Macaluso e la Honda sono i vincitori della 20.000 Pieghe 2017
Tre giorni, 1.000 km, 140 partecipanti per un’edizione di successo. Il Piemonte si è confermato terra ideale per il raid motociclistico.Il giornalista di Motoblog Emanuele Macaluso, nell’occasione componente della squadra ufficiale Honda, ha vinto la 9ª edizione della 20.000 Pieghe, raid motociclistico organizzato dal Moto Club Motolampeggio di Roma e svoltosi in tre tappe, dal 29 giugno al 1° luglio in Piemonte, interamente in provincia di Cuneo.
Ventisei anni, siciliano di Ribera (AG), nato in una famiglia di motociclisti (il nonno, ex-Carabiniere, ancora guida la moto), cresciuto con il sogno – oggi realizzato – di fare il tester per la stampa specializzata, con 741 punti Macaluso ha preceduto nella classifica assoluta il ventunenne milanese Alessandro Kunzi (Aprilia Dorsoduro) ed cinquantunenne toscano Roberto Lulli (Aprilia Tuono), ex equo a quota 710. Completa il podio individuale il quarantunenne romano Giacomo Eusebi (Suzuki V-Strom 1000, p. 701).
Macaluso si è così portato a casa il ricchissimo premio per il vincitore, consistente in una fiammante Suzuki V-Strom 650 ABS che gli è stata direttamente consegnata da Tomoki Taniguchi, vice-Presidente di Suzuki Italia, numero uno del settore moto della grande marca giapponese in Italia. Dopo Andrea Angiolini, che si impose nelle edizioni 2011 e 2012, il giovane giornalista siciliano è il secondo partecipante ad iscrivere per due volte il proprio nome nell’albo d’oro della 20.000 Pieghe (la precedente era stata nel 2015).
Nella classifica a squadre si è confermato, tornando sul gradino più alto del podio con una formazione pressoché identica a quella del 2016, il team ufficiale Honda composto da Costantino Paolacci, responsabile ufficio stampa della filiale italiana (e “Magnifico Piegatore” 2016), dai giornalisti Valerio Boni, Ugo Passerini e – come detto – Emanuele Macaluso e da Eros Lodato, che lo scorso anno si era imposto nella classifica Gran Fondo – Regolarità.
I primi quattro hanno utilizzato l’X-ADV, che è stata una delle autentiche sorprese della manifestazione per le sue performance complessive; Lodato era in sella – con la passeggera Antonella Gallo – ad una Crosstourer.
Contro ogni previsione – ma tra l’entusiasmo generale – al secondo posto si è classificata la formazione femminile delle Perfezioniste, schierata da Donneinsella Magazine al termine di percorso di selezione che aveva visto convocate il 2 giugno a Franciacorta cinquanta finaliste.
Isabella Scogliesi, Maria Vittoria De Giorgio, Sofia Avondo, Mariangela Girotti e Clara Cavarretta hanno messo in mostra indubbie capacità di guida ma anche grande passione ed impegno, hanno esaltato le caratteristiche delle piccole ma versatili BMW G310R messe loro a disposizione dalla casa insieme all’abbigliamento e ad altri accessori, ma hanno soprattutto interpretato al meglio ogni aspetto della 20.000 Pieghe, sia quello turistico sia quello agonistico, facendo gruppo e creando continue occasioni per cementare l’amicizia e la passione comune. La meranese Scogliesi, alla seconda esperienza consecutiva sempre con Donneinsella, “capitano” delle Perfezioniste, ha completato l’eccellente bilancio della squadra con un fantastico settimo posto assoluto.
Terzo gradino del podio a squadre per le “Teste di legno” Massimo Roncalli (BMW Hp2), Paolo Perrucci (BMW R 1200 GS), Mauro Agostinelli (BMW R 1200 R), Bruno Saligari (KTM 1190 Adventure) e Pierino Osmetti (Honda NC 750 X).
Nelle altre classifiche hanno primeggiato Davide Artale e Laura Tidona (KTM 1190 Adventure – Coppie), la già citata Scogliesi, tra le Lady, e Maurizio Mazza (Honda CBR 1000 RR) nei “Manubri bassi”.
Era dal 2012, da quando, cioè, ha preso il timone della 20.000 Pieghe, che Daniele Alessandrini voleva portare il suo raid motociclistico in Piemonte.
