A Canale successo per il Raduno nazionale dei cani da tartufo “tabui”
La manifestazione ha dato anche modo agli organizzatori di approfondire alcuni aspetti in tema di tartufi, tra cui la necessità di posticipare la stagione a causa dei cambiamenti climaticiGrande successo per il XIV Raduno nazionale dei cani da tartufo “tabui” che si è svolto domenica 14 gennaio a Canale. Oltre al folto pubblico e agli addetti ai lavori, erano presenti molte autorità. Il sindaco Enrico Faccenda ha accolto il parlamentare Giorgio Bergesio, i rappresentanti della Regione con il presidente Alberto Cirio, assessori e consiglieri regionali e della Provincia di Cuneo con i consiglieri Massimo Antoniotti e Stefano Rosso. Molti anche i sindaci e rappresentanti dei comuni di Langa e Roero.
La manifestazione è stata organizzata dall’Enoteca Regionale del Roero presieduta da Marco Perosino con il supporto del Comune di Canale e delle associazioni dei “trifolao”. Vi ha partecipato anche Francesca Bergesio, eletta Miss Italia, che si è dimostrata sensbile e interessata a questa realtà. Il raduno ha voluto essere anche un omaggio ai cani “tabui”, circa un centinaio di tutte le razze, accompagnati dai loro proprietari “trifolao” che si sono anche esibiti nella “cerca delle trifule” nascoste, sottolineando anche l’importanza del rapporto di fiducia che si instaura tra l’uomo e il suo cane.
La manifestazione ha dato anche modo agli organizzatori di approfondire alcuni aspetti specifici in tema di tartufi, tra cui la necessità - sempre più sentita - di posticipare la stagione del tartufo più avanti a causa dei cambiamenti climatici che penalizzano la maturazione del prezioso tubero. “Come Provincia - ha detto il consigliere delegato Antoniotti - abbiano proposto un progetto di valorizzazione di terreni pubblici incolti sia comunali, sia provinciali che potrebbero essere utilizzati per la messa a dimora di piante tartufigene stipulando un accordo che coinvolga anche la Regione e i “trifulao” locali per la manutenzione e la pulizia dei terreni. Ripopolare i terreni più vocati a tale scopo con piante tartufigene è il primo passo per ottenere un prodotto abbondante e di qualità e un segno di attenzione al territorio”.
c.s.
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