La regina del gigante tocca il cielo con un dito: ‘‘È stata una superstagione’’
Fresca del trionfo mondiale, Marta Bassino ripercorre il suo straordinario cammino che l’ha portata a dominare nella specialità dopo quattro ori e un bronzoÈ tutto vero. Non ha voluto crederci fino all’ultimo, Marta Bassino, quando a parlare per lei è stata la classifica: 510 punti che le valgono la Coppa del mondo di slalom gigante, con un distacco di 148 lunghezze su Tessa Worley.
La francese era l’avversaria più temibile per il primato di specialità ma la sua prova appannata, conclusa al decimo posto con 1.75 di distanza dalla vincitrice Vlhova, ha spianato la strada alla “piuma d’acciaio”. All’atleta borgarina dell’Esercito è bastato un quarto posto con 96 centesimi di distacco dalla prima per assicurarsi matematicamente la vittoria, sulle orme di Compagnoni, Karbon e Brignone.
Un primato che si aggiunge allo straordinario oro mondiale nello slalom parallelo di Cortina e che la Bassino ha costruito giorno per giorno nell’arco di un’intera, bellissima stagione fin dalla prima vittoria nella gara inaugurale di Sölden: “Partire nel modo giusto fa sempre bene, sapevo che stavo riuscendo a tirare fuori il meglio di me” racconta la neocampionessa. Il bis due mesi più tardi a Courchevel, dove Marta ha vissuto trionfo e caduta nel giro di due giorni: a posteriori, anche quello scivolone nella seconda gara che l’aveva fatta arrabbiare è servito come insegnamento.
Dopo quel passo falso infatti è arrivata la doppietta d’oro di Kranjska Gora, preceduta da un secondo posto nel supergigante di Sankt Anton alle spalle dell’irraggiungibile Lara Gut Behrami, e poi ancora il bronzo di Plan de Corones con un’ipoteca pesante sul traguardo di oggi: “Una superstagione, - sintetizza la sciatrice - non sono mai scesa dal podio se non quando non sono arrivata in fondo e oggi con il quarto posto”. Paradossalmente, infatti, il piazzamento odierno a Jasna resta il “peggiore” tra le gare di slalom gigante nella sua annata se si eccettua quella conclusa da una caduta in Savoia. Nulla di cui debba preoccuparsi, in ogni caso: “Mi rendo conto di essere cresciuta tanto sotto tutti gli aspetti, soprattutto nel modo di gestire le gare. Dietro alla coppa c’è un grandissimo lavoro della mia squadra, il team che mi ha aiutata a restare sempre motivata e dare il meglio di me spingendomi oltre i limiti”. I ringraziamenti di rito vanno alla famiglia, al suo fan club, all’Esercito e agli sponsor.
“A Lenzerheide potrò finalmente correre a cuor leggero” sorride la 25enne. Nel firmamento dello sci italiano la sua stella brilla come mai prima di oggi.
Andrea Cascioli
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