Cuneo Possibile: “No a una festa della liberazione a singhiozzo. Il Comune prenda posizione”
“Il 25 aprile è memoria che non si deve silenziare, e su questo le sinistre antifasciste non devono mediare, arretrare, cedere posizioni” scrive il comitatoRiceviamo e pubblichiamo:
Duccio Galimberti, oltre a dare il nome alla piazza principale di Cuneo, fu uno dei più importanti protagonisti della Resistenza e della lotta di Liberazione dal nazifascismo, di cui quest’anno ricorre l’80° anniversario. La sua sagoma campeggia ancora oggi sul balcone della “sua” piazza, da cui pronunciò il celebre discorso del 26 luglio 1943. A lui è intitolata anche una banda musicale cuneese che avrebbe dovuto accompagnare l’intera fiaccolata del 24 aprile, evento centrale del programma Resistenze.
A Cuneo la banda Duccio Galimberti ci sarà, ma in una formula rimodulata. Dopo un primo forfait – che ha portato il Comune a rifare la locandina dell’evento escludendola – poi è arrivata una retromarcia: la banda parteciperà, ma non accompagnerà l’intero corteo. Il suo intervento sarà limitato ad apertura e chiusura della fiaccolata. Nessuna spiegazione ufficiale è stata fornita per questo tira e molla, anche se a voler pensar male immaginiamo ci sia lo zampino di un direttivo in cui siedono figure politicamente allineate con il governo nazionale in carica: l’onorevole di Fratelli d’Italia Monica Ciaburro come vicepresidente, Marco Allocco (presidente onorario del Circolo 'L Caprissi, presieduto dal consigliere comunale di Forza Italia Franco Civallero) come presidente. Un paio di coincidenze che alimentano più di qualche dubbio.
Contestualmente il concerto finale della fiaccolata, previsto in Largo Audifreddi, è stato spostato al Nuovo (ex Nuvolari), e non per ragioni tecniche. Il Comune di Cuneo – città Medaglia d’Oro al Valor Militare per il ruolo avuto nella Resistenza – ha infatti deciso di “mediare” di fronte all’invito del governo a mantenere un clima di sobrietà in seguito alla morte del Papa. Un invito non vincolante, ma evidentemente recepito quasi come una direttiva. In un’Italia che dovrebbe essere laica, questa scelta solleva diversi interrogativi.
A rendere il quadro ancora più disorientante è il confronto con altre realtà provinciali, a non solo: qua e là si registrano rinunce, spostamenti, riduzioni. Tutto nel tentativo – maldestro – di tenere insieme sacro e profano, Resistenza e religione, su suggerimento di un esecutivo nazionale che come minimo non si riconosce nei valori antifascisti.
Il nodo della questione è culturale e politico: una manifestazione dedicata alla Liberazione non può essere ridotta o condizionata da logiche confessionali. E non può piegarsi a chi, consapevolmente o meno, contribuisce a disinnescarne la forza simbolica. Il 25 aprile è memoria che non si deve silenziare, e su questo le sinistre antifasciste – cittadine o nazionali che siano – non devono mediare, arretrare, cedere posizioni.
Anche il contesto nazionale lascia perplessi: per la scomparsa di Papa Francesco sono stati proclamati cinque giorni di lutto nazionale – mai accaduto prima nella storia repubblicana, dove il massimo concesso era tre. Una decisione che, nei fatti, ingloba anche la Festa della Liberazione, rischiando di attenuarne la portata e la voce. In questo scenario, la scelta del Comune di Cuneo e di altri Comuni della provincia di aderire a questa linea di “sobrietà” appare come un ulteriore segnale di debolezza, tanto più se arriva da amministrazioni di centrosinistra.
Per questo chiediamo pubblicamente:
- Una dichiarazione ufficiale da parte del Comune di Cuneo sui motivi dello spostamento del concerto.
- Chiarimenti ufficiali sulla vicenda della banda musicale Duccio Galimberti.
- Una riflessione pubblica sulla direzione che sta prendendo la memoria resistenziale nella nostra provincia.
Comitato Cuneo Possibile
c.s.

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