'Cuneo (non) dice cazzate': ora se n'è accorto anche Scazzola
Il tecnico biancorosso, che pochi mesi fa bollava così quanto scritto dalla nostra testata, ora chiede aiuto all'ex presidente Marco Rosso (dal quale i dirigenti sostenevano di aver ereditato parte dei problemi)“Tu per chi scrivi?”
“Per Cuneodice.it”
“Ah, Cuneodice ca**ate!”
Era il 27 ottobre 2018 e durante la conferenza stampa che anticipava Cuneo-Arzachena Cristiano Scazzola rispondeva così al nostro cronista. Già da alcuni giorni la nostra testata aveva svelato la polvere che in corso Monviso tutti si ostinavano a nascondere sotto il tappeto. Il tema della discussione, quel giorno, erano i ritardi nei pagamenti degli stipendi (che sarebbero poi sfociati in una penalizzazione), di lì a pochi giorni sarebbe poi emersa la questione dei debiti accumulati dalla società di corso Monviso con le strutture alberghiere della città.
Quello di Scazzola fu il primo di una serie di attacchi da parte della dirigenza del club biancorosso nei confronti di Cuneodice.it e dei suoi giornalisti, accusati a più riprese di “accanimento”, colpevoli di “rompere il ca**o” mentre i risultati del campo davano ragione alla società (per usare altre parole utilizzate dallo stesso allenatore ex Pro Vercelli in un'altra conferenza stampa). Oggi, però, anche Scazzola si è risvegliato dal suo torpore e si è reso conto del fatto che molte cose, in corso Monviso, non siano andate e non stiano andando per il verso giusto. E' di poche ore fa, infatti, l'appello che il tecnico biancorosso ha rivolto all'ex presidente Marco Rosso. Nella conferenza stampa pre Cuneo-Robur Siena Scazzola si è rivolto direttamente all'imprenditore di Tarantasca chiedendogli di fatto un aiuto per il Cuneo Calcio in questo momento di difficoltà. Un appello, va detto, di cui siamo venuti a conoscenza grazie ad alcuni colleghi di altre testate, nello specifico CampioniCn e IdeaWebTv.it: la redazione di Cuneodice.it, infatti, non è stata informata della conferenza stampa in questione. Il tecnico biancorosso, ad ogni modo, spera in un'àncora di salvataggio lanciata da Marco Rosso appellandosi al suo “affetto per il Cuneo”.
Qualcosa, però, non torna: per mesi Scazzola ha rassicurato l'ambiente, per mesi ha accusato di accanimento Cuneodice.it e altre testate, per mesi ha raccontato che “la società non faceva mancare nulla” a lui e alla squadra. Ha guardato negli occhi i tifosi spiegando loro che quelle che venivano scritte erano “ca**ate” di testate che volevano solamente “rompere il ca**o”. Ora, invece, il tecnico biancorosso getta la maschera e chiede aiuto, chiede una mano a Marco Rosso. Quel Marco Rosso dal quale, stando a quanto sostenuto da diversi dirigenti biancorossi in quella conferenza stampa di ottobre, la nuova proprietà aveva ereditato molte delle problematiche odierne: ebbene sì, allora era la stessa società a puntare il dito contro colui al quale oggi Scazzola chiede un aiuto.
A distanza di quasi quattro mesi si può in ogni caso affermare che no, Cuneodice.it non diceva “ca**ate”. Non ne diceva quando metteva in dubbio la solidità finanziaria del Cuneo Calcio, non ne diceva quando evidenziava le problematiche legate agli stipendi e ai debiti che la società stava accumulando in città. La bolla, ora, è scoppiata, con la mancata presentazione di una fideiussione idonea, con la multa da 350 mila euro in arrivo, con una maxi-penalizzazione che pende sulla testa della squadra di Scazzola, con lo spettro di una clamorosa esclusione dal campionato e con una data, il 20 di febbraio, in cui il Cuneo dovrà presentarsi in Tribunale per rendere conto della propria attività. La realtà è adesso sotto gli occhi di tutti: per mesi dirigenti e staff del Cuneo hanno preso in giro un'intera città, tifosi in primis, raccontando di problemi ormai superati, di una situazione idilliaca, spiegando che quella biancorossa era un'isola felice, mentendo spudoratamente sulle problematiche che invece c'erano, ci sono e che sono degenerate nelle ultime settimane.
Per Cuneodice.it una “battaglia vinta”? Niente affatto: c'è una società dalla storia ultracentenaria che rischia di finire nel baratro, c'è una realtà, espressione di una città da oltre 50 mila persone, che rischia l'umiliazione dell'esclusione dal campionato, c'è un gruppo, quello dei calciatori biancorossi, che rischia di vedere andare in fumo gli straordinari risultati degli ultimi mesi a causa delle mancanze di una società rivelatasi non all'altezza, tutto questo non può essere una vittoria per nessuno. Anzi, tutti questi presupposti potrebbero portare ad una delle sconfitte più dolorose per Cuneo e per il Cuneo. No, Cuneodice.it non ha detto né scritto “ca**ate”, come in molti, Scazzola in primis, hanno voluto far credere, ma questo non ci rende felici: scrivere di una delle pagine più nere della storia dello sport cittadino non può in alcun modo renderci felici. Sarebbe piaciuto anche a noi raccontare solamente ciò che succedeva in campo in questi mesi, limitarci a tessere le lodi di una squadra che ha stupito un po' tutti, ma non era possibile tacere su ciò che stava accadendo nelle “stanze dei bottoni” in corso Monviso. Non era possibile tacere, lo ripetiamo, sul modo in cui questa proprietà ha preso in giro la città e i tifosi, approfittando della passione di questi ultimi per i colori biancorossi, riempiendosi la bocca di false promesse e rassicurazioni fasulle sulla situazione economica della società. Il compito primario di una testata giornalistica è quello di informare su ciò che accade, e questo è semplicemente quel che abbiamo fatto, anche mentre da più parti arrivavano inviti a tacere, a soffermarci esclusivamente su ciò che succedeva sul rettangolo verde.
Ora non è più possibile negare, non è più possibile non vedere (o non voler vedere) ciò che è chiaro sotto gli occhi di tutti. Ora sì, c'è da remare tutti dalla stessa parte, per fare in modo che la società calcistica più antica della città finisca finalmente in mani sicure. Ma che gli appelli arrivino da un uomo, Scazzola, che fino a poco tempo fa bollava come “ca**ate” tutte le problematiche del club di corso Monviso, francamente, fa sorridere.
Andrea Dalmasso
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