Compie vent'anni il Museo della Resistenza di Chiusa di Pesio
Ospitato nel Complesso Museale Avena, fu inaugurato il 4 marzo del 2003Era il 4 marzo 2003 quando veniva inaugurato ufficialmente il Museo della Resistenza “I sentieri della Memoria” di Chiusa di Pesio. Ospitato nel Complesso Museale Avena, nell’antico palazzo di impianto quattrocentesco in piazza Cavour, è gestito per conto del Comune dall’Associazione “Resistenza sempre nel Rinnovamento” i cui soci sabato 4 marzo si sono riuniti in Assemblea per celebrare i 20 anni dall’apertura.
La Presidente dell’Associazione Maria Luisa De Caroli ha introdotto l’appuntamento ringraziando e presenti e ricordando che “l’inaugurazione fu un momento speciale, epocale per Chiusa di Pesio”: “Il Museo della Resistenza, oltre a essere il primo museo istituito nel nostro paese, è un luogo fisico in cui celebrare la memoria di tanti giovani che vissero una stagione irrepetibile e per essa seppero anche morire. Per volontà dei partigiani delle Formazioni “R” e del Comune, con l’allora sindaco Antonino Pecollo, che tanto si adoperò, questo luogo fu istituito perché fu chiaro a tutti che coltivare la memoria era un dovere civico e un forte valore educativo e culturale”.
Il Sindaco Claudio Baudino: “Qui è raccolta la memoria della Valle Pesio e delle tante famiglie tragicamente coinvolte dalla guerra. I giovani avranno sempre più bisogno di persone e luoghi come questo, che possano testimoniare quello che è successo ai loro nonni e bisnonni. Sono riconoscente di essere oggi qui e vedere che in vent’anni si è fatto tanto. Un grazie sentito a tutti quelli che hanno lavorato e si sono impegnati perché questo museo vivesse in modo eccellente”.
L’assessora alla cultura Daniela Giordanengo, nel ringraziare la Presidente e tutti i direttivi dell’Associazione che si sono succeduti, ha sottolineato “la serietà e il metodo unico e personale che hanno caratterizzato l’operato” aggiungendo un pensiero un particolare per Antonino Pecollo, “figura imprescindibile per il museo, da lui fondato e seguito fino agli ultimi giorni di vita” e Clementina Grosso, un giovane innesto “che rappresenta il futuro, la possibilità di tramettere alle nuove generazioni ciò che è stato e la storia del nostro paese”.
Adolfo Mignemi, storico e Presidente del Comitato scientifico del Museo, ha messo in risalto la preziosità del materiale conservato e l’unicità di alcuni oggetti esposti nelle sale: la pedalina, con cui si stampava il giornale clandestino “Rinascita d’Italia”, la macchina fotografica con cui Don Giuseppe Bruno fotografava i partigiani, i negativi originali di tutte le foto esposte al museo, lasciando così ai posteri un materiale iconografico di rara importanza a livello nazionale. Quindi ha evidenziato la cospicua mole di lavoro svolta in questi vent’anni, le numerose pubblicazioni e i convegni svolti per ricordare persone e fatti legati alla Resistenza in Valle Pesio. Nel suo intervento ha raccomandato a tutti di continuare a saper cogliere l’unicità e l’importanza di questo museo.
Luisa Mellano, pronipote di Piero Cosa e Presidente dell’Anpi di Fossano ha ricordato la figura di Piero Cosa, uomo integerrimo e leggendario Capitano delle Formazioni”R” e invitato tutti a continuare a lavorare sui sentieri della memoria perché “se perdiamo la memoria siamo impotenti e facile preda di una storia che ritorna. La memoria è uno strumento indispensabile per comprendere il passato e mettere in sicurezza il futuro”.
L’incontro si è chiuso con un momento di silenzio per un doveroso ricordo di tutte le persone che hanno contribuito a rendere vivo e significativo il Museo della Resistenza di Chiusa di Pesio, accompagnati dalle note musicali del violoncello suonato da Clementina Grosso, la più giovane e attiva rappresentante del museo.
c.s.
CHIUSA DI PESIO Chiusa Pesio