Per ogni pianta da tartufo bianco la Regione assegna 24 euro
I tecnici del settore Foreste hanno predisposto l’avviso per le domande di indennità che vanno presentate ai Comuni dove si trovano i terreni con gli alberi alle cui radici cresce il 'Tuber magnatum'La Giunta Chiamparino, su proposta dell’assessore, Alberto Valmaggia, in applicazione della Legge regionale numero 16 del 2008, ha approvato la delibera nella quale sono contenuti i criteri di presentazione delle domande di indennità con l’obiettivo di conservare e valorizzare il patrimonio tartufigeno piemontese. I tecnici del settore Foreste hanno elaborato la relativa determinazione di avviso con la modulistica. Lo stanziamento è di 415.000 euro. Verrà assegnato l’importo di 24 euro per ogni pianta sotto le quale è stato dimostrato che, negli ultimi tre anni, è avvenuta la raccolta del prezioso e prelibato bianco “Tuber magnatum”. Fino a un massimo di 25 piante a ettaro. Per ottenere l’indennità vengono considerati gli esemplari di alcune specie di querce, pioppi, salici, tigli, carpini e nocciolo che hanno una riconosciuta capacità di favorire la crescita dei tartufi. Possono presentare la richiesta, entro il prossimo 18 febbraio, i proprietari dei terreni o quanti conducono le superfici boschive interessate. I beneficiari devono impegnarsi, per cinque anni, a mantenere gli alberi secondo un Piano di coltura e conservazione, permettendo, nel contempo, la libera raccolta del “Tuber” ai cercatori muniti di tesserino nelle zone dove le piante sono radicate. Non possono ottenere il contributo gli esemplari che ricadono nelle tartufaie controllate, in quelle coltivate e, in generale, dove non è possibile effettuare la ricerca e la raccolta libera. L’istanza va presentata ai Comuni dove si trovano i terreni. La Commissione Agricoltura degli stessi Enti locali è poi chiamata a verificare la correttezza dei dati e a mandare avanti la pratica in Regione. “Difendere le piante tartufigene e mantenere l’habitat naturale - sottolinea l’assessore Valmaggia, che ha la delega alla tartuficoltura - è fondamentale per salvaguardare la produzione dei tartufi bianchi. Questi, a differenza di quelli neri, non sono riproducibili in vivaio: quindi, è fondamentale mantenere l’ambiente naturale nel quale si sviluppano. Per questo motivo, nel piano di attività annuale predisposto dalla Regione e condiviso nella Consulta regionale del tartufo, una parte delle risorse è destinata alla conservazione del patrimonio naturale delle piante tartufigene. Contributi di piccola entità che, però, consentono a quanti operano nel settore di avere un riconoscimento per il loro importante lavoro”.
La determinazione con la modulistica per presentare la domanda sono scaricabili dal link del Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte oppure dal link del settore Foreste.
LE INDENNITA’ RICONOSCIUTE NEL 2018
LE INDENNITA’ RICONOSCIUTE NEL 2018
Nel 2018 sono stati 1.120 i tartuficoltori che hanno presentato la domanda di contributo: 193 della provincia di Alessandria; 509 della provincia di Asti; 338 di quella di Cuneo e 80 dell’area Torinese. I tecnici ne hanno dichiarate ammissibili, perché rispondevano alle disposizioni attuative previste, 1051: Alessandria, 181; Asti, 485; Cuneo, 312; Torino, 73. Corrispondenti a 14.337 piante: 2.245 in provincia di Alessandria; 4.321 in provincia di Asti; 6.456 in quella di Cuneo e 1.315 nel Torinese.
c.s.
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