Troppo forte il richiamo di quella parte sud-occidentale della regione, dove le Alpi profumano già di mare ma sanno regalare asprezze e scenari incredibili e strade tutte da guidare, e anche delle Langhe, terre un tempo povere per chi le abitava e andava avanti affrontando solo sacrifici (basta leggere “La malora” di Beppe Fenoglio), oggi dolci, rigogliose, sinonimo di benessere, di produttività, di qualità agro-alimentare, che si presentano quasi come uno scenario naturale ideale per chi va su due ruote a motore.
Alessandrini (insieme al coriaceo staff del Moto Club Motolampeggio di Roma) non ha mai abbandonato l’idea e nel 2017 è riuscito a realizzarla; ha addirittura spostato la data della manifestazione, facendola slittare alla fine di giugno, per attendere la riapertura dei passi alpini e, in generale, il miglioramento delle condizioni meteo e i tanti che ci sono stati non ha potuto che dargli ragione.
Ben 126 gli iscritti con una quindicina di passeggere che hanno fatto salire il numero dei partenti ad oltre 140, provenienti veramente da tutta Italia, molti appartenenti a quello “zoccolo duro” che segue ormai tutte le iniziative del promoter romano, comprese le Moto Italy (nelle versioni Spring e Winter) e la recentissima Genova – Palermo, scommessa vinta anche contro un certo scetticismo e che ha creato un gruppo di alcune decine di unità talmente unito da essere riconoscibile anche “ad occhio nudo”.
Tre le tappe, la prima da Bra ad Alba, di 300 chilometri, attraversando le Langhe in lungo e in largo lungo un reticolo di strade e ondulazioni che, alla faccia del presunto relax, ha richiesto massima attenzione per essere sempre ben interpretato ma che, oltre al sole ed al caldo di giovedì 29 giugno, ha dispensato strepitose sensazioni. Dalla seconda tappa si è cominciato a fare più sul serio mettendo in conto non solo le distanze ma anche i dislivelli superati, come fanno i tantissimi ciclisti incontrati nei tre giorni, impegnati a scalare rampe dalle pendenze apparentemente sovrumane, quelle descritte dal celebre chansonnier piemontese Paolo Conte nella famosa “Bartali”.
Con il trasferimento da Alba la carovana si è infatti insediata a Cuneo, base del percorso “a margherita” delle ultime due giornate, prendendo possesso della sterminata Piazza Galimberti, in pieno centro cittadino, che è diventata la base delle partenze e degli arrivi ma anche la sede delle prove di abilità (due il venerdì, quattro il sabato, sempre di slalom con il tempo imposto e di “lentezza”) ed il parcheggio delle moto. Una sorta di “parco chiuso” che, agli amanti dell’enduro – se non della regolarità – ha ricordato quello della Sei Giorni, ma anche una specie di salone all’aperto, con la Suzuki S 650 ABS destinata al vincitore assoluto posta su una pedana, proprio per farsi ammirare, ed un mini-expo con gli stand dei partner e degli sponsor. In questa circostanza si è rivelato prezioso il sostegno del Comune di Cuneo (che ha concesso il proprio patrocinio) e dell’Azienda Turistica Locale del Cuneese (ATL), in particolare di Paolo Bongiovanni, istituzioni e persone a cui Alessandrini ha rivolto un sentito ringraziamento.
La seconda frazione avrebbe dovuto totalizzare ben 388 km, con il passaggio lungo la Val Varaita fino a Casteldelfino e l’ascesa al Colle dell’Agnello (2.748 m s.l.m.); ma l’organizzazione ha dovuto rinunciare in extremis alla salita al Colle della Bonette, in territorio francese, a causa di una frana caduta proprio nelle ore precedenti all’arrivo della manifestazione, ed al successivo passaggio dal Colle della Lombarda per rientrare nei confini italiani. Alessandrini ed il suo staff hanno dovuto operare quindi un taglio che ha comunque regalato ai “piegatori” il bellissimo e velocissimo Colle della Maddalena e che ha ridotto il chilometraggio di circa 70 km.
