo di patologia.
La buona notizia è che il respiro si può allenare, o meglio rieducare: è importante e necessario prima di tutto prenderne consapevolezza, acquisirne un controllo fine. Un respiro sano è un respiro che può contare su un torace, una colonna vertebrale e un diaframma mobili, che ha una buona forza e una buona resistenza. La respirazione è efficace se mobilizza quanta più aria possibile in rapporto alla capacità dei polmoni, senza lasciare un volume d’aria residuo e stagnante. Un respiro in salute è in grado di allungare la fase di inspiro e di espiro, riducendo di molto la frequenza respiratoria, ma anche di aumentare il suo ritmo quando le richieste del corpo si fanno più elevate, sostenendo lo sforzo. Esistono innumerevoli tecniche utilizzate per allenare il respiro, dai tradizionali pranayama yogici (letteralmente esercizi di “controllo del prana”, ovvero dell’energia vitale) ai più moderni strumenti tecnologici, utilizzati da atleti e artisti per migliorare le loro performance. Sono state studiate metodiche per allenare frequenze e volumi respiratori molto alti e molto bassi, come l’iperpnea isocapnica realizzata attraverso Spirotiger: l’idea è quella di allenare il respiro come si allena qualsiasi altro muscolo del corpo, per garantirgli elasticità, forza e resistenza, e migliorare così la qualità del respiro quotidiano e massimale.
Prova a sperimentare: osserva la tua pelle (il colore, la luminosità), prendi nota della tua energia a fine giornata, esamina la tua digestione e il gonfiore dei tuoi arti inferiori quando alla sera sfili i calzini. Per una settimana o anche solo per un giorno (ma l’ideale sarebbe farne un’abitudine!), prova una volta ogni ora a eseguire 10 respiri consapevoli, volontariamente lunghi, ampi, immaginando di riempire fino al limite i tuoi polmoni e di svuotarli a fondo. Che cosa si modifica nell’aspetto della tua epidermide? Come percepisci il tuo stomaco e il tuo intestino? Appare ancora il segno dei calzini sulle tue caviglie o sui tuoi polpacci? Com’è la tua energia?
Nessun percorso di salute, riabilitazione o prevenzione dovrebbe prescindere da un’approfondita valutazione e rieducazione respiratoria e questa è la missione di Vialibera!
L’articolo è stato redatto da Valeria Milanesio, professionista di Vialibera. Il denominatore comune dello staff di Vialibera è la formazione universitaria seguita da percorsi di specializzazione nei differenti settori. Il continuo e costante aggiornamento crea una rete di figure complete e all’avanguardia per la presa in carico della persona in modo totale. Per approfondimenti potete rivolgervi allo staff di Vialibera ai seguenti contatti: sui social: vialibera_cuneo - indirizzo Via Virginio Allione 2, Cuneo - email [email protected] - tel. 393 9876450.
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