“Addio Tato”: la famiglia ricorda il micio con un manifesto funebre (ma a Cuneo non si può)
Una coppia ha salutato il suo anziano gatto con una quarantina di tiletti, affissi a Borgo San Dalmazzo e Boves. Nel capoluogo gli uffici sono stati inflessibiliPer loro non era “solo un gatto”, ma un membro non umano della famiglia. Per questo i proprietari, Claudio Tomatis e Stefania Tosello, hanno pensato di dargli l’ultimo saluto dopo quasi tre lustri di vita insieme. L’hanno fatto con tutti i crismi del caso, rivolgendosi a un’agenzia funebre per stampare i manifesti in onore di Tato.
“È mancato al nostro affetto il nostro amato gatto. Lo annunciano con dolore augurandogli un buon ponte i suoi genitori umani Stefania e Claudio”: così si legge nel tiletto, corredato da una foto dell’anziano micio bianco e nero, sdraiato al sole. Gli annunci, una quarantina in tutto, sono stati distribuiti a Borgo San Dalmazzo e a Boves. Non a Cuneo, dove risiede la “sua” famiglia. Questo perché, spiega l’assessore ai Servizi funebri Luca Serale, dopo aver interpellato l’ufficio Affissioni, nel capoluogo è non è ammissibile un’affissione di questo tipo: “Ragioni amministrative”. Serve un collegamento con l’anagrafe e lo stato civile, cosa che per un familiare a quattro zampe ovviamente non è praticabile.
Tato, spiega la coppia, aveva vent’anni ed era con loro da quattordici: prima di essere accolto in casa era stato randagio, poi a poco a poco ha capito che di alcuni umani ci si può fidare. I signori Tomatis si erano decisi a farlo diventare domestico a tutti gli effetti dopo che il micio era stato investito da un’auto, rischiando di morire.
Da allora è sempre rimasto con loro. Un compagno fedelissimo, alla faccia di chi crede ai luoghi comuni sui gatti “disinteressati” ai loro cari: in un’occasione aveva perfino messo in fuga alcuni ladri che stavano per rubare una bici, parcheggiata nel cortile dell’abitazione. Un fatto che gli aveva guadagnato un articolo di giornale e la riconoscenza degli interessati. Nonostante l’età, Tato è rimasto in buona forma fino a tempi recentissimi: gli è stato fatale un tumore sopraggiunto in forma improvvisa. “Era solo un gatto, ma era umano abbastanza da fornire grande conforto in ore di solitudine e pena” si legge nell’iscrizione sulla tomba di Dewey, un micio morto nel lontano 1910 e sepolto nel cimitero animale di Dedham, negli Stati Uniti. Una foto alla sua lapide ha fatto il giro del web e lo ha reso celebre ai quattro angoli del mondo: più di un secolo dopo, c’è ancora chi la pensa così.
Andrea Cascioli
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