Bra, expo collettiva per la pace ai Salesiani promossa dal Caffè Letterario
Giovanni Botta, Manuela Fissore, Franco Gotta, Silvia Gullino, Bernardo Negro, Francesca Semeraro, Riccardo Testa: l’arte braidese vuole la pace“Tutti gli uomini liberi, ovunque vivano, sono cittadini di Berlino e quindi, da uomo libero, sono orgoglioso delle parole Ich bin ein Berliner! (sono berlinese)”. Oggi, parafrasando le parole di John Fitzgerald Kennedy, potremmo dire: “Sono ucraino”. Con questo spirito il Caffè Letterario di Bra ha lanciato la sua personale chiamata alle ‘arti’ per la pace. Una chiamata particolare, sicuramente unica nel suo genere, con un obiettivo collettivo e ambizioso: mettere insieme diversi artisti del panorama contemporaneo e promuovere un nuovo risorgimento culturale in opposizione all’onda di guerra in Ucraina. Hanno risposto all’appello sei firme artistiche braidesi, che hanno voluto far sentire la propria vicinanza alle popolazioni colpite da questa drammatica situazione. Ecco chi sono: lo street artist Giovanni Botta, l’illustratrice Manuela Fissore, i pittori Franco Gotta, Francesca Semeraro, Riccardo Testa e il decano dei poeti braidesi Bernardo Negro.
Ciascuno ha realizzato un’opera d’arte ad hoc in cui ha espresso il proprio messaggio di pace ed acceso una fiamma di speranza per illuminare le tenebre che hanno avvolto i nostri giorni.
Ideatrice dell’iniziativa è Silvia Gullino, giornalista e curatrice del Caffè Letterario di Bra, che continuerà ad affiancare con le sue risorse emozionali gli artisti in questa impresa. Ma anche a cucire differenze, aprendo la strada ad un rapporto interculturale ed un dialogo transgenerazionale. Già il fatto che vede presentarsi insieme artisti con declinazioni e cifre stilistiche diverse è la migliore testimonianza in un momento in cui l’unione è la vera forza contro la barbarie della guerra.
Spiega Silvia Gullino: “Tutti insieme desideriamo essere la dimostrazione che la cultura unisce e parla la lingua universale della pace, mentre la guerra e l’odio creano divisione e hanno un solo colore, il nero del lutto. Tutta l’arte è unione. Pensando ad un quadro, esso nasce dall’unione dei colori, mentre una poesia dall’unione di parole e la musica dall’unione di note. Così l’arte diventa parafrasi della pace, che nasce dall’unione delle persone e dei cuori”. Le opere non saranno esposte in una pinacoteca, ma in un luogo simbolo del martirio della cultura e dell’umanità: una scuola, precisamente la Scuola media salesiana ‘San Domenico Savio’ di Bra. L’arte esce così dagli ambienti patinati per farsi vicino alla gente e abitare i luoghi della quotidianità, che oggi vengono distrutti senza pietà. Perché insieme a teatri ed ospedali, in Ucraina le scuole sono diventate mucchi di macerie. “Le bombe - dicono gli artisti - possono far crollare i muri, ma non i valori della civiltà civile che, anzi risorgono dalle ceneri. Questo rappresentano i nostri quadri in rassegna: dei semi di bene piantati per ottenere frutti di amore e celebrare la fraternità e l’unione”.
Proprio come l’ultima opera del progetto, una tela che ha riunito non solo i colori, ma le mani di tutti e 7 gli artisti. È questa la sua bellezza. È questa la grande bellezza della pace: un’opera che si costruisce giorno per giorno tutti insieme, tutti diversi come i colori e per questo meravigliosa. Oggi sentiamo il sibilo dei missili e l’urlo delle bombe che squarciano il cielo dell’Ucraina. La ‘chiamata’ si prefigge dunque di costruire legami, superare barriere per dire “No” all’orrore degli spari e dei morti. Fondamentale è compiere azioni concrete per far tornare il sorriso e la gioia negli occhi soprattutto dei più piccoli. “L’arte è di per sé concretezza. Nasce da un pensiero, che poi diventa azione. E va in direzione uguale, ma contraria all’uso delle armi. La guerra distrugge, mentre l’arte crea. Sono felice di avere intorno a me una squadra così ben assortita. Ho sempre detto che un buon caffè è fatto di tanti chicchi di qualità. E l’insieme di questi artisti forma una miscela di eccellenza. Siamo veramente un caffè letterario vivente, fatto di nomi che insieme danno un aroma straordinario, che da soli non sarebbe uguale”. Ha commentato Silvia Gullino.
Un progetto ambizioso realizzato nell’arco di poco tempo: “L’entusiasmo e la generosità sono stati totali”, prosegue la curatrice, sottolineando come la necessità di esprimersi in merito ad una questione così urgente e drammatica abbia prevalso su qualsiasi altra contingenza. “Questa è anche la magia dell’arte, che si verifica quando si fanno le cose in maniera spontanea e istintiva. Ho trovato un grande coinvolgimento da parte di tutti gli artisti e questa cosa mi ha toccato, perché sono nomi che non hanno bisogno di pubblicità. Tutti hanno messo in pausa quello che stavano facendo e hanno dedicato tempo al progetto e imbastito un dialogo. È un fatto straordinario: se è vero che l’arte può servire a costruire un nuovo mondo di pace e libertà, penso che questo sia l’esempio”, conclude Silvia Gullino. Lunghi secoli di storia ci hanno insegnato abbastanza da capire che ogni atto di violenza di un popolo su un altro è un’aggressione all’umanità intera. Non c’è vita, senza la pace. E lo slogan arriva dritto dritto ancora da John Kennedy nel messaggio all’ONU del 25 settembre 1961: “L’umanità deve mettere fine alla guerra, o la guerra metterà fine all’umanità”.
E ora le info di servizio. Dove: Istituto Salesiano San Domenico Savio (uffici della Scuola Media). Quando: da domenica 10 aprile a sabato 30 aprile. Nei giorni 11, 12 e 13 aprile dalle ore 8 alle ore 17. I giorni 14 e 15 aprile dalle ore 16 alle ore 18. Domenica 17 aprile (Pasqua) dalle ore 11 alle ore 12. I giorni 20, 21 e 22 aprile dalle ore 8 alle ore 17. Domenica 24 aprile dalle ore 11 alle ore 12. I giorni 26, 27, 28 e 29 aprile dalle ore 8 alle ore 17. Infine, sabato 30 aprile dalle ore 16 alle ore 18. Vernissage domenica 10 aprile, alle ore 12 e poi fino alle ore 17. Ingresso libero.
c.s.
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