L’ultima tappa, sempre con partenza ed arrivo da Piazza Galimberti di Cuneo, accompagnata proprio nella parte finale – dopo una bellissima mattinata, limpida e fresca – da un paio di acquazzoni misti a grandine, ha invece puntato decisamente a sud-ovest, lungo la Valla Stura fino a Vinadio per poi salire al 2.000 metri del Santuario di S.Anna di Vinadio. Da lì il passaggio in Francia, con l’attraversamento del Parco nazionale del Mercantour, il Colle de Turini, il rientro dal Colle di Tenda e Limone Piemonte. In totale altri 300 km, belli e impegnativi.
Come aveva annunciato, Daniele Alessandrini ha anche rivoluzionato la formula: via le penalità, con il loro carattere “punitivo”, che oltretutto rendono le classifiche difficilmente leggibili, e avanti con un nuovo sistema “premiante” che assegna punti per ogni comportamento corretto.
Che alla 20.000 Pieghe vuol dire rispettare l’orario di partenza ed effettuare correttamente tutti i passaggi previsti dalla tabella di marcia, certificati con i selfie (altra innovazione risultata graditissima), con i controlli o con gli immancabili timbri.
La graduatoria ha così preso corpo in maniera più chiara per tutti, fino a giungere all’epilogo finale. Naturalmente molto importanti, sotto l’aspetto puramente agonistico, si sono rivelate le già citate prove di abilità, sei in totale, quattro disputate il sabato pomeriggio sotto la pioggia.
Sempre a proposito della formula, Alessandrini ha eliminato gli spuntini pomeridiani, puntando molto su quelli mattutini: indimenticabile, come detto, l’accoglienza ricevuta a Casteldelfino, con il Sindaco Alberto Anello entusiasta promotore e presente fino alla partenza dell’ultimo motociclista, ma non meno piacevoli i ricordi dei gusti raffinatissimi e originali dei formaggi DOP offerti il primo giorno nelle Langhe, a Murazzano, o delle specialità trovate al Santuario di S. Anna. Quasi sofisticata l’accoglienza ricevuta per il pranzo al Castello di Grinzane Cavour; all’insegna di una maggiore praticità montanara, invece, le altre due soste di fine mattinata.
Con l’eliminazione dei tempi imposti ai passaggi insieme ad una scelta minuziosa delle strade, dei luoghi e degli abbinamenti gastronomici, l’operazione compiuta dalla 20.000 Pieghe 2017 è stata chiara.
La manifestazione ha voluto dare una sorta di maquillage al mototurismo nazionale, quasi a ridisegnarne l’identità diventando una formula a sé. E allo stesso tempo ha esaltato il senso del viaggio, della scoperta, della guida, della formazione del “gruppo” di appassionati provenienti da tutta Italia lasciando l’aspetto agonistico a chi lo vuole curare.
D’altra parte quando una Provincia, come quella di Cuneo, individua nel movimento in moto una delle voci importanti e da curare del proprio turismo, al punto da creare e pubblicizzare appositi itinerari che attraversano le valli della cosiddetta Granda (così i piemontesi chiamano il cuneese), raccordano le località più significative, ne valorizzano il patrimonio ambientale, culturale ed eno-gastronomico e, in definitiva, accoglie i mototuristi come ospiti, una manifestazione come la 20.000 Pieghe non può che trovarsi perfettamente a proprio agio.
Tra i fautori di questa scelta illuminata, che è politico-amministrativa ma anche manageriale, Alberto Anello, Sindaco di Casteldelfino, Comune di 200 abitanti alle pendici dell’ascesa al Colle dell’Agnello, che, nonostante le piccolissime dimensioni ha un ruolo importante in quel lembo di terra di confine. Non c’è quindi da sorprendersi se l’accoglienza in questa località sia stata veramente eccezionale, calorosa ma anche costruttiva, tanto da creare i presupposti perchè in molti ritornino, anche da semplici turisti che poi l’obiettivo di questa terra.
Al momento dei saluti, al termine della premiazione svoltasi sempre nella immensa Piazza Galimberti di Cuneo, Daniele Alessandrini ha dato appuntamento per l’8, 9 e 10 dicembre, con la Moto Italy Winter che avrà come scenario un’altra terra meravigliosa, il Chianti. Ma il patron ha anche svelato la sede della 20.000 Pieghe 2018, quella del decennale, che tornerà sulle Dolomiti, avendo ancora come base l’Hotel Shandranj, a Tesero (TN).
c.s.
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