Coldiretti Cuneo: la biodiversità dell’ortofrutta cuneese sotto i riflettori a 'Macfrut'
In scena alla Fiera di Rimini la Mela Rossa Cuneo IGP e altre eccellenze della Granda, punta di diamante del sistema ortofrutticolo piemontese e nazionaleI consumi di frutta e verdura degli italiani sono aumentati di quasi un miliardo di chili nell’ultimo decennio, facendo registrare nel 2018 il record del periodo per un quantitativo complessivo nel carrello di 8,7 miliardi di chili. È quanto emerge da un’analisi che Coldiretti ha presentato a Macfrut, la Fiera internazionale dell’ortofrutta in scena a Rimini.
La spinta al consumo si lega soprattutto alle preferenze alimentari dei giovani, sempre più attenti al benessere a tavola. In più, secondo l’indagine Coldiretti/Ixè, la ricerca di sicurezza e genuinità nel piatto porta l’88% degli italiani a bocciare la frutta straniera e a prediligere frutta e verdura locale, considerando che l’Italia è ai vertici mondiali della sicurezza alimentare.
Nel nostro Paese, che primeggia in Europa per produzione ortofrutticola, il Piemonte rappresenta un importantissimo polo produttivo con 6 milioni di quintali di ortofrutta fresca prodotti all’anno - 4 milioni solo in provincia di Cuneo - per una superficie dedicata di oltre 50.000 ettari, di cui più di 30.000 cuneesi, come testimonia la massiccia presenza di operatori piemontesi a Macfrut. La Granda, in particolare, si contraddistingue per la grande biodiversità, con moltissime specie coltivate che trovano nel nostro territorio le condizioni migliori per lo sviluppo di prodotti ortofrutticoli di alta qualità, come quelli a denominazione d’origine riconosciuta dall’UE: Mela Rossa Cuneo IGP - che quest’anno è prodotto simbolo di Macfrut - Castagna Cuneo IGP, Nocciola Piemonte IGP e Fagiolo Cuneo IGP. Sotto accusa restano le importazioni incontrollate di ortofrutta dall’estero, favorite dagli accordi commerciali stipulati dall’Unione europea: è il caso delle condizioni favorevoli concesse al Marocco per pomodoro da mensa, arance, clementine, fragole, cetrioli e zucchine o all’Egitto per fragole, uva da tavola, finocchi e carciofi. Accordi che Coldiretti contesta perché nei Paesi di origine è spesso concesso l’uso di pesticidi pericolosi per la salute e il costo della manodopera è molto più basso di quello italiano. “È essenziale - dichiara il Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo Roberto Moncalvo - che tutti i prodotti agroalimentari che arrivano sui nostri scaffali, italiani e stranieri, rispettino gli stessi criteri di qualità riguardanti l’ambiente, il lavoro e la salute”.
“Serve un task-force - aggiunge Moncalvo - per rimuovere con maggior velocità le barriere non tariffarie che troppo spesso bloccano le nostre esportazioni, ma anche trasporti efficienti sulla linea ferroviaria e snodi aeroportuali per le merci che ci permettano di portare i nostri prodotti rapidamente da Nord a Sud del Paese e in ogni angolo del mondo”.
Infine, secondo il Direttore di Coldiretti Cuneo Tino Arosio “occorre superare la frammentazione e la dispersione delle risorse per la promozione delle nostre produzioni all’estero: è necessario che tutti collaborino ad una politica unica di valorizzazione per favorire la conoscenza dei tratti peculiari che contraddistinguono le nostre produzioni in termini di salubrità, qualità organolettiche e forte legame con il territorio”.
c.s.
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