"Ricoveriamo in ospedale l’1,4% dei Covid positivi, contro una media nazionale dello 0,9%"
Il sindacato Anaao Assomed replica alle affermazioni dell'assessore regionale Luigi Icardi, che aveva sottolineato il basso numero di ospedalizzazioni in Piemonte“Un post dell’assessore alla Sanità della Regione annuncia che il Piemonte, nonostante un numero di positivi molto più alto rispetto alle precedenti ondate, sta registrando un numero di ricoveri notevolmente contenuto. E che questo risultato sia anche dovuto alla capacità del territorio di curare a domicilio. Tralasciando il fatto che tutti gli ospedali piemontesi stanno riconvertendo reparti e sospendendo attività per gestire i malati Covid, il sito del Ministero della Salute riporta che la nostra Regione è tra le peggiori regioni d’Italia quanto ad ospedalizzazione dei pazienti Covid”. Inizia così il comunicato stampa pubblicato sul suo sito internet dal sindacato Anaao Assomed, che replica a quanto scritto sulla sua pagina Facebook da Luigi Icardi lunedì 10 gennaio.
“In questa quarta ondata il Piemonte, nonostante un numero di casi positivi molto più alto rispetto alle ondate passate, sta registrando un livello di ospedalizzazione notevolmente più contenuto. Un risultato frutto certamente della campagna vaccinale, ma anche della capacità del territorio di curare a domicilio i pazienti Covid con un quadro clinico non grave”, aveva affermato l’ex sindaco di Santo Stefano Belbo. Affermazioni a cui ribatte la segreteria regionale Anaao Assomed: “Ricoveriamo in ospedale l’1,4% dei Covid positivi, contro una media nazionale dello 0,9%. Siamo la quarta regione peggiore d’Italia.
Insomma, va meglio delle precedenti ondate ma va peggio delle altre regioni. Quindi difficile pensare che sia dovuto al protocollo piemontese per le cure domiciliari. Difficile anche attribuire l’ipotetico merito all’utilizzo delle monoclonali: l’assessore ci comunica che il Piemonte in una data settimana (29 dicembre-4 gennaio) è la seconda Regione nell’utilizzo degli anticorpi monoclonali, ma da inizio monitoraggio, siamo nella media nazionale e molto al di sotto delle maggiori regioni del nord (fonte AIFA)".
Tuttavia - prosegue il sindacato - il dato più preoccupante riguarda l’utilizzo di quello che viene definito “l’unico farmaco efficace contro la variante Omicron, il Sotrovimab”: “È stato prescritto solo ad 11 pazienti su 1695, incidendo per l’1% del totale delle prescrizioni. Poiché la variante Omicron è dominante, siamo secondi in Italia solo nel prescrivere anticorpi monoclonali che hanno bassissima efficacia. Non c’è molto di cui vantarsi".
“Insomma: il numero di ricoveri non è notevolmente contenuto. - prosegue il comunicato - E il territorio continua ad essere insufficiente. Molti ospedali non sanno più dove ricoverare i pazienti: mancano i letti e mancano anche medici. Inoltre è molto complicato dimettere i pazienti clinicamente stabili, ma non più autosufficienti ed ancora Covid positivi al tampone. Questi pazienti, dovrebbero essere trasferiti in strutture di lungodegenza Covid, dove recuperare autonomia e poter rientrare a domicilio. Invece, l’occupazione di letti di degenza ordinaria negli ospedali con pazienti senza più alcuna necessità clinica acuta, crea un effetto imbuto, rendendo difficili ulteriori ricoveri. Per ora, nessuna buona notizia se non il vaccino”.
Redazione
CUNEO Luigi Icardi - anaao assomed