Allarme crack a Cuneo: “Non è più raro vedere un quindicenne al Sert”
A dirlo è il dottor Maurizio Coppola, responsabile del servizio. Cannabis, eroina, ma anche nuove droghe comprate su internet e non rilevabili dagli esami tossicologici. L'aumento dei casi nel post pandemiaAnche a Cuneo, come in molte altre città italiane, il consumo di droga tra giovani e giovanissimi sta crescendo. A dare l’allarme è stata la sindaca Patrizia Manassero una quindicina di giorni fa intervenendo alla conferenza regionale della Autorità di Pubblica Sicurezza a Torino. Ma il tema non è nuovo nel dibattito pubblico della Granda, se ne parla almeno dallo scorso anno.
“Cuneo riflette l’andamento della diffusione delle sostanze che sta avvenendo in Italia e in tutto il mondo. Preoccupante è il crescente consumo di crack. In particolare, durante il periodo pandemico e post pandemico c’è stata un’enorme diffusione di crack nel cuneese”, spiega il dottore Maurizio Coppola, responsabile del Sert (Servizi per le Tossicodipendenze oggi meglio conosciuto come Serd, Servizio per le Dipendenze Patologiche) di Cuneo. “Ce ne siamo accorti perché sono aumentate le richieste di aiuto, i sequestri sul territorio da parte delle forze dell’ordine e perché ci sono state molte segnalazioni da parte dei comitati di quartiere che hanno denunciato fenomeni di violenza che erano praticamente sconosciuti a Cuneo fino a un po’ di tempo fa”.
La droga più diffusa e utilizzata a livello mondiale e nel Cuneese è la cannabis che però, spiega il dottor Coppola, “non è più quella di qualche anno fa, è molto più potente”. Una volta quasi nessuno si rivolgeva al Sert per l’abuso di cannabis, “la fumavano tutti quelli che consumavano altre droghe, ma non la portavano mai come problema”. Oggi invece sono tante le persone che problematizzano la dipendenza da cannabis, che può essere anche quattro o cinque volte più potente di quella che era diffusa in passato.
La sostanza di approccio alla droga era proprio la cannabis, oggi in tanti casi la prima è diventata il crack. “Il quadro così cambia tantissimo. Il crack è una variante inalatoria della cocaina - dice il dottor Coppola - e ha la capacità di essere assorbita molto velocemente. Dà un effetto davvero potente e di brevissima durata, giusto pochi minuti. Questo fattore spinge le persone a ripetere l’assunzione più volte nel corso della stessa giornata. Tante somministrazioni vicine portano a uno sviluppo veloce della dipendenza”. È molto diffuso anche perché costa poco. Gli effetti sono molto potenti sia a livello fisico (ictus cerebrale, infarto del miocardio) sia psicopatologico (causa aggressività, agitazione psicomotoria, paranoie, idee persecutorie): “Nell’arco di pochi mesi può determinare gravi problemi di salute”.
Non solo cannabis e crack, nel Cuneese si fa ampio uso anche di “oppiacei e di ‘droghe da rave’. Nel primo caso in particolare il consumo di eroina è più o meno stabile negli anni, mentre nel secondo a Cuneo si fa largo uso di ketamina e allucinogeni”. Una situazione ulteriormente preoccupante riguarda le droghe comprate su internet. Secondo il dottor Coppola, le persone che ne fanno uso sono in aumento. Il problema è che “hanno degli effetti evidenti, ma noi non li conosciamo perché non riusciamo a ricercarli nei nostri test tossicologici. Capitano episodi di grave agitazione di ragazzi che hanno assunto qualcosa acquistato in rete, ma poi sono negativi a tutti i nostri controlli”.
Coloro che si rivolgono al Sert in genere non sono giovanissimi anche perché solitamente hanno una storia di consumo di anni alle spalle. In particolare “vengono da noi eroinomani e alcolisti. In genere, hanno intorno ai trent’anni, anche di più se sono alcolisti”. Con il post pandemia però qualcosa è cambiato: il numero di ragazzini giovanissimi, anche minorenni, sta aumentando notevolmente. “È un fenomeno in controtendenza rispetto al passato. Prima era rarissimo vedere un quindicenne, oggi invece ne arrivano tanti. Spesso il primo episodio è un grave scompenso psichico che li porta a un ricovero in psichiatria. Poi arrivano da noi”.
Nel capoluogo della Granda il fulcro di queste attività sarebbe nella zona di piazza Boves e tra corso Giolitti e la stazione ferroviaria. In queste zone gli interventi delle forze dell’ordine non sono remoti, ma da soli non bastano. L’amministrazione sembra porre molta attenzione sul tema in questo periodo. Dopo la dichiarazione della sindaca Manassero c’è stato un incontro con il comitato del quartiere Cuneo centro e sarà nuovamente all’ordine del giorno nella prima riunione dell’Osservatorio permanente per la sicurezza urbana, in programma a inizio agosto.
Tutto ciò però da solo non basta, è necessario fare molta più prevenzione tra i giovani, a scuola, in famiglia. “Curare una dipendenza è difficile, sarebbe meglio agire in anticipo, prevenendola”. La provincia di Cuneo e, in generale, il Piemonte, hanno una tradizione di prevenzione importante alle spalle, portata avanti da almeno un decennio. Il Sert si occupa di fare incontri in ambito scolastico, anche con appuntamenti rivolti agli insegnanti. Le difficoltà però ci sono. “Andando avanti nel tempo sta diventando complicato perché il personale diminuisce sempre di più. Facciamo fatica ad assumere: prima non c’erano fondi, ora non troviamo personale specializzato. Avendo meno persone a disposizione è complesso diffondere su larga scala informazioni di prevenzione”.
Micol Maccario
CUNEO droga