A Busca il surrealismo di Joan Mirò
La mostra "Genius Loci. Sogno, forza e materia" è visitabile fino al 29 gennaio dell'anno prossimoFino al 29 gennaio 2023, a Busca, Casa Francotto ospita la mostra "Joan Mirò Genius Loci. Sogno, forza e materia". Un artista di non facile catalogazione, "il più surrealista di tutti noi" per usare le parole di André Breton, autore del Manifesto Surrealista del 1924, nel definire il pittore spagnolo.
È a Parigi che Joan Mirò, dopo aver abbracciato alcune correnti artistiche come il fauvismo e il cubismo, e aver avuto contatti con alcuni esponenti del dadaismo come Tristan Tzara, aderì alla poetica surrealista, all'invito alla totale libertà dell'immaginazione e all'automatismo psichico puro per tradurre in arte il reale funzionamento del pensiero, liberandolo dal controllo della ragione e abbandonandosi al sogno e all'inconscio. Un surrealismo, quello di Joan Mirò, lontano dalle deliranti visioni oniriche e paranoico - critiche di Salvador Dalì e dall'inquietudine degli oggetti enigmatici di Renè Magritte. Un surrealismo giocoso e fiabesco composto da un alfabeto di segni che diventano ideogrammi, da un vocabolario di forme, non forme e simboli ricorrenti. Un linguaggio che tende all'asimmetria, al colore timbrico, al fascino del vuoto come elemento fondamentale della composizione e alla resa del moto di forme immobili nel silenzio della superficie della tela.
Nonostante la dimensione giocosa, Mirò fu un animo tormentato. A partire dall'esaurimento nervoso, all'età di diciott'anni, che lo porterà ad abbandonare la professione di contabile per dedicarsi all’arte fino alle difficoltà finanziarie del primo periodo parigino. Questi ultimi sono gli anni del "Carnevale di Arlecchino", una visione dell'inconscio in quanto, come spiegò lo stesso Mirò, nell'opera, cercò di plasmare le allucinazioni provocate dalla fame di cui soffriva a causa dell'estrema povertà. "Se vi è qualcosa di umoristico nella mia pittura non è il risultato di una ricerca cosciente. Questo senso dell'umorismo deriva forse dal fatto che provo il bisogno di sfuggire al lato tragico del mio temperamento. È una reazione, ma del tutto involontaria", scriveva l'artista catalano. Mirò, dopo il periodo parigino, tornerà a Palma di Maiorca, un altro di quei luoghi essenziali e a cui era particolarmente legato (quel "genius loci" del titolo fa riferimento a questo aspetto), dove si trasferirà definitivamente nel 1956 insieme alla moglie Pilar e dove oggi ha sede la “Fondazione Pilar e Joan Mirò”.
Il percorso espositivo comprende più di 60 opere e si snoda nelle sale del polo culturale intitolato al medico, poeta e artista Ernesto Francotto. Tra le incisioni e le litografie della prima sala spiccano i "Lapidari", un prestito della collezione privata buschese "Collezione La Gaia". Due sale più piccole sono dedicate ad artisti internazionali, come Max Ernst, Hans Harp, Paul Klee, Sebastian Matta, Fernand Leger o ancora Hans Hartung, artisti le cui ricerche presentano punti di contatto o affinità con il maestro catalano. La sezione finale è, invece, dedicata all'opera grafica e al "Gran Premio Internazionale per l'incisione" che Mirò vinse alla XXVII Biennale di Venezia, nel 1954. La mostra è visitabile venerdì (15.30-18.30), sabato (10-12 e 15.30-18.30) e domenica (10-12 e 14.30-18.30). Biglietto d'ingresso 10 euro (ridotto 6 euro). Ingresso gratuito da 0 a 14 anni. Per maggiori informazioni: casafrancotto.it. Mail: [email protected]. Telefono: 0171948611.
Dal 2021 la Città di Busca ha avviato una collaborazione con la Città di Cherasco dove un'altra mostra, dal titolo "Joan Mirò Genius Loci: l'alfabeto del segno e della materia", a Palazzo Salmatoris, integra e completa l'indagine sul genio artistico di Mirò. La mostra è visitabile fino al 22 gennaio 2023 da mercoledì a sabato (9.30-12.30 e 14.30 e 18.30) e nei festivi (9.30-12.30 e 14.30-18.30). Per maggiori informazioni: cherascosalmatoris.it. Mail: [email protected]. Telefono: 0172 427050). Biglietto d'ingresso 10 euro (ridotto 6 euro). Ingresso gratuito da 0 a 14 anni, cheraschesi e possessori Tessera Abbonamento Piemonte Musei.
Francesca Barbero
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