Fossano ha visto un fuoriclasse: elogio di Tadej Pogacar
Lo sloveno non ha vinto, ma con la sua azione ha reso emozionante una tappa altrimenti interlocutoria. L'ennesima dimostrazione di grandezza di un campione assolutoVolata doveva essere, volata è stata. Quella di oggi, però, non è stata la solita, monotona - anche un po’ noiosa - tappa pianeggiante del Giro d’Italia, di quelle che scorrono via senza lasciare troppe tracce, con un sussulto dato dallo sprint finale e poco altro da segnalare. A dare una pennellata di colore e di emozione alla Novara-Fossano, una frazione indicata da tutti come interlocutoria, è stato Tadej Pogacar (e chi sennò?). Il fuoriclasse sloveno ha saputo dimostrare come nel ciclismo e nello sport in generale non contino solo i freddi risultati, il palmarès e i trofei da consegnare agli almanacchi. Oggi Pogacar non ha vinto - l’ordine d’arrivo ufficiale recita 46° posto - , ma è stato lui a prendersi la copertina, forse ancor di più del vincitore Tim Merlier, è stato lui a far alzare i battiti del pubblico assiepato a bordo strada e far sobbalzare chi stava assistendo in poltrona ad una tappa altrimenti assai sonnacchiosa, a maggior ragione considerando l’assenza del commento Rai.
Allo sloveno della UAE è bastato il piccolo strappo che conduceva all’abitato di Fossano per inscenare uno splendido show. In una tappa, come detto, a favore dei velocisti, Pogacar ha provato a far saltare il banco a tre chilometri dal traguardo, prima riprendendo Honorè e poi proseguendo in un attacco poderoso, a cui hanno saputo reggere parzialmente solo lo stesso Honorè e Thomas. Una cannonata che per poco non risultava vincente: la maglia rosa è infatti stata risucchiata dal gruppone solo a duecento metri dal traguardo di viale Regina Elena, quando l'impresa sembrava potersi concretizzare. Tanto è bastato per mandare in delirio chi guardava a bordo strada. Sì, perché ciò che il pubblico di Fossano ha visto oggi è fuori dall’ordinario: la maglia rosa che alla terza tappa, invece di rimanere coperta in mezzo al gruppo difendendo la sua leadership, prova a sovvertire il copione prestabilito, rompendo gli schemi solo ed esclusivamente per divertirsi e divertire (considerando che una eventuale vittoria di tappa non avrebbe spostato gli equilibri della classifica generale in maniera sostanziale). No, non è roba che si vede tutti i giorni in una grande corsa a tappe. Il tentativo non è andato a buon fine? Poco importa, il “numero” di Pogacar resta tale, come restano tali le emozioni di chi di fronte agli ultimi chilometri della Novara-Fossano si chiedeva se il campione sloveno ce l’avrebbe fatta o meno.
Da Pogacar è arrivata l’ennesima dimostrazione di grandezza assoluta. Da Pogacar è arrivata una risposta a chi - compreso chi scrive - temeva un Giro reso noioso dalla sua strabordante superiorità. No, con Pogacar non ci si annoierà. Non ci sarà spazio per la noia finché lo spirito dello sloveno sarà quello visto oggi: quello di chi non corre solo per i freddi risultati, ma anche e soprattutto per divertirsi e divertire il pubblico. Lo spirito dei fuoriclasse. Oggi Fossano ha potuto ammirare un fuoriclasse.
Andrea Dalmasso
FOSSANO ciclismo