Presentato il bilancio sulla piattaforma della residenzialità creata nel marzo 2020
È dedicata alle strutture per anziani, disabili, minori, malati psichiatrici e tossicodipendenti. Da lunedì prossimo sarà attivata la nuova versione, più immediata e semplice da usareDa lunedì prossimo, 28 febbraio, sarà attivata la nuova versione, più immediata e semplice da usare, della Piattaforma regionale della Residenzialità, dedicata alle strutture per anziani, disabili, minori, malati psichiatrici e tossicodipendenti. La piattaforma è parte della più ampia Piattaforma Covid creata nel marzo 2020 per la gestione della pandemia.
“Si è partiti da un file di excel per arrivare in poco tempo e in mezzo alla pandemia al più grande sistema integrato di informazioni digitalizzate sulla nostra sanità - ha sottolineato l’assessore Icardi -. Uno sforzo enorme di cui adesso continueremo mettere a sistema i frutti”.
In particolare su 1.841 strutture residenziali totali il 96% ha aderito alla Piattaforma Residenzialità e carica regolarmente i dati sui tamponi effettuati a ospiti, personale e visitatori, con l’aggiornamento puntuale sui contagi e le ospedalizzazioni (nelle oltre 700 RSA del Piemonte oggi solo il 6,2% è isolato per Covid, 2.062 su oltre 34 mila ospiti, e solo lo 0,2% è ospedalizzato a causa del Coronavirus, 66 persone. Dimezzato anche il tasso di mortalità (per il Covid o altre patologie) sceso dall’1,35% del 2020 allo 0,65% attuale.
“Si è accesa una luce su un settore straordinario del Piemonte del quale mancava una visione complessiva - ha detto il presidente Cirio -. Ora bisogna continuare così prestando la massima attenzione ai nostri anziani e alle altre persone fragili che si trovano nelle strutture residenziali”.
La piattaforma consente in tempo reale l’individuazione delle principali criticità, incluse eventuali carenze di personale, e grazie al contatto diretto con le direzioni delle strutture che collaborano costantemente al fianco della Regione è possibile attivare immediatamente gli interventi per risolverle. Lo testimoniano i numeri: oltre 15.000 telefonate di monitoraggio sanitario a assistenza e 650 verbali di ispezione dalle Commissioni di valutazione, accanto alla distribuzione alle strutture da parte dell’Unità di crisi della Regione di oltre 3,2 milioni di test rapidi antigenici e 4,4 milioni di dispositivi di protezione individuale per un valore complessivo di 5,7 milioni di euro, con la collaborazione preziosa di 350 volontari della Protezione civile che hanno percorso 370.000 km con 149 mezzi per la consegna dei materiali.
L’assessore alle Politiche sociali Chiara Caucino ha ricordato “l’assunzione di oltre 3.000 operatori che oggi stanno partecipando ai corsi per ottenere la qualifica di operatore socio-sanitario, per garantire la massima cura agli anziani e sostenere il sistema. La Regione sta anche lavorando a un voucher per far scegliere alle famiglie dove far accudire i propri cari”.
In occasione della presentazione del bilancio della piattaforma sulla residenzialità, il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore alla Sanità Luigi Genesio Icardi hanno ricordato che “questi due anni di Covid, che hanno stravolto la vita di tutte le persone, hanno insegnato che il sistema pubblico non deve più commettere gli errori del passato, quando sono stati effettuati da tutti gli schieramenti politici tagli sugli investimenti in sanità e salute. In due anni il Piemonte è passato da 2 a oltre 30 laboratori per processare i tamponi, in totale ne sono stati processati 15.4 milioni, passando dai 120 al giorno del 22 febbraio 2020 agli oltre 100 mila al giorno di oggi. Sono stati quasi raddoppiati i posti di terapia intensiva da 327 a 628 e sono stati somministrate quasi 9,6 milioni di vaccini. È stato anche creato il Dirmei, il dipartimento interaziendale che con l’Unità di crisi ha gestito la pandemia e che ora si concentrerà sul superamento delle liste d’attesa. Uno degli aspetti più gravi negli anni passati - hanno sottolineato - è stato non dare il giusto riconoscimento al personale sanitario, non sostituendo quello andato in pensione e causando la fuga dal sistema pubblico per il privato. Questo ha creato un depauperamento enorme del nostro sistema sanitario e ora lavoriamo perché non siano più commessi questi errori”.
L’andamento della campagna vaccinale
Ad oggi in Piemonte ha completato il ciclo vaccinale il 95,4% dei quasi 3,7 milioni di aderenti (l’83,5% dei 4,2 milioni che compongono la platea complessiva). I non aderenti sono 385.000, tra i quali figurano 113.000 over50 e 115.000 bambini tra 5 e 11 anni, mentre i non vaccinati immunizzati naturalmente perché hanno avuto il Covid negli ultimi 6 mesi e che potrebbero non aderire al momento essendo in possesso del Green pass da guarigione sono 146.000 in tutto, tra i quali 33.000 over50 e 42.000 nella fascia 5-11 anni.
Dai dati della Fondazione Gimbe, aggiornati al 18 febbraio, il Piemonte si conferma ai primi posti per numero di terze dosi già somministrate (oltre 2,7 milioni) alla popolazione che ha maturato i tempi per ricevere il richiamo booster.
Da mercoledì le adesioni per Novavax
Nei prossimi giorni dovrebbero arrivare in Piemonte circa 60.000 dosi di vaccino Novavax. Coloro che desiderano riceverlo potranno, a partire da mercoledì, manifestare la preadesione collegandosi a www.ilPiemontetivaccina.it.
"Per questo vaccino c’è molta richiesta perché riscontra molta attenzione da coloro che non hanno ancora aderito alla vaccinazione contro il Covid. Il nostro obiettivo - ha detto il presidente Cirio - è andare incontro a tutti purché si vaccinino, senza obbligarli ma mettendoli in condizioni di farlo subito, liberamente, quando lo vorranno”.
Quarta dose per gli immunodepressi
Il Piemonte, dal 1° marzo secondo quanto comunicato oggi dalla Struttura commissariale del generale Figliuolo, è pronto per la somministrazione della dose booster alle persone immunodepresse che hanno già completato, con due dosi più una addizionale, il ciclo vaccinale primario.
“Noi siamo prontissimi a fare ciò che il governo ci chiede - ha precisato il presidente Cirio -. Mi auguro solo che ci sia chiarezza: ne abbiamo bisogno per noi, che siamo operativi e pronti per andare avanti, e per i cittadini, che devono avere certezze e informazioni molto chiare e fondate dalla comunità scientifica nazionale”.
Redazione
CUNEO bilancio - regione