Al "Santa Croce" in ipotermia dopo cinque ore sotto una valanga. Uno studio su una rivista internazionale
Il caso, unico al mondo, è quello di uno scialpinista di cinquantacinque anni finito sotto una valanga in valle GranaOgni anno in Italia si registrano circa 100 eventi valanghivi. La probabilità di sopravvivenza in caso di incidenti da valanga risulta strettamente tempo dipendente. Le vittime che subiscono un seppellimento di lunga durata (oltre 60 minuti) presentano una mortalità superiore all'80%. Comprendere la risposta fisiologica dell’organismo durante il seppellimento in valanga è fondamentale per migliorare le strategie e i risultati di soccorso.
Alcuni medici con uno specifico interesse nella gestione dei pazienti vittime di incidenti in ambiente montano, in servizio presso la Medicina interna dell’Azienda Ospedaliera S. Croce e Carle di Cuneo diretta da Luigi Fenoglio e la Medicina d’urgenza diretta da Giuseppe Lauria hanno recentemente pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale “Scandinavian Journal of Trauma, Resuscitation and Emergency Medicine,” il primo caso al mondo di uno scialpinista di 55 anni sepolto sotto una valanga per 4 ore e 51 minuti sulle nostre Alpi, in valle Grana, con attività cardiaca mantenuta e registrata.
Nonostante la grave ipotermia, la pronta attivazione del sistema di Emergenza e la gestione perfettamente coordinata all’arrivo in DEA dell’Azienda Ospedaliera Cuneese ha consentito alla vittima di sopravvivere senza essere sottoposta a riscaldamento extracorporeo. Questo caso revisionato da Andrea Sciolla responsabile del Pronto Soccorso del S. Croce e Carle, medico del Soccorso Alpino unitamente al collega Christian Bracco della Medicina Interna, vice coordinatore sanitario regionale del Soccorso Alpino Piemontese, alla dottoressa Angela Dupuis medico in formazione specialistica presso la Scuola di Specializzazione in Medicina Interna dell’Università di Torino anche lei parte del Soccorso Alpino, evidenzia l’importanza di condividere e adottare le più recenti linee guida per la gestione efficace delle vittime di valanghe anche se con periodi di sepoltura decisamente prolungati.
La pubblicazione scientifica è stata realizzata in collaborazione con Giacomo Strapazzon, direttore del EURAC Research di Bolzano, tra i massimi esperti al mondo di incidenti da valanga.
Livio Tranchida, direttore generale dell’Azienda: “Ottenere la pubblicazione di uno studio su una rivista internazionale, cosa non rara per il S. Croce e Carle, è sì prestigioso, ma testimonia soprattutto il livello di attenzione, di approfondimento sui casi clinici più complessi da parte dei nostri professionisti. La ricerca distingue la nostra Azienda ed è motivo per la crescita professionale di ciascuno e di soddisfazione per la condivisione con tutta la comunità scientifica nazionale e internazionale”.
L’Azienda Ospedaliera S. Croce e Carle negli ultimi tre anni, attraverso i suoi professionisti ha prodotto oltre 500 studi pubblicati su riviste indicizzate.
c.s.
CUNEO Valanga