Covid, la mortalità dei pazienti trattati con Ecmo è maggiore del 20% rispetto ai pazienti con influenza
Uno studio su oltre 300 pazienti, coordinato dall’ospedale Molinette, ha permesso ai medici di capire quale sia la tempistica più corretta per le terapie di supportoUno studio italiano rivela che la mortalità dei pazienti trattati in Terapia intensiva con Ecmo (ossigenazione extracorporea a membrana), per insufficienza respiratoria da polmonite Covid-19, è maggiore del 20% rispetto a quella osservata nei pazienti affetti da influenza A H1N1.
Pubblicato sulla rivista Critical Care, è stato coordinato da Vito Fanelli, afferente al gruppo di ricerca della Terapia Intensiva universitaria dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino, diretta da Luca Brazzi. Vi hanno partecipato sette terapie intensive italiane ed ha portato all'arruolamento di oltre 300 pazienti.
Tra le ragioni alla base della differenza rilevata, secondo lo studio ripreso da Ansa Piemonte, ci sono l’età più avanzata e il maggior numero di giorni trascorsi in ospedale prima dell'inizio dell’Ecmo, osservata nel gruppo di pazienti affetti da polmonite Covid-19.
Questi risultati, relativi alla prima ondata della pandemia Covid-19, ha permesso ai medici di capire quale sia la tempistica più corretta nell’offrire la terapia di supporto extracorporeo Ecmo e quali siano i malati che possano più beneficiarne. Infatti il rischio di morte si riduce per pazienti di età inferiore ai 65-70 anni e con degenza in terapia intensiva, prima dell’inizio dell’ECMO, inferiore a 7-10 giorni.
Redazione
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