Bergesio (Lega): “Il Governo difenda in Ue il Prosecco italiano dall’attacco della Croazia”
Il senatore della Lega: "Diamo battaglia tutti insieme per difendere una delle eccellenze più conosciute del nostro paese"“Opposizione compatta da parte del Governo alla richiesta presentata alla Commissione Europea dalla Croazia per ottenere la denominazione d’origine al “Prosek” croato. Diamo battaglia tutti insieme per difendere una delle eccellenze più conosciute del nostro Paese!”. Lo afferma ancora una volta il senatore Giorgio Maria Bergesio, capogruppo Lega-Salvini Premier in Commissione Agricoltura.
Questa mattina la richiesta della Croazia all’Ue di protezione della menzione tradizionale “Prosek” è approdata in Senato con un’informativa che ha visto la presenza in aula del Ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli e del Sottosegretario Gian Marco Centinaio. Sulla questione “Prosek” croato, la Lega in questi mesi è intervenuta più volte, presentando un’interrogazione e chiedendo l’intervento immediato ed efficace da parte del Governo.
“Da parte della Commissione non è stata ancora presa una decisione nel merito. Ad oggi è stato dato esclusivamente l’assenso alla pubblicazione della domanda del Governo croato in Gazzetta Ufficiale”, ha spiegato il ministro Patuanelli. Pubblicazione che è avvenuta oggi. Di conseguenza, da oggi per il Governo italiano decorrono i 60 giorni di tempo per opporsi giuridicamente all’istanza corata con un ricorso motivato.
“L’utilizzo del termine “Prosek” ingenera confusione nel consumatore e crea un precedente pericoloso sul tema dell’”Italian sounding” – ha dichiarato il ministro Patuanelli -. Faremo opposizione formale a Bruxelles: abbiamo già attivato un tavolo tecnico. Abbiamo molti argomenti a sostegno delle nostre ragioni che fanno ben sperare nella conclusione positiva della vicenda. Non conosciamo ancora il contenuto della domanda ma la analizzeremo una volta in Gazzetta. Ci appelleremo anche a quanto statuito dalla Corte di giustizia Ue a settembre 2020 con la sentenza “Champanillo”: sussiste evocazione abusiva di un prodotto quando l’uso di una denominazione produce nella mente del consumatore nesso diretto tra la denominazione e la dop”.
“Condivido quanto affermato dal Ministro, ma teniamo conto che per il nostro Paese si tratta di una battaglia che riguarda non solo una delle nostre eccellenze ma anche la posizione stessa dell’Italia in Europa. Siamo membri dell’Unione come gli altri Paesi che ne fanno parte. Basta considerarci la Cenerentola, basta attacchi alle nostre produzioni!”, dichiara il senatore Bergesio, che aggiunge: “Il governo si impegni a mettere in campo tutte le sue energie per opporci a questa scelta che mortifica tutto il settore vitivinicolo italiano. Deve essere una battaglia di tutto il sistema paese a sostegno di una delle sue più importanti eccellenze”.
In Italia, nel 2020, la produzione di Prosecco, che riguarda principalmente Veneto e Friuli-Venezia Giulia ma anche il Piemonte, ha toccato i 2,4 miliardi di euro di fatturato, con 25.000 ettari, 11.500 aziende e 500 milioni di bottiglie prodotte. Di queste, il 21,5% vendute in Italia e il 78,5% all’estero. Si tratta quindi di un vessillo del Made in Italy nel mondo, che l’eventuale accoglimento della richiesta croata metterebbe fortemente a rischio, con gravissime ricadute sull’economia nazionale.
“Il “Prosek” croato è un vino dolce, che non c’entra nulla con il nostro Prosecco ed ingenererebbe una pericolosa confusione nel consumatore. Il concetto di evocazione emerso anche nella sentenza Ue “Champanillo” è straordinariamente importante perché baluardo di difesa del consumatore che ha diritto di essere informato correttamente”, dice ancora Bergesio.
“L’accoglimento della richiesta aprirebbe inoltre una falla nel sistema di tutela alimentare delle denominazioni che l’Ue si è data e di cui l’Italia è assoluta protagonista – commenta il senatore Bergesio -. È una battaglia in difesa dell’autenticità dei prodotti di cui la tutela della denominazione d’origine è baluardo e il nostro Paese deve essere in prima linea”.
c.s.
CUNEO Giorgio Bergesio