Simone Muratore, dall'esordio in Champions all'incubo del tumore: "Ora sogno di tornare a giocare"
In un'intervista alla Gazzetta dello Sport, il calciatore di Villafalletto racconta per la prima volta gli ultimi due anni della sua vita: "Sono stati difficili, ma ora ho tanta determinazione"L’esordio con la Juventus in Champions League e in serie A, poi il trasferimento all’Atalanta, i prestiti alla Reggiana e ai portoghesi del Tondela. Prima della notizia che gli ha cambiato la vita: tumore cerebrale benigno. Gli ultimi due sono stati anni davvero complicati per Simone Muratore, calciatore 25enne di Villafalletto che ha dovuto combattere con un male oscuro comparso improvvisamente nella sua vita quando stava cercando di farsi spazio nel calcio dei grandi. Adesso, che non senza difficoltà e momenti di paura si è messo alle spalle quel periodo (è diventato anche papà di un bimbo di 3 mesi), Simone ha raccontato la sua esperienza in una intervista alla Gazzetta dello Sport, parlando anche del futuro e del sogno di poter tornare a giocare, mentre si allena a Vinovo, grazie all’interessamento della Juventus che gli ha dato la possibilità di prepararsi nel centro sportivo in attesa di un’opportunità che gli si possa presentare (è svincolato).
“Quando ho saputo del tumore, pensavo a un fermo temporaneo – spiega Muratore nell’articolo della Gazzetta -: prima dell’operazione ero abbastanza tranquillo, perché mi era stato spiegato tutto il percorso che mi attendeva. L’operazione doveva durare 6-7 ore, invece è andata avanti per altre 3-4 in più. Quando mi sono svegliato dal coma e ho realizzato quale fosse la mia situazione, ho pensato anche di dire addio al calcio”. Quindi la riabilitazione, complicata e con tante difficoltà. “In tante occasioni avrei voluto piangere, anche se il più delle volte non l’ho fatto – continua Muratore nell’intervista -. A 16-18 anni sognavo, a 25 vedo le cose in maniera più realistica”. Il villafallettese rivela che mister Sarri, che dall’Under 23 lo lanciò in Prima Squadra, facendolo esordire prima in Champions League e poi in campionato, gli fece sentire la propria vicinanza in quel periodo buio: “Fu uno dei primi a mandarmi un messaggio: ‘Ti aspetto sui campi di serie A’”.
La ripresa degli allenamenti, dopo tutto questo tempo, è stata per certi versi traumatica: “Le prime volte in campo sono state un disastro, era come se fossi un bambino o se non avessi mai indossato le scarpette per dare i primi calci a un pallone. Non riuscivo neanche a stare in equilibrio sul piede”. Ma ora Simone è determinato a prendersi il prossimo obiettivo del suo percorso di vita, e non dimentica la Juventus, che gli è stata sempre vicina: “Gli ultimi due anni per me sono stati difficili, ma anche in quel brutto momento la Juve si è stretta intorno a me come una famiglia ed è stato molto importante. La determinazione è tanta e spero di tornare a breve in condizione. Una volta ambivo ad arrivare in Prima Squadra, adesso sogno di tornare in campo".
g.d.
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