La prima volta del Sitting Volley a Cuneo, il capitano Tallarita: "Orgoglio ed emozione, la città lo merita"
La squadra prenderà parte al campionato di serie A: "Questo è lo sport più inclusivo del mondo, perché mette insieme normodotati e disabili. Obiettivi? Ci piace sognare"Provate a sedervi per terra e fare qualche palleggio con un’altra persona nella vostra stessa posizione, senza possibilità di alzarsi. Difficile? E allora immaginate di fare una partita di pallavolo così: ricevere, alzare, schiacciare. Provare a fare punto e, allo stesso tempo, tentare in tutti i modi di evitare che la palla cada per terra nel tuo campo. Si chiama Sitting Volley ed è “lo sport più inclusivo del mondo”: parola di Orazio Tallarita, capitano della squadra di Cuneo che per la prima volta nella sua storia parteciperà al campionato di serie A di questa disciplina.
Orazio, quali sono le tue sensazioni rispetto a questo passo storico?
“C’è emozione e tanto orgoglio. Vista la sua storia pallavolistica, Cuneo meritava di avere una squadra di Sitting Volley. Il fatto che il presidente di Cuneo Volley Gabriele Costamagna abbia deciso di sposare questa causa è un valore aggiunto, un motivo di soddisfazione in più”.
Tu sei stato uno degli artefici di questo progetto e sarai anche il capitano...
“Sì, è vero, io ho preso parte attivamente a tutto questo progetto, fin dalla sua nascita. È un orgoglio in più. E poi io, seppur originario di Busto Arsizio, ormai mi sento cuneese. Sono qui dal 2015, sono arrivato come uno sconosciuto ed ora poter portare la mia squadra di Sitting Volley alla prima partecipazione al campionato di serie A e poter giocare, è davvero bellissimo”.
Come si svolgerà il campionato?
“Devono ancora uscire i calendari ufficiali, ma si svilupperà nel mese di maggio. Saranno al via 14 squadre che nella prima fase verranno divise per concentramenti: noi saremo in quello del nord, con Brembate e Chieri. Ci sarà poi una seconda fase, nella quale le migliori si sfideranno nella final eight”.
Che squadra è quella di Cuneo e che ruolo può recitare in questo campionato?
“Io credo che il passaggio del primo turno sia alla nostra portata. Poi ci piace sognare! Si è creato tra di noi subito un bello spirito. Abbiamo meno esperienza degli altri, ma possiamo assolutamente dire la nostra. Sono soddisfatto della squadra: da quando siamo partiti con i primi allenamenti, qualcuno ha dovuto prendersi il suo tempo per capire se fosse uno sport che poteva fare al proprio caso e alcuni hanno anche deciso di non proseguire. Ma strada facendo abbiamo trovato elementi normodotati che masticano da sempre pallavolo e che l’hanno giocata anche a certi livelli: ci stanno dando una gran mano nel portare esperienza e serenità a tutti. Il livello si è alzato e sinceramente si farà fatica a fare delle scelte e lasciare qualcuno fuori ”.
In squadra avete anche un campione paralimpico di handbike come Colombari…
“Diego è l’atleta con la a maiuscola. La cosa bella è che all’inizio, lui che è campione di uno sport individuale, era un po’ scettico nel praticare sport di squadra, ma poi è entrato perfettamente nella parte ed ora è fondamentale per noi, perché ha quell’approccio tipico di un atleta. Vive per lo sport, è competitivo per natura e ti trasmette mentalità e la spinta in più che ti serve per raggiungere i risultati”.
Tu hai detto che il Sitting Volley è lo sport più inclusivo del mondo: perché?
“Perché la squadra è composta da tre disabili e tre normodotati che giocano insieme: cosa c’è di più inclusivo? Ti dico di più: durante il gioco, ognuno si mette a disposizione dell’altro, e non è detto che sia il disabile che abbia bisogno dell’aiuto del normodotato, anzi spesso è il contrario, perché determinati movimenti a noi che siamo abituati a stare senza un arto, vengono più naturali. È uno scambio alla pari, è lo sport simbolo dell’inclusione”.
Ci racconti tu come ti sei avvicinato a questo sport e cosa ti ha conquistato?
“Ho avuto un incidente nel 2017 in cui ho perso una gamba. Dopo la riabilitazione, ho iniziato a guardarmi intorno per capire cosa potessi fare a livello sportivo. Arrampicare non si poteva più. Ho iniziato giocando a pallanuoto, poi una ragazza che già faceva Sitting Volley a Chieri mi ha proposto di provare: ho cominciato così e da subito mi sono innamorato di questo sport e di tutto il contorno. La pallavolo è bellissima perché c’è collaborazione, sempre. Senza, non vai da nessuna parte. Mi piace questo clima di collaborazione, che si sente ancora di più nel Sitting Volley. E mi piace l’inclusività di questa disciplina”.
Per chi ha visto la propria vita sconvolta da un trauma, può anche essere l’occasione per reagire.
“Assolutamente. Dopo quello che mi è successo, io ho capito che avevo due strade: lasciarmi andare oppure rimboccarmi le maniche e reagire. Ho scelto la seconda e ho scoperto di avere un carattere che neanche pensavo di possedere così forte, ma che è uscito fuori. Lo sport, ed in particolare il Sitting Volley, può dare una gran mano a tirarlo fuori. Posso dire che la mia vita è ripresa alla grande, forse anche meglio di prima. Quello che mi è accaduto mi ha fatto maturare e mi ha fatto scoprire un’altra prospettiva, cose a cui prima non davo neanche peso. Ho messo su famiglia, oggi sono felice”.
Attraverso la vostra attività, volete anche trasmettere dei messaggi?
“In parte sì, soprattutto ai più giovani, con i quali spesso organizziamo allenamenti. Ogni età ha le sue difficoltà, ci mancherebbe, e non abbiamo la presunzione di insegnare nulla a nessuno, però attraverso la nostra esperienza possiamo far capire che magari un compito in classe non è un problema così grande”.
Chi fosse interessato ad avvicinarsi a questo sport, come può fare?
“Noi ci alleniamo tutti i giovedì sera dalle 21 alle 23 nella palestra del Bonelli, a Cuneo. Siamo in continua evoluzione e siamo a disposizione, ben lieti di accogliere più gente possibile, magari per riuscire anche a fare due squadre. Perché no?”.
Gabriele Destefanis
CUNEO cuneo - sitting volley - tallarita