Borgo, si lavora per il consolidamento del "ponte di ferro": la riapertura prevista a giugno (FOTO)
Stamattina il sopralluogo organizzato dalla Provincia sulla struttura risalente al 1895. L'intervento finanziato dal Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture con 2 milioni di euroDovrebbe riaprire a giugno, meteo permettendo, il ponte del “Ciadel”, a Borgo San Dalmazzo. Il cronoprogramma è stato illustrato stamattina, lunedì 4 marzo, in un sopralluogo organizzato dalla Provincia. L’intervento di consolidamento e messa in sicurezza della struttura, iniziato a ottobre, costerà circa 2 milioni di euro, finanziati dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Un'opera storica
Realizzato nel 1895 dalle Officine di Savigliano, all’epoca un’assoluta eccellenza a livello nazionale nel settore della costruzioni, il ponte - comunemente conosciuto come “ponte di ferro” - è conservato ancora oggi nella sua struttura e nelle sue componenti originali. L’intervento si è reso necessario soprattutto per le cattive condizioni dell’impalcato stradale, che presentava varie erosioni dovute alla ruggine per le intemperie.
L’opera è posta sotto la tutela della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, per la quale era presente l’architetto Stefania Manassero, funzionaria per le province di Alessandria, Asti e Cuneo: “Le opere che hanno più di settant’anni sono sotto tutela per legge, ma in questo caso il provvedimento non è solo legato alla vetustà: questo era un ponte moderno per l’epoca in cui è stato realizzato, rappresentava una vera e propria innovazione tecnologica”.
Ad illustrare gli aspetti tecnici dell’intervento è stato l’ingegnere Andrea Alberto, progettista dello studio Lga Engineering di Savigliano: “Per noi questa è stata una sfida: si tratta di adattare un ponte pensato nel 1890 alle normative del 2024. Ora si sta rafforzando l’impalcato stradale, poi si procederà a sollevare l’intera struttura di 5-6 centimetri tramite dei martinetti, per rimuovere gli attuali appoggi del ponte, ossia quelli originali del 1895, e sostituirli con altri, conformi alla normativa antisismica. Il cronoprogramma prevede la riapertura a giugno, lavoriamo per questo obiettivo, meteo permettendo: lavoriamo nell’alveo di un fiume, ci sono variabili che non possiamo controllare”.
L'intervento del presidente Robaldo
Presente anche il presidente della Provincia Luca Robaldo: “Ringraziamo i tecnici e le aziende che stanno lavorando, si tratta di un intervento importante a livello storico, ma anche tecnico e ingegneristico. Fortunatamente i fondi stanziati dal Ministero ci permettono di procedere a interventi importanti come questo, diversa è la situazione per l’ordinario: non ci sono consentite le manutenzioni che dovremmo fare lungo le nostre strade, questa è una difficoltà oggettiva”.
Per il Comune di Borgo San Dalmazzo erano presenti la sindaca Roberta Robbione, l’assessore Armando Boaglio e il responsabile dell’ufficio tecnico Bruno Giraudo. Presenti anche l’ingegnere della Provincia, Simone Nicola, responsabile dell’intervento, il consigliere provinciale Vincenzo Pellegrino e i rappresentanti dell’azienda che sta eseguendo i lavori, la Malabaila&Arduino di Villafranca d’Asti.
Gli aspetti tecnici
L’operazione è finalizzata alla protezione dell’infrastruttura da attuare mediante vari interventi puntuali di ripristino, rinforzo e restauro del manufatto. Nel corso del cantiere l’evidenza del grave stato di degrado materico e strutturale in atto, non precedentemente riscontrabile, e la localizzazione degli stessi in corrispondenza di punti cruciali della struttura - come i nodi di collegamento tra l’orditura secondaria dell’impalcato e le briglie inferiori longitudinali - hanno determinato la necessità di riconsiderare le modalità operative per l’esecuzione degli interventi di restauro e rifunzionalizzazione, procedendo al rifacimento dell’orditura secondaria dell’impalcato, in accordo con la Soprintendenza, con posa in opera di nuove travi in carpenteria metallica e lastre predalles in acciaio.
In particolare, il progetto esecutivo prevedeva che le lavorazioni sulla struttura del ponte venissero eseguite fuori dall’alveo con la movimentazione dello stesso tramite traslazione su appositi rulli a seguito della demolizione della soletta dell’impalcato al fine di minimizzare il peso da spostare. Dato lo stato di degrado la presenza della soletta riveste un ruolo fondamentale nel conferire rigidezza e stabilità all’intera struttura, quindi le lavorazioni sono state eseguite in loco, con demolizione a tratti dell’attuale impalcato e contestuale ricostruzione avanzando da una spalla all’altra.
Le modalità descritte hanno comportato la realizzazione di un ponteggio, al fine di compartimentare l’infrastruttura per eseguire le operazioni di sabbiatura e verniciatura e per dotare l’area di cantiere dei piani di lavoro necessari ad accedere alle varie porzioni di struttura sulle quali intervenire. Sono state poi realizzate delle pile provvisorie in carpenteria metallica in alveo, che verranno smontate e demolite al termine dei lavori: questi elementi sono funzionali a fornire due sostegni intermedi alla struttura del ponteggio sull’intera campata e, unitamente a dei puntelli a torre posizionati in corrispondenza delle spalle, al sollevamento del ponte per la sostituzione degli appoggi strutturali.
Andrea Dalmasso
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