Successo del Caffè Letterario con il noto critico d’arte Giorgio Gregorio Grasso
Apprezzamenti anche per la mostra collettiva ai Salesiani: “L’arte non porta allo scontro, ma unisce”“Pace”: il messaggio si innalza dal Caffè Letterario e da Bra per rivolgersi al mondo. “L’arte è un linguaggio universale che arriva al cuore di tutti, supera barriere e divisioni”. Parola del professor Giorgio Gregorio Grasso, ospite d’onore del salotto virtuale di Silvia Gullino nella serata di giovedì 21 aprile.
Lo storico e noto critico milanese è partito dall’inizio, raccontando il suo rapporto con l’arte: “È una passione che ho da sempre, che poi si è approfondita e perfezionata frequentando Vittorio Sgarbi con il quale ho girato tutta l’Italia e organizzato tante mostre. L’arte deve prendere il cuore e le emozioni di tutti, nessuno può fare a meno dell’arte. Oggi c’è l’idea che l’arte debba essere per pochi o, come affermano certi critici, per chi la capisce. Da sessant’anni a questa parte, l’arte è il risultato di qualcosa che potete vedere nel film in cui Alberto Sordi e la moglie (interpretata da Anna Longhi, ndr) vanno alla Biennale di Venezia (Dove vai in vacanza? Commedia del 1978, ndr): sembrava finzione, invece è la realtà. Così mi occupo di arte per contrastare questa idea dell’arte concettuale e dell’arte povera. La mia battaglia è quella di far ritornare l’arte al concetto di bellezza, cioè qualcosa che dia una forte emozione estetica. Se non c’è emozione estetica non c’è arte”.
Una lezione importantissima che arriva da un esperto d’arte fino al midollo. Di quelli che preferiscono il contatto diretto, la condivisione e che sanno la differenza tra un capolavoro e quello che non lo è. Il suo eclettismo culturale è la ragione che l’ha portato al Caffè Letterario a spiegare che cosa può fare l’arte per la pace. “Si diceva che la bellezza salverà il mondo: dove c’è bellezza c’è meno cattiveria, meno bramosia di potere e di soldi. Quindi l’arte ha un ruolo fondamentale per sensibilizzare i cuori e le menti delle persone, per illuminarle. Spero che i governanti, che oggi stanno facendo dei disastri, possano vivere di arte per tornare ad avere la mente illuminata da qualcosa che migliora la vita, che migliora le emozioni, che conquista il cuore, che coinvolge l’anima. E solo l’arte può fare questo. Essa è un linguaggio internazionale, che va al di là dei confini, delle ideologie, di qualunque altro pensiero che porta allo scontro con le persone. L’arte non porta allo scontro, l’arte unisce”.
Il podcast, montato da Matteo Gotta e mandato in onda da Enrico Sunda sul gruppo Facebook ‘Bra. Di tutto, di più’, ha conquistato tutti. Esattamente come la mostra collettiva per la pace, organizzata ai Salesiani dal movimento culturale del Caffè Letterario, con il patrocinio della Città di Bra. Il primo ad essere stato piacevolmente colpito è stato proprio il prestigioso ospite, sottolineando come la necessità di esprimersi in merito ad una questione così urgente e drammatica debba sempre prevalere: “Sono venuto qui volentieri - ha detto Grasso -, perché bisogna prendere sempre posizione. Non serve fare quelli che restano inerti o, peggio, che prendono posizione solo dopo aver visto chi ha vinto. Sono contento di aver ammirato l’installazione di un artista (Giovanni Botta, ndr), che ha dipinto la scalinata della chiesa con i colori dell’Ucraina e che, quindi, ha preso posizione, così come hanno fatto anche gli altri artisti con le rispettive opere”.
Aggiungendo un apprezzamento che vale una promozione sul campo: “La cosa interessante è che le opere esposte hanno ovviamente un forte aspetto concettuale, perché sono legate a questa guerra - anzi all’invasione di un governo contro un popolo democratico -, ma sono anche di grande impatto estetico. Possiamo tranquillamente definirle delle opere d’arte. Gli artisti scelti sono stati così abili da realizzare qualcosa dal punto di vista estetico perfetto e dal punto di vista concettuale fondamentale per la battaglia che si sta portando avanti”.
L’iniziativa è nata per il desiderio di dare un segno concreto di solidarietà alla popolazione ucraina vittima del conflitto che sta insanguinando il cuore dell’Europa. Piena condivisione dal direttore don Alessandro Borsello, che ha immediatamente messo a disposizione un’ala della scuola, trasformata in atelier artistico.
Esposizione finalizzata a dare voce alla fratellanza di tutti i popoli, a cui ha fatto eco l’ultimo appello lanciato dal presidente ucraino, Volodymyr Zelensky: “Sostenete la nostra lotta con l’arte”. Con questo obiettivo sei artisti braidesi si sono uniti nel progetto solidale, ribattezzato ‘Chiamata alle arti per l’Ucraina’.
