“Cirio come Pinocchio, sull’ospedale di Cuneo più che la faccia ci ha messo il naso”
Sinistra civica e Indipendenti denunciano i ritardi sul cronoprogramma e avvisano la sindaca: “Non c’è nessun piano B, i fondi dell’Inail non li avremo comunque”“Si direbbe che Cirio ci abbia messo il naso più che la faccia, come dichiara sempre”: il perfido accostamento di matrice collodiana arriva da Ugo Sturlese, decano della sinistra civica cuneese. Non si parla dei murales di Vernante, beninteso, ma del nuovo ospedale di Cuneo. Anzi per meglio dire del cronoprogramma che la giunta regionale ha ritoccato “al rialzo” e presentato mercoledì scorso.
La conferenza dei servizi che si sarebbe dovuta tenere a maggio, poi a ottobre, ora slitta a gennaio 2024. Scalano di conseguenza tutte le tappe successive: “Con un ritardo di almeno otto mesi, - precisa Sturlese - non di tre mesi, come ha sostenuto Pinocchio Cirio in cabina di regia”. Ma il consigliere di Cuneo per i Beni Comuni, nonché ex primario del Santa Croce, non crede che le nuove tempistiche saranno rispettate e nemmeno che esista il famoso piano B, cui ha fatto cenno anche la sindaca Patrizia Manassero: ovvero, la possibilità di attingere ai fondi Inail qualora il partenariato con i privati di Inc sfumasse. “Non c’è nessun piano B. Gli ospedali di Cuneo e Alessandria sono esclusi dal canale di finanziamento Inail, perché la regione non li ha compresi” incalza l’esponente dell’opposizione.
D’accordo con lui i rappresentanti degli altri gruppi, Cuneo Mia e Indipendenti, che hanno indetto stamani una conferenza stampa sulle incognite del progetto. Compresi, aggiunge ancora Sturlese, “i vincoli di natura culturale e paesaggistica sulla sede del Carle, soggetta alle prescrizioni della legge Galasso”. E i dubbi sulla legittimità della nomina del direttore amministrativo Giorgio Rinaldi, rispetto alla quale - nonostante le rassicurazioni del commissario dell’ospedale, Livio Tranchida - le perplessità sono immutate: “Si sta esponendo l’azienda ospedaliera al rischio di annullamento degli atti che Rinaldi firmerà”.
“Si ha l’ardire di annunciare, già prima della valutazione, che il PPP (partenariato pubblico privato, ndr) è la soluzione che permette maggiori risparmi. Nessun commento sulla differenza di costi rispetto alle altre ipotesi” denuncia Claudio Bongiovanni di Cuneo Mia. La pista “calda” è quella che porta all’intesa con il gruppo di Matterino Dogliani: il commissario dell’Aso ha inviato all’azienda 31 richieste di integrazione, dopodiché sia la Regione che l’ospedale valuteranno le risposte sotto il profilo tecnico e dei costi. Nulla trapela a riguardo, essendo la trattativa ancora coperta dal segreto. Ma si teme una rivalutazione sia del canone annuo, finora stimato in 55 milioni per i vent’anni successivi alla costruzione, sia dei costi di gestione che dovrebbero aggirarsi sui 10 milioni all’anno: “L’assessore Icardi esprime opinioni non suffragate da un solo numero e noi abbiamo chiesto più volte di verificarle. Ci aspettiamo che giovedì prossimo, in occasione dell’incontro con i capigruppo in Comune, il PPP venga finalmente illustrato. Altrimenti sarebbe l’ennesimo tentativo di girare intorno all’argomento per prendere tempo”.
Sulle ragioni che inducono la Regione a privilegiare l’ipotesi del PPP, il leader di Indipendenti Giancarlo Boselli avanza altri sospetti: “Sembrerebbe che sia l’unico modo plausibile per spendere di più. Non va sottovalutato che il soggetto della proposta, il gruppo Fininc, è sotto i riflettori nazionali e non solo per l’ipotesi di una sua partecipazione nella scalata ad Autostrade”. L’ex diessino si dice scettico sulle possibilità che dall’incontro di giovedì emergano nuove informazioni e chiama in causa anche la sindaca: “Penso sia grave l’atteggiamento che ha tenuto finora e ho l’impressione che cerchi un ombrello protettivo politico nel ‘piano B’: è più lei ad averne parlato rispetto a Cirio e Icardi”. Il rischio di un naufragio del PPP, sostiene, è concreto: “Se Tranchida non firmasse non potremmo passare direttamente dal partenariato all’Inail, bisognerà ripartire da zero e presentare un progetto cantierabile. Ci vorrebbero quindi altri mesi, ammesso che l’Inail abbia ancora fondi a disposizione”. Nel frattempo, aggiunge Boselli, “la nostra idea di un intervento a blocchi sull’attuale sede del Santa Croce è sempre più concreta”.
In chiusura, una replica alla dura presa di posizione assunta dal gruppo Cuneo Centro la scorsa settimana: “I centristi ora dicono di essere sempre stati a favore del finanziamento tramite la legge 20 o l’Inail. Forse siamo stati distratti, perché non ce ne eravamo accorti, ma è evidente che ci sia un imbarazzo ormai gravissimo”. Suscita interrogativi l’affondo dei civici di maggioranza contro la Regione, proprio nei giorni in cui sembra andare in porto l’alleanza tra Azione (ovvero il partito di cui fanno parte quattro consiglieri del Centro su sette) e il centrodestra regionale. Boselli lo legge in una chiave più ampia, che non coinvolge solo la questione ospedale: “Il Centro sta alzando il livello dello scontro. Non è un mistero che ciò coinvolga la discussione in corso sulla Fondazione, dove più che al presidente il gruppo punta alla vicepresidenza”.
Andrea Cascioli
CUNEO cuneo - santa croce e carle - Giancarlo Boselli - lavori - Ugo Sturlese - Cuneo per i Beni Comuni - Ospedale - Piemonte - regione - Cuneo Mia - Claudio Bongiovanni