Lo sviluppo del linguaggio fino ad un anno
A tu per tu con la logopedista
Nell’ultimo articolo abbiamo visto quale sia il percorso di sviluppo del linguaggio dei bambini prima dell’anno e abbiamo quindi parlato di pianto, vocalizzi, lallazione e gesti performativi.
Intorno agli 11-12 mesi compaiono i gesti rappresentativi o referenziali: esprimono anch’essi un’intenzione comunicativa (come i gesti performativi) ma il loro significato non varia a seconda del contesto. Sono gesti rappresentativi ad esempio salutare con la mano, fare no con la testa, agitare le mani per significare uccello, ecc. Hanno origine sociale, nascono all’interno di routine sociali o di giochi con l’adulto e vengono appresi per imitazione. Fanno da ponte per l’apprendimento del linguaggio perché hanno natura convenzionale, ma hanno portata esplicativa limitata per la loro natura iconica.
A questa età compaiono anche le prime paroline: inizialmente vengono utilizzate in contesti specifici e ritualizzati e si riferiscono a persone famigliari, oggetti famigliari e azioni che il bambino compie abitualmente e servono ad interagire con le altre persone. Vengono apprese in modo indiretto attraverso la semplice esposizione a interazioni comunicative tra parlanti attraverso le quali il bambino inferisce la relazione tra nome e oggetto. Generalmente le prime paroline che compaiono sono costituite dai fonemi p, b, m, t e d poiché sono le lettere che il bambino sperimenta già durante la lallazione.
In questo periodo il bambino con una singola parola esprime l’intero senso di una frase, infatti si parla di parola-frase: il significato viene compreso dall’adulto in base all’intonazione utilizzata, ai gesti che accompagnano la produzione verbale e al contesto.
Nel corso del primo anno di vita la comprensione del bambino è nettamente superiore rispetto a ciò che è in grado di produrre verbalmente.
Cosa possiamo fare noi adulti per favorire lo sviluppo del linguaggio da 0 a 1 anno?
Rispondere ai balbettii ed ai gorgheggi del bambino;
parlare al bambino durante i momenti in cui ci si prende cura di lui;
leggere ogni giorno libri illustrati al proprio bambino;
raccontare filastrocche o cantare canzoni;
insegnare al bambino i nomi degli oggetti e delle persone con cui viene a contatto quotidianamente;
verbalizzare ciò che il bambino esprime attraverso i gesti;
non insistere nel richiedere al bambino di ripetere le parole;
portare il bambino con sé in posti nuovi e in nuove situazioni;
giocare a semplici giochi con il bambino (per esempio a “cucù-eccolo”).
Ci sono dei campanellini d’allarme a cui dobbiamo fare molta attenzione: se entro i 12 mesi non compare la lallazione o è molto scarsa oppure se il bambino non comprende nessuna parola parlatene con il pediatra che vi indirizzerà verso lo specialista competente.
Nel prossimo articolo parleremo dello sviluppo del linguaggio nei bambini da 1 a 2 anni!
Claudia Delfino CUNEO
Intorno agli 11-12 mesi compaiono i gesti rappresentativi o referenziali: esprimono anch’essi un’intenzione comunicativa (come i gesti performativi) ma il loro significato non varia a seconda del contesto. Sono gesti rappresentativi ad esempio salutare con la mano, fare no con la testa, agitare le mani per significare uccello, ecc. Hanno origine sociale, nascono all’interno di routine sociali o di giochi con l’adulto e vengono appresi per imitazione. Fanno da ponte per l’apprendimento del linguaggio perché hanno natura convenzionale, ma hanno portata esplicativa limitata per la loro natura iconica.
A questa età compaiono anche le prime paroline: inizialmente vengono utilizzate in contesti specifici e ritualizzati e si riferiscono a persone famigliari, oggetti famigliari e azioni che il bambino compie abitualmente e servono ad interagire con le altre persone. Vengono apprese in modo indiretto attraverso la semplice esposizione a interazioni comunicative tra parlanti attraverso le quali il bambino inferisce la relazione tra nome e oggetto. Generalmente le prime paroline che compaiono sono costituite dai fonemi p, b, m, t e d poiché sono le lettere che il bambino sperimenta già durante la lallazione.
In questo periodo il bambino con una singola parola esprime l’intero senso di una frase, infatti si parla di parola-frase: il significato viene compreso dall’adulto in base all’intonazione utilizzata, ai gesti che accompagnano la produzione verbale e al contesto.
Nel corso del primo anno di vita la comprensione del bambino è nettamente superiore rispetto a ciò che è in grado di produrre verbalmente.
Cosa possiamo fare noi adulti per favorire lo sviluppo del linguaggio da 0 a 1 anno?
Rispondere ai balbettii ed ai gorgheggi del bambino;
parlare al bambino durante i momenti in cui ci si prende cura di lui;
leggere ogni giorno libri illustrati al proprio bambino;
raccontare filastrocche o cantare canzoni;
insegnare al bambino i nomi degli oggetti e delle persone con cui viene a contatto quotidianamente;
verbalizzare ciò che il bambino esprime attraverso i gesti;
non insistere nel richiedere al bambino di ripetere le parole;
portare il bambino con sé in posti nuovi e in nuove situazioni;
giocare a semplici giochi con il bambino (per esempio a “cucù-eccolo”).
Ci sono dei campanellini d’allarme a cui dobbiamo fare molta attenzione: se entro i 12 mesi non compare la lallazione o è molto scarsa oppure se il bambino non comprende nessuna parola parlatene con il pediatra che vi indirizzerà verso lo specialista competente.
Nel prossimo articolo parleremo dello sviluppo del linguaggio nei bambini da 1 a 2 anni!
Claudia Delfino CUNEO
Lo sviluppo del linguaggio fino ad un anno