Ognuno, con il proprio linguaggio e la propria tecnica, ha detto “No” alla guerra con le ‘armi’ che conosce meglio: la pittura, il disegno, la poesia, la creatività.
Giovanni Botta (street artist) è autore dell’opera dal titolo: Un cruciverba per la pace. Tecnica: acrilico in scala… fatto per ‘volare’. Il suo messaggio: “Per una volta, ho puntato sulla semplicità, sulla dolcezza e su un simbolo amato. Come da molti anni amo l’arte di strada, installazioni e dipingere sui muri, questa volta ho voluto affrontare la pace attraverso gli occhi di un bambino. È come se, gradino dopo gradino, potesse emergere la sua speranza o magari un sogno, un desiderio. Il tutto realizzato con gli acrilici, ma studiato col cuore”.
Manuela Fissore (illustratrice) è autrice dell’opera dal titolo: L’addio. Tecnica: disegno a pastelli in modalità manga. Il suo messaggio: “Dedicato ai bambini che stanno vivendo e fuggendo dagli orrori della guerra in Ucraina; è un segno di vicinanza e solidarietà. Gli uomini non possono lasciare il Paese, perché sono chiamati a prendere le armi. Così, i figli salutano padri, fratelli maggiori e amici alla frontiera, intraprendendo il viaggio insieme alle mamme ed ai nonni per raggiungere un luogo sicuro lontano da spari e bombe. Davanti alle immagini che vediamo tutti in giorni in tv, la forza dell’arte in mezzo alla violenza più buia mantiene accesa la luce della speranza in un futuro di pace”.
Franco Gotta (pittore) è autore dell’opera dal titolo: Speranza per l’umanità. Tecnica: acrilico su tela 50x60. Il suo messaggio: “Il mondo potrebbe essere un giardino di rose non fosse per talune persone che prediligono solamente le spine. Sarebbe così bello poter vivere la pace anziché cercare guerre. Vivere in pace con chi hai al tuo fianco. Già! Sarebbe bello ma purtroppo non sempre è così, non lo è tra amici, conoscenti, nell'ambito delle famiglie, tra terre confinanti. Questa è la follia umana: preferire la guerra alla pace”.
Bernardo Negro (poeta) è autore della poesia dal titolo: Pace. Il suo messaggio: “La poesia è sempre stata il fondamento della civiltà. Oggi è il fulcro della sopravvivenza. Senza pace, nell’era atomica, l’umanità si espone ad una rassegnata catastrofe. Non lo possiamo accettare, proprio perché tutti stiamo vagando sull’ultima spiaggia, mentre dovremmo cercare nuovi orizzonti”.
Francesca Semeraro (pittrice) è autrice dell’opera dal titolo: Umano...? Tecnica: acrilico e carboncino su tela 30x40. Il suo messaggio: “Fra le tante immagini che ho visto in questi ultimi giorni in merito al crudele conflitto che sta colpendo l’Ucraina, mi ha colpito lo sguardo di questo cane, costretto anche lui, insieme al suo padrone, ad abbandonare la sua casa e fuggire chissà dove. Il mio animo ha sentito il bisogno di immortalare quello sguardo triste e allo stesso tempo scettico, quasi come a chiedersi o a chiedere a chi gli sta intorno: ‘Perché di tutto questo?’. Così ho voluto dar voce a chi voce non ha. E lascio a chi ne ha la capacità di rispondere a questo interrogativo, perché io, per quanto ‘umana’, non ho risposte e non ho più parole...”.
Riccardo Testa (pittore) è autore dell’opera dal titolo: Hope. Tecnica: acrilico su tela 60x60. Il suo messaggio: “Questa è l’immagine della guerra in Ucraina che considero maggiormente rappresentativa. Credo che tutti abbiamo visto le mamme fuggire dal loro Paese accompagnate dai loro bambini, mentre i papà, i mariti sono rimasti sul campo a combattere. il dipinto si intitola Hope, cioè speranza, e si può vedere lo sguardo di questa bimba un po’ perso nel vuoto, che non riesce a spiegarsi perché sta andando via dal suo papà, dalla sua casa, e sta andando chissà dove. Ebbene, voglio pensare che ci sia una speranza, che la guerra finisca e che si possa trovare una soluzione di pace. Così che la speranza diventi realtà e che questa bimba possa riabbracciare il suo papà. È la speranza che tutto finisca e che si possa tornare alla normalità. E cito Ernest Hemingway: La pioggia si fermerà, la notte finirà, il dolore svanirà. La speranza non è mai così persa da non poter essere trovata”.
Di sicuro il messaggio è chiarissimo: serve la pace. La mostra è visitabile presso gli uffici della Scuola Media dell’Istituto Salesiano San Domenico Savio di Bra (viale Rimembranze, 19). Nei giorni 26, 27, 28 e 29 aprile dalle ore 8 alle ore 17. Infine, sabato 30 aprile dalle ore 16 alle ore 18. Ingresso libero. Non vi resta che andare.
c.s.
BRA Bra