Depressione e suicidi in aumento nel post Covid, il Piemonte corre ai ripari: lo psicologo scolastico è legge
Il malessere psichico non si ferma, anzi peggiora dopo la pandemia. Ne soffrono i giovani, ma non solo. Il quadro presentato nel ventesimo Rapporto OsservaSalute 2022 dice chiaramente che bisogna intervenireIl consumo di farmaci antidepressivi dal 2011 a oggi è cresciuto gradualmente. E il Piemonte non fa eccezione. La situazione che emerge dal ventesimo Rapporto Osservasalute 2022 fotografa una popolazione che soffre. Tra depressione, ricoveri per disturbi psichici e suicidi, i dati non sono rassicuranti e tra coloro che patiscono maggiormente ci sono i ragazzi in età adolescenziale. Per far fronte a queste situazioni la Regione Piemonte ha deciso di introdurre la figura dello psicologo scolastico.
Il report presenta un quadro approfondito della condizione sanitaria degli italiani negli anni, analizzando anche le conseguenze della pandemia. I temi affrontati sono molti: dall’inquinamento delle acque alle malattie. Una parte rilevante è dedicata alla salute mentale.
La depressione rappresenta “una delle maggiori cause di disabilità nel mondo […] Inoltre, aumentano globalmente le patologie trattabili con antidepressivi”, si legge nel rapporto. Il trend del consumo di antidepressivi ha presentato un aumento dapprima lieve a partire dagli anni 2011-2012, poi di maggiore entità. A livello nazionale, nel 2021 si è registrato un aumento del 2,4% rispetto al 2020 e, dal 2011, una variazione media annua dell’1,5%. Il Piemonte si attesta leggermente sopra alla media italiana, con un aumento dal 2020 al 2021 del 2,5%.
La crescita del consumo di antidepressivi potrebbe essere stata influenzata dall’avvento del Covid-19 e dalle sue conseguenze a medio-lungo termine (isolamento sociale, peggioramento della qualità della vita, restrizioni). “Gli effetti a medio-lungo termine della pandemia potrebbero avere influenzato l’incidenza di depressione soprattutto nella fascia di popolazione al di sotto dei 45 anni di età, con un aumento del 12,6% nel 2021 rispetto all’anno precedente, dato meritevole di particolare attenzione”, riporta l’indagine.
Un elemento indicativo del malessere è il tasso di suicidi. Tra i residenti in Italia dai 15 anni in su, dal 2018 al 2019, si sono suicidate 7.327 persone, il 77,3% di questi erano uomini. Sia per gli uomini che per le donne la mortalità per suicidio cresce all’aumentare dell’età. È possibile individuare una tendenza sul territorio nazionale: i tassi di suicidio sono generalmente più elevati nelle regioni del nord (fatta eccezione per la Liguria), in Sardegna e in Basilicata.
Le regioni nelle quali si registrano i livelli più bassi di mortalità per suicidio per gli uomini sono Campania (6,22 per 100.000) e Liguria (8,16 per 100.000) seguite da Lazio, Calabria, Sicilia e Puglia. I dati sono analizzati per fasce d’età e il Piemonte si attesta sopra alla media nazionale in tutti i casi (15-18 anni, 19-64 e 65-74).
Per quanto riguarda il tasso di dimissioni ospedaliere per disturbo psichiatrico in testa alla classifica ci sono Valle d’Aosta, Liguria e la provincia autonoma di Bolzano. La chiudono, invece, Campania, Lombardia e Basilicata per gli uomini; Campania, Lombardia e Sicilia per le donne. Relativamente alle dimissioni ospedaliere di uomini i dati piemontesi sono quasi tutti sopra alla media nazionale, ad eccezione della fascia d’età compresa tra 0 e 18 anni: il tasso è di 26,80 su 10.000 rispetto alla media nazionale che è 46,84. Per le donne la situazione è uguale, nonostante ci sia qualche lieve differenza nei casi specifici a livello numerico.
Analizzando l’andamento nel tempo è possibile affermare che i ricoveri negli anni in generale sono andati diminuendo dal 2003 al 2021. Tuttavia, è bene tenere presente che i dati del 2020 e del 2021 sono influenzati dall’impatto della pandemia. In primo luogo, nel 2020 sono stati garantiti meno ricoveri dal Sistema Sanitario Nazionale (il 20% in meno nel 2020 rispetto al 2019). In secondo luogo, nel 2021 si è registrato un aumento del ricovero per patologia psichica. Questo dato è in controtendenza con quelli degli ultimi dieci anni che sono costantemente diminuiti.
Questo scenario mostra quanto sia importante migliorare e incrementare le strategie di promozione della salute mentale e gli interventi di prevenzione a tutte le età, concentrandosi in particolare sui bambini e sugli adolescenti, considerati più vulnerabili. Politiche di prevenzione del disagio psichico devono essere multisettoriali e non confinate all’ambito sanitario.
In questa direzione si muove la Regione Piemonte che pochi giorni fa ha istituito con una legge regionale il servizio gratuito di psicologia nelle scuole piemontesi. La proposta di legge “Istituzione del servizio di psicologia scolastica”, presentata dall’ex grillina Francesca Frediani, è stata approvata all’unanimità. I destinatari di questo servizio sono studenti e studentesse, insegnanti, dirigenti, personale ATA ed educativo e genitori. Inoltre, lo psicologo scolastico avrà la possibilità di attivare rapporti con logopedisti, medici, nutrizionisti esperti in disturbi della nutrizione e dell’alimentazione o altre figure professionali necessarie in base alla situazione. I fondi stanziati, al momento, ammontano a 200mila euro annui per tre anni.
Il Piemonte è la prima regione ad aprire gli occhi di fronte a una generazione che chiede aiuto da tempo e la cui situazione dopo il Covid-19 è ulteriormente peggiorata. “Veniamo dagli anni difficili della pandemia e i nostri giovani hanno pagato uno dei prezzi più alti, sacrificando la socialità proprio in un periodo della crescita che da sempre rappresenta un momento fondamentale su cui concentrare l’attenzione di famiglie, scuola e istituzioni per proteggere e sostenere i nostri figli nell’affrontare i rischi, i pericoli e le fragilità che fanno parte della vita”, ha detto il presidente Alberto Cirio.
Micol Maccario
CUNEO psicologo