Api, l'allarme di Coldiretti Cuneo: "A rischio estinzione due colture su tre"
La Granda prima per numero di alveari in Piemonte: "Con i cali e mancata produzione dovuta al gelo fare attenzione al falso Made in Italy"Tre colture alimentari su quattro dipendono in una certa misura per resa e qualità dall’impollinazione dalle api, tra cui le mele, le pere, le fragole, le ciliegie, i cocomeri ed i meloni. È quanto afferma la Coldiretti nel commentare lo studio dell’ISPRA sul rischio di estinzione del 9% circa delle specie di api e farfalle che attraverso l’impollinazione generano un valore economico stimato in circa 153 miliardi di euro l'anno su scala mondiale, 22 miliardi su scala europea e 3 miliardi su scala nazionale. In Italia l’andamento climatico anomalo con l’inverno bollente, il gelo in primavera ed una estate divisa tra caldo africano, siccità e violenti temporali ha distrutto le fioriture e creato gravi problemi agli alveari con le api che non hanno la possibilità di raccogliere il nettare.
In Piemonte le anomalie del meteo e, soprattutto, le gelate di inizio aprile hanno colpito le piante in piena fioritura con pesanti conseguenze sul raccolto di miele mentre la pioggia ed il forte vento hanno ulteriormente ostacolato l’attività di bottinatura delle api. In particolare, a farne le spese è il miele d’Acacia, ma in primavera sono gelate anche le piante di ciliegio in piena fioritura, il tarassaco, il tiglio ed il castagno in fase di germogliamento.
“Il risultato – spiega Roberto Moncalvo, delegato confederale di Coldiretti Cuneo – è un raccolto di miele ben al di sotto degli standard quantitativi passati, anzi tra i più bassi degli ultimi decenni, ma di elevata qualità. Le difficoltà delle api sono un pericolo grave per la biodiversità considerato che questi insetti contribuiscono all’impollinazione. Con una produzione in calo, il rischio è ora che venga incrementato ulteriormente l’arrivo massiccio di miele dall’estero che, spesso, di miele ha ben poco. A far, infatti, concorrenza al miele Made in Granda non è solo la Cina, ma anche l’Est Europa da cui proviene una gran quantità di miele a basso costo e che non rispetta i nostri standard qualitativi”.
“Per queste ragioni – aggiunge Fabiano Porcu, direttore di Coldiretti Cuneo – ai consumatori ricordiamo di leggere con attenzione l’etichetta, poiché l’indicazione d’origine è obbligatoria per il miele, e di privilegiare gli acquisti presso i punti di vendita diretta in azienda o nei mercati Campagna Amica. Ricordo che la Provincia di Cuneo è prima a livello regionale con 1.487 apicoltori (600 professionisti, 887 amatoriali) e quasi 60.000 alveari, 15.000 in più rispetto a Torino”.
c.s.
CUNEO Coldiretti