Una proposta di legge regionale per finanziare screening prenatali non coperti dal Sistema Sanitario
Il provvedimento, che prevede lo stanziamento di 320 mila euro per il 2023 e di 300 mila euro per il 2024, è stato illustrato dalla prima firmataria Sara Zambaia (Lega)Il Piemonte intende finanziare le diagnosi prenatali non invasive, che il Sistema sanitario nazionale non prevede: oggi chi intende effettuarle deve pagarle. Sono infatti aperte fino al 12 dicembre le consultazioni on line dei soggetti interessati alla Proposta di legge 223, “Percorsi di accesso allo screening e alla diagnosi prenatale e introduzione del Nipt nell’Agenda di gravidanza”. Lo ha deciso ieri mattina la Commissione Sanità, presieduta da Alessandro Stecco, che ne ha svolto le prime determinazioni.
Il provvedimento, che prevede lo stanziamento di 320 mila euro per il 2023 e di 300 mila euro per il 2024, è stato illustrato dalla prima firmataria Sara Zambaia (Lega), che ha spiegato come “la Pdl abbia il duplice scopo di normare con legge i percorsi di accesso allo screening e alla diagnosi prenatale messi a disposizione dalla Regione e di inserire il Non invasive prenatal test (Nipt) all’interno dell’Agenda di gravidanza fornita dai consultori a tutte le gestanti, che contiene l’elenco degli esami cui è possibile sottoporsi”.
“Il Nipt, - ha continuato Zambaia - non è tra gli esami contenuti nell’Agenda di gravidanza e non fa parte delle prestazioni assicurate dai Livelli essenziali di assistenza (Lea) ma è fondamentale per individuare le principali trisomie presenti all’interno del feto e non è invasivo, dal momento che consiste in un prelievo ematico da effettuarsi alla madre dopo la decima settimana di gravidanza”.
“Nello specifico - ha spiegato - qualora per le gestanti che si sottopongono al test combinato, già previsto dalla Regione, emergesse la presenza di un rischio “intermedio” (1:101 - 1:1.000), sarà data la possibilità di effettuare il Nipt e di evitare, in caso di esito negativo, il ricorso alla diagnosi invasiva. In tal modo diminuiranno non solo gli accessi alla diagnosi prenatale invasiva ma anche i casi di mancate diagnosi prenatali date dai test falsi negativi tradizionali”.
Il provvedimento prevede poi la facoltà per le Aziende ospedaliere di inserire all’interno dei Punti nascita spazi informativi dedicati all’attività divulgativa delle associazioni che offrono sostegno psicologico alle gestanti e alle loro famiglie prima e dopo il parto, l’istituzione di un Tavolo permanente sullo screening e la diagnosi prenatale presso l’Assessorato competente e la clausola valutativa per assicurare al Consiglio regionale un’informazione periodica sull’attuazione della legge.
La Commissione ha stabilito che saranno relatori del provvedimento Zambaia (Lega) per la maggioranza e Francesca Frediani (M4o) e Sarah Disabato (M5s) per la minoranza.
c.s.
CUNEO Piemonte